Giradora, la lavatrice a pedali
La lavatrice pesa moltissimo sulla bolletta elettrica della nostra casa. Sapete come funziona una lavatrice? Tutte le donne avranno sentito parlare di “centrifuga” e tutte le donne avranno immaginato almeno una volta che sono necessari movimenti mescolatori per creare attrito tra l’acqua, il detergente e gli stessi abiti così da riuscire a lavar via anche le macchie più resistenti.
Nelle nostre abitazioni, a garantire quei movimenti mescolatori è la corrente elettrica ma… se fossero i nostri piedi? Nasce così l’idea della lavatrice a pedali!
Chi vuole risparmiare energia con il bucato senza rinunciare alla lavatrice può ora farlo con il lavaggio a pedali!
Il primo progetto di lavatrice a pedali si chiamava Giradora e aveva vinto nel 2013 due importanti riconoscimenti, il primo nell’ambito dell’innovazione sociale con la competizione “Dell Social Innovation Challenge” e il secondo per il suo design semplice e funzionale con “International Design Excellence Awards”.
Giradora si poneva l’obiettivo di fornire un prodotto per fare il bucato anche nei luoghi senza rete elerttica dove le donne faticano molto per lavare gli abiti e devono arrivare a fiumi o pozzi spesso molto distanti dalle loro abitazioni.
Giradora, la lavatrice a pedale, era stata introdotta, in fase di test, in alcune località del Perù ed era in programma un test del dispositivo alcune in zone dell’India e in altri paesi dell’America del Sud.
Il prezzo obiettivo di vendita era di soli 40 dollari.
Purtroppo ora sembra però che il progetto si sia fermato nel 2015 prima di raggiungere la fase di commercializzazione!
La pagina Facebook ufficiale: www.facebook.com/GiraDora è infatti “ferma” ad aprile 2015 e nell’ultimo post si afferma che il prodotto è ancora in fase di sviluppo e non ancora in vendita.
Lavatrice a pedali: Drumi di Yirego
L’eredità di Giradora sembra essere stata raccolta da un prodotto molto simile chiamato Drumi, della società canadese Yirego.
Ecco il video ufficiale di presentazione del prodotto:
Altri dispositivi che potrebbero cambiare la vita delle popolazioni in via di sviluppo?
Pubblicato da Anna De Simone il 23 Agosto 2012