Grande mondo, piccolo pianeta. Da salvare
Grande mondo, piccolo pianeta, grandi rischi, piccole azioni, ma numerose e costanti, per evitarli e salvare la bellezza che ci è rimasta sulla Terra. Come farlo, se si è ancora in tempo, è scritto nel libro pubblicato da Edizioni Ambiente dal titolo “Grande mondo, piccolo pianeta. La prosperità entro i confini planetari” di Rockström Johan e Mattias Klum.
“È tempo di voltare pagina” dicono i due, il primo scienziato, il secondo fotografo e regista, e per noi che abbiamo a cuore il futuro nostro, ma anche quello di chi verrà, è tempo di leggere le loro pagine. Inizialmente gli orizzonti tracciati non sono particolarmente luminosi, ma sono orizzonti reali di cui prendere atto per svoltare.
Oggi siamo più di sette miliardi e chi in un modo chi nell’altro, rischiamo di compromettere i sistemi naturali di questo Grande mondo, piccolo pianeta su cui siamo “capitati”. O è più che altro questo Grande mondo, piccolo pianeta che è capitato finora malauguratamente nelle nostre mani. Possiamo riscattarci e con un mix di scienza, immagini e racconti ben intrecciati, “Grande mondo, piccolo pianeta” dopo averci “sbattuto in faccia” l’oggi, racconta un domani possibile e un po’ più luminoso.
Esiste infatti un nuovo paradigma di sviluppo che possiamo adottare, ci sono scoperte recenti, ben spiegate in questo volume, che oltre alla necessità illustrano anche la possibilità e le opportunità di un futuro diverso. Un futuro di, come dice il sottotitolo, “prosperità nei confini planetari”.
Finora quasi ovunque la crescita economica e lo sviluppo umano sono avvenute a spese dell’ambiente, ma Rockström e Klum, a parole e a immagini, con fatti concreti e dati scientifici, rispondono ai pessimisti, a quelli sostenitori della teoria “ormai” o che rilanciano la sfida alle prossime generazioni.
Ci “piazzano” in mano le loro 200 e passa pagine e ci invitano a prendere in mano non il futuro di questo grande mondo, piccolo pianeta, ma per lo meno del microcosmo in cui agiamo, scegliamo e contribuiamo, nel bene o nel male, alla costruzione di un avvenire. Catastrofico o catartico.
Letto “Grande mondo, piccolo pianeta”, sarete convinti che abbiamo ancora l’opportunità straordinaria per entrare in un Antropocene buono, quindi vi consiglio questa iniezione di ottimismo, un ottimismo realista che aggiunge che “serve però una trasformazione radicale dei modi di pensare”. Per avviare questa metamorfosi planetaria ed individuale, lasciamoci aiutare da un libro come questo.
Prima ci racconta la grande sfida, poi il cambiamento di mentalità inevitabile, a cui prepararci, caricandoci come su una pista in aeroporto, pronti per il decollo, verso la sezione dedicata alle soluzioni sostenibili che, guardate un po’, spesso vengono dalla natura. E’ proprio un grande mondo piccolo pianeta, è il nostro: amiamolo. E il libro, leggiamolo fino all’epilogo, merita.
Per chi è pronto, a un piccolo “down” di presa di coscienza, per poi affrontare il propulsivo lancio verso un radicale cambiamento, conquistando un ruolo nella missione del salvare il “Grande mondo, piccolo pianeta” che abbiamo la fortuna di abitare, il libro è disponibile e di gradevole lettura anche per chi nella vita non ha mai pensato di salvare il mondo studiando le scienze. A volte, basta fare, e leggere, la cosa giusta, per dare una mano.
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Pubblicato da Marta Abbà il 17 Gennaio 2016