Gombo, detto Abelmoschus esculentus, ma anche okra oppure ocra, come il colore, non è marroncino ma tendente al verde, arriva dall’Africa e appartiene alla famiglia delle Malvacee. Questa pianta perenne cresce anche in Italia e viene gustata in alcune regioni in particolare. Sono i suoi frutti, in verità, a venire gustati ma le ricette che li vedono più spesso presenti sono quelle della cucina indiana. Chi ha visitato le isole caraibiche avrà incontrato il Gombo utilizzato anche in ottime zuppe o come contorno di piatti di pesce.
Gombo: proprietà
Poco noto, il Gombo ha numerose proprietà che sono certa ci porteranno ad esplorare le sue potenzialità gastronomiche. Ricco di fibre e di antiossidanti, abbassa i livelli di colesterolo cattivo e sembrerebbe che riduca anche il tasso di zuccheri nel sangue.
Inserendo in modo regolare questo ortaggio, per quanto è possibile reperirlo, si può contare sulla sua azione di contrasto a problemi all’apparato o al sistema immunitario. Chi soffre di stitichezza deve sapere che i baccelli dell’okra aumentano la motilità intestinale mentre la vitamina A e i flavonoidi antiossidanti contenuti, portano dei benefici a livello di vista.
Gombo: coltivazione
Per coltivare la pianta che produce l’okra è necessario abitare in una zona in cui ci sono almeno 20 °C e un terreno ben drenato, ricco di nutrienti. Se ci sono queste condizioni, dobbiamo comunque aspettare la primavera per seminare e attendere ancora 45/60 giorni per raccogliere i frutti della nostra fatica
Gombo: sapore
E’ difficile definire il sapore perché non è forte ma nemmeno insulso, nelle zuppe arricchisce il gusto ma non prevale, in salamoia, ha un suo perché ma va incontro anche ai palati delicati. Se vogliamo assaggiare le foglie, prepariamole come fosse il tarassaco, quindi crude in insalata, ma anche cotte come delle erbette.
Nelle zuppe, invece del Gombo a pezzetti, possiamo trovare il succo, come addensante. Prima di utilizzare il Gombo in cucina, meglio sapere che è sconsigliato a chi sta assumendo farmaci per la cura del diabete perché potrebbe bloccare l’assorbimento della metformina.
Gombo: ricette
Tra le varie ricette con il Gombo ce ne sono di estremamente pratiche e gustose. Ad esempio si possono preparare delle meatballs con ocra, oppure l’ocra in umido o una zuppa di gombo e patate. In qualsiasi ricetto lo si cucini questo ortaggio di fatto risulta molto apprezzato non solo per il sapore ma anche per il suo comprovato scarso apporto calorico. Un etto di gombo, una porzione da 100 g, apporta solo 22 kcal. E’ davvero pochissimo e tutto perché esso è composto per la maggior parte della sua massa da acqua, per ben il 90% del suo peso.
Va da sé che non siamo di fronte ad un alimento particolarmente ricco di macronutrienti, infatti i carboidrati rappresentano solo il 4% del peso, le proteine meno del 2% e grassi infine sono presenti in quantità trascurabile. Passando ai micronutrienti la situazione migliora, soprattutto per quel che riguarda i sali minerali. Il gombo contiene molto calcio, magnesio, fosforo, potassio, rame e zinco. Anche con le vitamine non se la cava male. Contiene soprattutto A, B1, B2, B3 e B6, vitamina K e C. Per quest’ultima, si copre addirittura il 27% del fabbisogno quotidiano. Il gombo è anche un’ottima fonte di fibra alimentare, che rappresenta infatti il 2.5% del peso.
Gombo: coltivazione
Per tutte le informazioni: come coltivare il gombo
Gombo: dove si compra
Possiamo trovare il Gombo in negozi ben riforniti di frutta e verdura, oppure in quelli con ortaggi anche “etnici”. Anche all’ortomercato, possiamo provare a cercarne. I semi sono invece facilmente acquistabili su Amazon, una volta ordinati e ricevuti, conserviamoli in un luogo secco per poi piantarli anche in vaso sul balcone.
Gombo: Toscana
In Sicilia si trova bene la pianta dell’Okra ma anche in Toscana ci sono aree in cui la si coltiva. In realtà, se potesse scegliere la pianta stessa, la troveremmo solo nelle regioni tropicali, a portarlo in Italia e regalarcelo assieme alle ricette migliori per poterne apprezzare il sapore, sono stati i tanti immigrati che negli anni recenti sono arrivati nel nostro Paese diventandone cittadini.
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