Green design da NYC verso il futuro
Visionaria e creativa, Carla Diana, newyorkese di origine italiane, immagina e progetta soluzioni molto originali che introducono la tecnologia e la robotica nelle abitazioni senza irrompervi, ma con continui richiami al green design e all’arte. Senza mai scordare che l’energia non va sprecata, e i rifiuti vanno ridotti. E’ una artista a 360 gradi e green.
1) Su cosa si concentra maggiormente il tuo lavoro?
Guardo verso il futuro e progetto robot domestici, soprattutto, “giocando” sul rapporto tra animale (uomo compreso) e macchina. Amo gli oggetti meccanici e la musica e sono profondamente curiosa, mi piace cogliere gli stimoli quotidiani e trasformarli in progetti realizzabili che combinano design industriale e tecnologie per fornire soluzioni che annullano il gap tra mondo digitale e reale.
2) Come è nata la linea di mobili “Direttive”?
E’ nata come linea design-on-demand e integra la lingua e la poesia rendendola parte della vita quotidiana. Ogni pezzo è creato intorno a una dichiarazione concisa, semplice, che diventa grazie al design, un personale e originale promemoria quotidiano. Nella collezione c’è uno sgabello per “riposo”, una scrivania per il “lavoro”, uno specchio per invitare a “riflettere”, una panca per “share”(condividere) e un orologio che ricorda la “misura”.
3) Melody Toy Man elettronico , oltre che essere simpatico, che altre caratteristiche green ha?
I giocattoli piacciono sempre, quelli elettronici, come Melody Toy Man, sono spesso ancora più seducenti per via della luce, del suono e del movimento, ma quando si richiedono batterie è fastidioso. E’ uno spreco. Visto che il gioco è, per sua stessa natura, un’attività che include movimento fisico, perché non sfruttare quel movimento al potere stesso giocattolo?
4) Come?
MelodyMan è il primo robot al mondo a cui girare la manovella, sul ventre, per vederlo prender vita. E’ come una versione moderna di un classico carillon, gli si illumina il volto con una serie animata di luci accompagnate da musiche personalizzabili.
5) Uberobjects: di cosa si tratta?
E’ una serie di oggetti virtuali, perchè ci sono troppi oggetti spesso poi inutili, nelle nostre case. Dopo poco vengono buttati, spesso, e diventano rifiuti. Ho pensato di creare un’alternativa immateriale, per sostituire il desiderio di cose fisiche. E’ diventata una installazione artistica per riflettere sul nostro desiderare oggetti.
6) Inlet-Outlet: ha a che fare con l’energia?
Si, in particolare con le prese elettriche, presenti in ogni camera nelle nostre case e negli uffici. Ho pensato : e se ciascuno di tali punti di carica, oltre ad un “ingresso” per accedere all’energia di rete, potesse diventare anche il canale per restituirne un po’ indietro?”. Nelle nostre case ci sono sistemi per l’energia solare ed eolica, ad esempio, così ho pensato di estendere il concetto di presa elettrica nei nostri spazi abitabili attraverso un sistema di integrato, facile da usare.
7) Come funziona?
Oltre alla normale funzione di presa della corrente, c’è un kit per che permette di convertire alcuni oggetti per la casa in generatori di energia, collegabili a inlet-outlet. Ci sono tante applicazioni possibili, anche le attrezzature da palestra, ad esempio, come la cyclette. E poi apparecchi che convertono il calore in energia. Inoltre la presenza di inlet-outlet nelle nostre case sicuramente incoraggerà lo sviluppo di nuovi dispositivi che siano in grado di fornire energia per alimentare di nuovo in rete.
Pubblicato da Marta Abbà il 10 Aprile 2013