Giappone, energia geotermica da 20 GW
Secondo un rapporto governativo, il Giappone avrebbe un potenziale geotermico da 20 GW. Attualmente, il Paese dispone di 17 impianti geotermici per una capacità totale di 535 MW. Il diciottesimo impianto a energia geotermica è già in costruzione nella prefettura di Fukushima, proprio dove sorgeva la vecchia centrale nucleare.
Secondo le stime, a partire dal 2016 si potrebbero contare 24,9 GW di energia pulita proveniente dal fotovoltaico ed eolico. Non è tutto, una bella fetta di energia geotermica potrebbe essere ricavata dalla zona montuosa di Kokutei Kurikoma Koen dove è stata individuata una grossa fonte energetica, l’unico inconveniente è che si tratta di un’area dove sorge un monumento nazionale. Inconveniente sorvolabile dato che il Giappone ha dovuto rinunciare al 30% dell’energia elettrica chiudendo numerosi impianti nucleari.
Secondo l’Associazione Internazionale per l’Energia Geotermica, il Giappone occupa il terzo posto tra i Paesi a maggior potenziale. E’ solo dietro all’Indonesia e gli Stati Uniti. Se si guarda la classifica dell’elettricità prodotta da impianti geotermici, però, il Giappone entra appena nella top ten con un discreto ottavo posto. Le fonti geotermiche ci sono ma non sono sfruttate. Così il Giappone spera di risolvere la sua crisi energetica affidandosi all’allestimento di nuovi impianti geotermici.
Solo nel 2012 lo Stato nipponico ha stanziato 9 miliardi ¥, equivalenti a circa 100 milioni di euro per avviare le indagini preliminari per lo sviluppo di impianti geotermici. Per il 2013 il governo ha intenzione di stanziare 7,5 miliardi ¥ per capire come sfruttare al meglio l’energia geotermica del territorio. A tale budget c’è da aggiungere il fondo destinato agli “sviluppatori geotermici” che per il 2012 ammonta a 6 miliardi ¥ e per l’anno 2013 si prevedono incrementi.
L’elettricità ricavata dall’energia geotermica potrebbe essere la chiave di volta del Giappone, ad avviare i primi piani di sviluppo sono proprio le compagnie che fino a poco tempo fa investivano nei combustibili fossili.
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Pubblicato da Anna De Simone il 7 Ottobre 2012