Ginkgo: protegge dalla pioggia e si ricicla al 100%
Un ombrello totalmente riciclabile, tutto in propilene, anche più robusto e flessibile. Non arrugginisce. E’ Ginkgo e ad inventarlo è stato un giovane studente del Politecnico di Milano, Gianluca Savalli, che con l’aiuto della Fondazione Politecnico, in febbraio, lancerà anche una campagna di una raccolta fondi, tramite cui pre-ordinare il proprio ombrello personalizzato. La produzione inizierà a maggio e da settembre, nelle giornate di pioggia autunnali, si potrà sfoderare Ginkgo.
1) Ginkgo: cos’è?
Ginkgo è un ombrello compatto completamente realizzato in un unico materiale plastico, il polipropilene. L’uso di una plastica al posto del tradizionale metallo comporta vantaggi sotto ogni punto di vista, a partire dal fatto che è stato possibile ridurre il numero di componenti dai circa 120 degli ombrelli oggi in commercio ai 20 attuali. Tutti i componenti sono ottenuti con un’unica tecnologia, per stampaggio, e l’assemblaggio è semplificato notevolmente grazie ad incastri snapfit che non richiedono utensili; l’oggetto finale è un ombrello resistente, leggero, colorato e completamente riciclabile.
2) Un’idea… geniale. Che riconoscimenti ha avuto?
Tutti questi aspetti del prodotto ci hanno permesso di vincere nel 2011 l’Idea 2 Product Competition organizzata dall’Acceleratore di Impresa del Politecnico di Milano e ad agosto del 2012 il prestigioso James Dyson Award Italia come miglior progetto a livello di innovazione.
3) Come è nata l’idea?
Per caso. Rientrando a casa sotto la pioggia una sera di un paio di anni fa con l’ombrello rotto, la ragazza di Federico Venturi, uno dei soci, ha commentato che qualcuno avrebbe dovuto inventare un ombrello di gomma. Da lì Federico, designer, ha iniziato ad inventare, appunto, arrivando a realizzare il primo prototipo; Poi sono arrivato io, ingegnere meccanico, per farlo funzionare a dovere. Volendo realizzare un oggetto eco friendly è stata fatta della ricerca in merito; risultato, ogni anno con il metallo di tutti gli ombrelli gettati via nel mondo si potrebbero costruire più di 25 torri Eiffel! Da qui l’idea di realizzare un ombrello completamente riciclabile, oltre che più resistente.
4) Come mai il propilene? Che caratteristiche peculiari ha questo materiale?
Il polipropilene è una delle plastiche più utilizzate al mondo, ed è riciclabile. Presenta diverse proprietà fisiche, in funzione del metodo di produzione, che lo rendono pressoché adatto a qualunque applicazione. Di base è elastico e resistente ma può essere lavorato assieme ad altri materiali, quali il talco e la fibra di vetro, che ne incrementano la durezza mantenendone, però, la riciclabilità.
E’ utilizzato nella maggior parte degli oggetti di uso quotidiano, dalle custodie dei cd, ai bicchieri di plastica, dai componenti automobilistici alle applicazioni spaziali; in campo tessile, inoltre, è possibile ottenere un filato estremamente resistente ed elastico. C’è oggi una forte spinta a sostituire componenti di metallo con il polipropilene, proprio per i grossi vantaggi che questo offre.
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5) Ginkgo è riciclabile al 100%? Gli altri ombrelli?
Ginkgo, invece, è realizzato completamente in polipropilene per cui può essere gettato così com’è nella raccolta differenziata della plastica.
In generale per poter realizzare un oggetto completamente riciclabile, senza doverlo disassemblare, è necessario che sia realizzato interamente in un unico materiale riciclabile. Gli ombrelli tradizionali oggi in commercio sono realizzati, per esempio, per l’ 80% in metallo; il resto è in plastica e poliestere. La plastica ed il metallo potrebbero essere riciclati, ma dovrebbero essere prima separati gli uni dagli altri, il che nella maggior parte dei casi non avviene. Il poliestere, lato suo, ha un tempo di smaltimento di oltre 1000 anni.
6) Perché Ginkgo è più robusto? dove avete agito per renderlo tale rispetto ad un normale ombrello (nella pratica)?
I componenti più deboli di un ombrello ripiegabile oggi in commercio sono i bracci che frequentemente si rompono nei punti di giunzione o, altrettanto facilmente, si piegano anche ad ombrello chiuso, strappando la tela e rendendo l’ombrello, di fatto, inutilizzabile oltre che potenzialmente pericoloso. Il primo passo è stato quindi quello di realizzare i bracci di Ginkgo in un unico pezzo di plastica flessibile con giunture che non richiedono montaggio. Il braccio può così deformarsi elasticamente sotto cariche di vento o urti accidentali senza rompersi, tornando in posizione subito dopo. Contrariamente al metallo, inoltre, la plastica non può arrugginirsi. Anche la razionalizzazione dei componenti e la semplificazione degli incastri ha portato ad una riduzione delle possibili rotture accidentali o per usura.
7) Che ruolo ha avuto la Fondazione Politecnico nel progetto Ginkgo? Oggi Ginkgo è in commercio o lo sarà?
La Fondazione Politecnico di Milano tramite l’Acceleratore di Impresa, è stata fondamentale nel passare dalla fase di progettazione dell’oggetto in sé alla costruzione di un progetto industriale. Con il premio I2P è stato depositato il brevetto, con i contatti e l’assistenza dell’Acceleratore abbiamo sviluppato l’idea e conosciuto finanziatori, produttori, addetti ai lavori nonché il terzo membro del gruppo, Marco Righi, ingegnere ed imprenditore, che ci hanno permesso di passare dalla fase di idea-progetto ad una vera e propria start-up e quindi arrivare fino a questo punto.
Molte sono le cose fatte; ancora di più quelle che ci aspettano davanti. Tanto per fare qualche esempio, è stato realizzato il sito web dal quale, mediante un widget, è possibile personalizzare Ginkgo creando le combinazioni di colore desiderate; in febbraio, invece, verrà lanciata una campagna di una raccolta fondi, tramite la quale sarà possibile pre-ordinare il proprio ombrello personalizzato. La produzione inizierà a maggio e da settembre saremo sul mercato.
GUARDA LE FOTO DI GINKGO, L’OMBRELLO RECICLABILE.
Pubblicato da Marta Abbà il 11 Gennaio 2013