I giorni della merla sono giorni che fanno tremare al solo pensiero, nulla centrano con le festività di Halloween perché sono a fine gennaio. Dietro a questo nome ci sono molte leggende, che ci si creda o meno, ogni anno io noto che in questi giorni fa particolarmente freddo, non so se è il potere della suggestione, oppure corrisponde a verità.
Giorni della merla: quali sono
I giorni della merla sono i più freddi dell’anno o per lo meno hanno la fama di esserlo. Non è una definizione di tipo scientifico, si tratta di una leggenda per cui non accade che ogni anno si identifichino questi giorni osservando le temperature. Si sa già che queste giornate speciali cadono tra fine gennaio e inizio febbraio. Esistono due “versioni”. C’è chi li identifica come il 29, il 30 e il 31 gennaio e chi invece unisce gli ultimi due giorni di gennaio al primo di febbraio.
Una cosa è certa: i giorni della merla sono tre e sono in quel periodo, anche se le statistiche meteorologiche degli ultimi anni ci fanno osservare che durante l’anno esistono dei giorni più gelidi.
Giorni della merla: leggenda
Esiste una leggenda che spiega come mai aspettarci delle temperature particolarmente fredde in questo periodo, pur non avendo degli studi scientifici su cui basarci, prima di raccontarla voglio svelare una leggenda nella leggenda. Pare infatti che quando i giorni della merla sono particolarmente freddi, allora la primavera sarà bella, se invece, contro tutte le aspettative, sono caldi, la primavera arriverà in ritardo.
Vediamo ora cosa dice la leggenda e se abbiamo intenzione di credervi. C’era un volta una merla con tutti i suoi pulcini, tutti neri come i maschi della stessa specie. In una giornata di grande freddo si sarebbero rifugiati in un comignolo per cercare di ripararsi, restandoci per tre giorni prima di riemergere e provare a vedere se le temperature si fossero abbassate.
Una volta sbucati dal comignolo dopo tre giorni di permanenza, tutti stretti stretti tra loro, si sarebbero ritrovati completamente grigi a causa della fuliggine. Anche stando all’aria aperta il colore non sarebbe più andato via e tutti i merli femmina e i piccoli sarebbero così rimasti grigi. Questa favoletta è nata soprattutto per spiegare in maniera favolistica il forte dimorfismo sessuale che si osserva nella livrea del merlo, animale dal nome scientifico Turdus Merula.
Le femmine di questo animale hanno il piumaggio di un colore indefinito tra il bruno e il grigio, becco incluso, mentre i maschi hanno una livrea nera brillante con becco giallo-arancione.
Come spesso accade per le leggende tramandate di generazione in generazione e in aree geografiche diverse, se ne trovano molte versioni, alcune molto lineari come quella appena sentita, altre più elaborate come quella che stiamo per raccontare.
La protagonista è sempre una merla che stavolta si trova strapazzata dal mese di Gennaio, un mese freddo e che si accanisce contro di lei scatenando delle bufere di gelo proprio quando lei metteva il naso fuori dal nido per andare a procurarsi del cibo per sé e per i propri piccoli. Stufa di subire, l’animale un giorno ha pensato di fare le provviste per tutto l’intero mese per potersi chiudere nella propria tana senza mettere il becco fuori e senza morire di fame, aspettando febbraio.
Al tempo il mese di gennaio aveva 28 giorni, la merla fece il contro uscendo dalla tana in quello che secondo lei avrebbe dovuto essere il primo giorno del nuovo mese. Non funzionò così, però, perché gennaio pur di giocarle un brutto scherzo arrivò a chiedere al mese di Febbraio tre giorni in prestito per poterla ingannare e far disperare di nuovo con il suo gran freddo. Ecco quindi la merla uscire convinta e trovarsi ancora nel mese di gennaio, con bufere di vento e pioggia scatenate apposta contro di lei. Intirizzita dal freddo non si arrese e trovò rifugio in un comignolo per i tre giorni di bufera uscendo sana e salva, ma grigia a causa della fuliggine del camino. Rimase così nonostante la tanta pioggia presa nei mesi successivi.
Giorni della merla: proverbio
Una leggenda del genere è avvolta in molte credenze popolari, tra i più noti ci sono i cosiddetti “canti popolari della Merla”, tipici di alcune zone della Lombardia dove i giorni della merla vengono accolti con un grande falò sul sagrato della chiesa o in riva al fiume, attorno a cui si intonano i canti tutti abbigliati da contadini quindi le donne con grembiule e scialle e gli uomini con tarbarno e cappello. E’ l’occasione perfetta per degustare vino e cibi tradizionali. I canti popolari della Merla non sono ovunque gli stessi, i testi possono cambiare ma non i temi che sono sempre quelli dell’inverno e dell’amore.
Troviamo il merlo protagonista anche di altri detti popolari. Ad esempio può capitare di dare del merlo a qualcuno. Cosa significa? Dargli dello sprovveduto, considerarlo una persona ingenua che canta vittoria prima del tempo per poi pagarne le conseguenze. Ecco qualche proverbio che ha come protagonista questo animale legato al freddo.
Nel bolognese si dice: “Quando canta il merlo, siamo fuori dall’inverno”, un vecchio proverbio romagnolo consiglia al merlo di non cantare nemmeno a marzo perché gli si potrebbe gelare il becco, lasciando, invece, che canti la tordella che non ha pausa di nessuno. Ci sono anche un proverbio bresciano – “due soldi li ho a prestito e uno lo troverò. Se bianca sei, nera ti farà, e se nera sei, bianca diventerai” – e uno bergamasco –“Canta il merlo, l’inverno è finito, ti saluto padrone, trovo un altro tetto!”. Se volete invece parlare del gelo ecco alcune frasi sul freddo che potete citare
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