Giornata mondiale omeopatia
Giornata mondiale omeopatia, il 10 aprile, per affrontare un tema molto discusso e che non si può fare finta che non esista. Ci sono continui studi e posizioni contrapposte sulle tante diverse pratiche che possiamo mettere nella categoria di quelle omeopatiche. Le persone che si affidano e di fidano dell’omeopatia sono in crescita, la Giornata mondiale omeopatia è l’occasione per mettersi tutti attorno ad un tavolo, nemici e amici dell’omeopatia, per cercare di fornire le corrette informazioni a chi non è medico e ha il diritto di essere guidato ad un uso sano dei rimedi omeopatici.
Giornata mondiale omeopatia: quando
La scelta della data del 10 aprile per la Giornata mondiale omeopatia è legata al fondatore della medicina omeopatica, Samuel Hahnemann, nato esattamente in questo giorno di primavera.
Giornata mondiale omeopatia: dati
Numero chiama numero, vediamo qualche dato prima di celebrare la Giornata mondiale omeopatia con i sostenitori di queste pratiche che temono che presto il numero di medicinali omeopatici e antroposofici disponibili in Italia risulterà insufficiente per coprire le necessità terapeutiche. Questo accadrebbe solo in Italia, in altri paesi la Giornata mondiale omeopatia non viene affrontata con questo rischio imminente in testa.
I cittadini italiani che usano medicinali omeopatici sono circa 11 milioni, un quarto di essi lo fa abitualmente ma “solo” ventimila medici italiani risultano prescrivere omeopatici ai propri pazienti. Secondo AIFA dal 1995 ad oggi i medicinali omeopatici introdotti nel mercato italiano sono 25.000 ma in un anno si vendono più di 30 milioni di confezioni di medicinali omeopatici. Secondo Omeoimprese il fatturato in farmacia legato ai prodotti di questo tipo è di circa 320 milioni di euro.
Giornata mondiale omeopatia: cosa si celebra
Che lo si voglia o no, ad oggi l’omeopatia risulta la più diffusa tra le medicine non convenzionali ed è un argomento discusso e sempre attuale anche perché i vari studi riguardanti la sua efficacia forniscono dati completamente diversi ed è difficile capire se fidarsi o no. Chi non è un medico o un esperto, ne esce confuso e frastornato, o fugge dall’idea oppure ne resta affascinato ma la cosa migliore sarebbe poter avere a disposizione maggiori certezza per poter decidere che posizione prendere in merito alla presunta inutilità delle cure omeopatiche.
Omeopatia: come funziona
L’omeopatia funziona come un vaccino più che come un antibiotico. Quando si assume un farmaco omeopatico contro una certa malattia, nella pratica si assumono sostanze simili all’agente che la provoca, in questo modo si vuole stimolare una reazione immunitaria andando a rinforzare le difese del nostro corpo. Ne conseguirebbe la guarigione, oppure la prevenzione dalla malattia in oggetto.
Quello che l’omeopatia ci regala è la centralità del malato e non più della malattia: si passa dal curare una patologia al curare chi soffre o potrebbe soffrire della stessa. Molto spesso, forse anche correttamente, gli omeopatici vengono presi in associazione ai farmaci tradizionali con l’obiettivo di migliorare la salute generale del paziente.
Per questo si sente parlare di omeopatia come di una pratica non alternativa ma complementare alla medicina classica, in combinazione o che subentra in seconda battuta, dopo un trattamento con farmaci tradizionali.
Uno dei prodotti omeopatici più utilizzati sono le gocce di Nux Vomica che, nonostante il nome, funzionano anche per altri malanni e non solo per le nausea forte
Omeopatia: pareri favorevoli
Secondo alcuni dati forniti da Doxa, 4 italiani su 5 si dicono soddisfatti degli esiti delle cure omeopatiche seguite. Se ci spostiamo in Francia, in Inghilterra o Germania, troviamo molti più seguaci dell’omeopatia che in queste aree è una pratica cresciuta in modo esponenziale.
In Francia e in Germania oggi i rimedi omeopatici vengono rimborsati parzialmente o totalmente dal servizio di sanità pubblica e l’omeopatia è praticata anche all’interno del Servizio Sanitario, negli ospedali. Si tratta nella maggior parte dei casi, di un utilizzo che va da affiancarsi a quello dei farmaci classici e che mostra effetti benefici molto apprezzati dagli stessi medici.
Il mix di tradizionali e omeopatici riscuote sempre più successo laddove è praticata con giudizio. Questo significa che, per prescrivere farmaci omeopatici, è necessario passare molto tempo con il paziente in modo da sondare aspetti anche non prettamente medici ma anche psicologici e caratteriali.
La Giornata mondiale omeopatia è quindi anche una occasione per pensare al ruolo degli omeopatici e all’importanza di dialogare con il malato, di guardarlo e valutarlo nel suo insieme. Torniamo alla centralità della persona in quanti persona e non solo in quanto “vittima di malattia”. Favorevoli o meno all’omeopatia, si può pensare ad una medicina con un approccio sempre più umano.
Omeopatia: critiche
Chi si mostra scettico se non contrario all’omeopatia ritiene che spesso questa pratica ha successo con malattie non gravi e che guarirebbero anche senza fare nulla, con il passare del tempo. Questo quando si tratta di raffreddore, febbre, malanni invernali, diarrea, antidolorofici, emorroidi, allergie, psoriasi, tosse, gastrite, depressione, cefalea, tutti casi in cui potrebbe trattarsi di “effetto placebo”.
Non è semplice arrivare ad una posizione univoca sulla omeopatia poichè ad oggi questa pratica non conviene alle multinazionali del farmaco che in fondo sperano che resti “soffocata” da leggi molto rigorose sulla produzione di rimedi di questa natura. Una eventuale dimostrazione scientifica dell’efficacia di questa medicina complementare/alternativa certo sbloccherebbe la situazione.
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Pubblicato da Marta Abbà il 9 Aprile 2017