Ginseng, al singolare ma sono 11 piante perenni che si fanno chiamare così, e nessuna ha torto. Perché si tratta di un genere: il Panax. La caratteristica principale e comune è il fatto di crescere lentamente ed avere radici carnose. Siamo nella famiglia delle Araliaceae, la stessa di molte altre piante medicinali già viste.
Sembra il nome di un farmaco, fatemelo dire, ed effettivamente ha effetti curativi affatto male, per certi versi e certe patologie, eppure Panax non ha nulla di chimico e il suo significato, latino, è molto esplicativo. Panax, panacis termine latino derivato dal greco παν ἀκέια composto da pan (tutto) e akèia (cura, rimedio), stessa origine della parola panacea: il rimedio a tutti i mali.
E’ la Cina che ci ha prestato il termine ginseng: arriva da 人蔘/人参, (pinyin: rénshēn) e significa letteralmente pianta dell’uomo. Un assaggio dei principi attivi, prima di approfondire: saponosidi triterpenici (i ginsenoidi), il panaxiatrolo (un triestere) e tracce di olio essenziale.
Ginseng: la pianta
Allo stato selvatico le piante crescono a gruppi e la loro diffusione avviene attraverso la caduta naturale dei semi dalla pianta madre. Sapendo forse di essere spesso desiderato, per le sue proprietà energizzanti, ad esempio, il ginseng se la prende comoda. Ha un tempo di germinazione piuttosto lungo: germoglia all’inizio della primavera, dopo essere rimasto sotto terra da 18 a 21 mesi.
La sua tabella di crescita non è da iperattivi: nel primo anno il germoglio mostra tre piccole foglie ovali e dentellate a soli 5 centimetri da terra, in autunno addirittura cadono, assieme allo stelo, e ci resta una sorta di cicatrice sul rizoma.
Detto anche “collo” del ginseng, il rizoma può essere considerata una sorta di prolungamento del fusto nella parte sotterranea. Analogamente agli anelli dei tronchi d’albero, queste cicatrici d’autunno segnano il passo e a anche il tempo che passa, rendendo esplicita l‘età del ginseng. Una cicatrice è un anno passato. A tre cicatrici, allora, la pianta raggiunge i 20 cm e finalmente mostra qualche foglia in più, pronta per arrivare a 40 cm nell’anno successivo, e a ben 5 gruppi di foglie.
Ginseng: proprietà
Ci siamo concentrati sull’estetica della pianta, perché è ciò che si vede, ma se l’essenziale è invisibile agli occhi, nel caso del ginseng questo essenziale, e molto ricco di proprietà, sta nella radice. Amarognola, ma carnosa e fusiforme, essa compare tuberosa e di colore giallo paglierino, multiforme e pronta per scatenare fantasia sulle proprie forme al pari delle nuvole. C’è la radice a drago, a bambino e, chi la trova è fortunato, a forma di uomo.
La radice di Panax è commestibile a tutti gli effetti, proprio come una carota o un ravanello. Anzi, non proprio, perché il ginseng ha numerose proprietà che la innalzano ad un altro livello: dall’incremento della resistenza fisica e delle capacità di recupero al miglioramento della circolazione, senza scordare, poi, il prezioso potere di potenziare la memoria.
Questi i punti di forza maggiori, nel complesso va considerata anche la sua azione efficace quando si tratta di combattere lo stress e nevrosi o di potenziare il rendimento fisico e mentale. Infine, molto importante, il ginseng rafforza le difese immunitarie e abbassa i rischi di contrarre diverse malattie.
Ginseng: controindicazioni
Presi dall’entusiasmo per le numerose e preziose proprietà del ginseng, non crediamolo veramente la panacea di tutti i mali come lui ci vuol far credere con il nome che porta. Ci sono anche degli effetti collaterali e delle controindicazioni che è bene tener presente. Ad esempio, il ginseng può provocare banalmente insonnia, affatto gradevole, e tanto meno lo sono nausea, diarrea, mal di testa, sangue dal naso, ipertensione, ipotensione e, per le donne, un dolore acuto al seno.
Senza vietarselo, consumiamolo con misura, consapevoli di ciò a cui possiamo andare incontro se esageriamo. Altri effetti sgraditi di questa pianta riguardano soprattutto chi soffre di depressione: questa radice può peggiorare le manie, soprattutto se assunto insieme ad antidepressivi della classe degli inibitori delle mono ammino ossidasi.
Ginseng siberiano
Il ginseng, tutte le 11 piante con questo nome, sono caratterizzate dalla presenza dei ginsenosidi. Tutte tranne specie siberiana (Eleuterococcus senticosus): essa possiede una radice ramificata invece che carnosa e invece dei ginsenosidi contiene, appunto, gli eleutherosidi.
E’ quindi una specie speciale quella siberiana. La vietnamita è invece la più comunemente utilizzata, la preziosa, infine, arriva dalla Cina ed è il Panax Ginseng C.A. Meyer (jen-Sheng), tra le altre specieche possiamo incontrare ci sono anche lo pseudoginseng (a sette foglie), ritrovabile in Nepal, nell’Himalaia ed in Giappone, e il Panax Coreano.
Ginseng coreano
A far la concorrenza al ginseng cinese, quanto a pregio, arriva la specie coreana. E’ universalmente considerata una sostanza energizzante naturale molto potente oltre che un tonico ricostituente. In Asia dall’antichità è impiegata per combattere febbre e infezioni.
Esistono due tipi di ginseng coreano, uno bianco e uno rosso, al variare del processo di lavorazione a cui vengono sottoposte dopo la raccolta. Tra i due colori, come speravo, vince il rosso: questo risulta il tipo maggiormente utilizzato. Anche perché è trattato in modo da essere reso più digeribile e tollerabile dall’organismo umano attraverso un processo di “riscaldamento” a vapore che ne elimina tutte le tossine.
Così facendo, i Ginsenosidi sono più disponibili e più attivi, a parità di panax, e l’efficacia aumenta. Sia rispetto al bianco coreano, sia alle altre specie di ginseng concorrenti. Non resta che provarlo acquistando anche direttamente su Amazon una confezione da 900 g di Gingseng Coreano di qualità.
Ginseng: calorie
Per chi avesse preoccupazioni riguardo alle calorie, nulla da nascondere. Il ginseng come radice apporta 150 calorie per ogni 100 grammi. Se siamo soliti consumarlo nella gradevole formula caffé, che ora assaggiamo, teniamo conto che 1 tazza da circa 20 ml contiene circa 85 Calorie, 4,4 grammi di grassi, 6,5 di carboidrati e 1,5 di proteine.
Se cercate un rimedio per aumentare il metabolismo non sottovalutate il potere del e le proprietà del guaranà: guaranà, proprietà.
Ginseng caffè
Come la pianta stessa, anche la bevanda che chiamiamo caffé al ginseng è di origine asiatica, in particolare arriva dall’area della dorsale asiatica, tra Thailandia, Malesia e Singapore. Per chi ancora non la conoscesse, ha un aspetto “da caffelatte”, avendo tra gli ingredienti anche crema di latte – di solito di origine vegetale – e poi zucchero, caffè istantaneo ed estratto secco di ginseng.
Anche in questa soluzione, il nostro Panax ha i suoi noti effetti: stimola il sistema nervoso e regala una sensazione di benessere, incentiva le attività organiche che riguardano il sistema circolatorio e muscolare, “dando una mossa” anche a quello immunitario e, di riflesso, quello nervoso.
L’Italia ha accolto il caffé al ginseng attorno al 2001 diventando uno dei primi paesi occidentali a farne uso in modo importante. Spesso viene erogato nei bar tramite macchine automatiche già usate per quello all’orzo, ma c’è anche, molto italiana, la versione “espresso italiano” con estratto secco di ginseng. Meno nota, la variante detta Tongkat Ali, con l’aggiunta di una pianta nativa della Malesia e dell’Indonesia.
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