Giaggiolo, un fiore, bello, una pianta, della famiglia delle Iridaceae, ma soprattutto una radice. Perché è proprio la radice, il rizoma, di Giaggiolo la responsabile di quel profumo tanto gradevole e apprezzato da farne buon uso in profumeria e in liquoreria.
E’ un odore che ricorda quello delle viole, per intenderci, e per poterne godere bisogna aspettare che la radice resti in essiccamento per due anni. Ma ne vale la pena. Nel frattempo, possiamo restare ad ammirare i fiori di questa pianta che sono di tutto rispetto. Sono noti anche come Iris, Iride di Firenze, Fior di San Marco.
Quando le radici di Giaggiolo sono pronte per profumare, vengono usate prima di tutto per profumi e trucchi – ciprie, dentifrici, creme, saponi e detergenti – dopo essere state polverizzate finemente. Le troviamo anche nelle bevande: per aromatizzare liquori dolci e delicati o correggere distillati troppo secchi anche per bocche buone.
Un tempo, in campagna, la dolcezza del Giaggiolo serviva come lenitivo per far scordare ai piccoli il dolore della dentizione: un pezzo di radice da masticare un po’ e il male passa.
Giaggiolo: il fiore
Il fiore del Giaggiolo si mostra a gruppi di due-quattro, ciascuno cinto da due brattee biancastre di consistenza cartacea, ciascuno con sei tepali di colore violaceo chiaro o quasi bianchi. Durano dai 3 ai 6 giorni. La pianta del Giaggiolo è una pianta perenne che cresce dalla zona mediterranea a quella submontana nelle zone più calde dell’Italia centrale e meridionale, altrove è coltivata e naturalizzato.
Ha il rizoma che si sviluppa in orizzontale, formando segmenti oblunghi, ognuno dei quali produce, ogni anno, due nuovi segmenti. In cima ai nuovi segmenti si sviluppano ogni volta foglie e fusto, da cui poi i fiori. Se i fiori possono essere utilizzati per fini ornamentali, quellò che si attende maggiormente è la radice, da raccogliere in luglio-agosto scavando con una zappetta per poi ripulirla e tagliarla già a pezzi per facilitarne l’essiccamento. Dura un paio di anni, quindi meglio conservare il tutto in recipienti di vetro o porcellana
Giaggiolo: il frutto
Il frutto del Giaggiolo appare come una sorta di capsula con tre comparti, all’interno si trovano pochi semi, neri, sferici. di colore nero. I semi vengono utilizzati per creare gli ibridi, ed è un processo molto lungo, altrimenti questa pianta si moltiplica per divisione dei rizomi o dei bulbi.
Non abbiamo ancora parlato delle foglie, nulla di importante rispetto a fiore e radice ma per completezza descriviamole. Spuntano all’apice del rizoma, sono a forma di spada e lunghe 30-40 cm, al tatto ci si accorge che hanno una particolare consistenza “studiata” da madre natura apposta perché non vengano bagnate dall’acqua.
Giaggiolo: significato
Fiducia, sincerità e saggezza. Questo è il significato del fiore di Giaggiolo, detto iris: senza dubbio porta un messaggio positivo, e iris, dal greco, richiama anche l’immagine dell’arcobaleno. Ce ne sono di molti colori, infatti, ma se vogliamo regalarlo è quello giallo da scegliere. Ovviamente se si vuole trasmettere amore e passione, altrimenti possiamo scatenarci anche con l’iris blu profondo, con un cuore giallo o bianco: una meraviglia tanto da sembrare finto.
Nella mitologia dell’antica Grecia, la dea Iris era la messaggera degli dei, collegava cielo e terra, nella civiltà egizia il Giaggiolo era invece considerato magico e compariva spesso nelle nei dipinti su parete. Durante il Medioevo l’iris è il simbolo della monarchia francese, oggi in Nord America è il simbolo dello Stato del Tennessee ed è l’emblema della città di New Orleans.
Molto amato dalle città di ogni dove, questo fiore, perché l’ha voluto anche Bruxelles, giallo e stilizzato. Raggiungendo il Giappone, troviamo il Giaggiolo usato per purificare il corpo e proteggere la casa e la famiglia dalle malattie e dalla negatività. C’è anche chi regala questo fiore per il 25esimo anniversario di matrimonio, come promessa d’amore eterno.
Giaggiolo: proprietà curative
Poteri magici e scaramanzia, simbolismi e anniversari di matrimonio a parte, il Giaggiolo è una pianta con numerose proprietà curative, non solo aromatizzanti. Espettoranti, ad esempio, e rinfrescanti, se non leggermente antisettiche. Come principi attivi possiede l’olio essenziale, l’iridina, zuccheri e amidi, lo troviamo impiegato in casi di acidità gastrica e gastrite, ad esempio, ma anche se ci sta scoppiando la testa e avvertiamo vomito e nausea possiamo provare ad usarlo come rimedio naturale chiedendone al medico o al farmacista.
Depressione, irritabilità, paure immotivate, fobie sono altre problematiche per cui il Giaggiolo può dare il proprio contributo, come cerca di farlo con l’ernia iatale, la diarrea, le disfunzioni del pancreas e del fegato e le nevralgie.
Giaggiolo: coltivazione
In Italia è storica e di tradizione la coltivazione del Giaggiolo nella provincia di Firenze e in quella di Verona. A Firenze in particolare nel 1954 era stato creato uno Giardino di Iris che a maggio era una esplosione di oltre 1500 varietà di fiori di questa specie provenienti da ogni parte del mondo. Anche dal Giappone e dalla Louisiana.
In generale coltivare il Giaggiolo non è una impresa difficile, ci sono specie più sensibili e meno sensibili al clima rigido, ma nel nostro Paese possiamo stare piuttosto tranquilli potendo godere di temperature tendenzialmente miti e che questa pianta tollera serena.
A esclusione di 3 o 4 tipi, tutte le piante di Giaggiolo desiderano lo stesso trattamento: stare in posizioni ombreggiate e ben areate, ad esempio, e in terreni preferibilmente argillosi-calcarei, freschi. E’ importante nella coltivazione del Giaggiolo, rispettare i suoi spazi: a secondo le specie la spaziatura tra due piante vada dai 20 ai 40 cm perché non si diano fastidio.
Giaggiolo acquatico
Il Giaggiolo acquatico è una pianta alta massimo 1,5 metri, con foglie dritte e lunghe fino a 90 cm, larghe 3 cm. Produce splendidi fiori di colore giallo brillante e lo fa volentieri e generosamente soprattutto se cresce in ambienti molto bagnati. Pur trattandosi di Giaggiolo acquatico, la sua radice sopravvive a lungo all’asciutto, in Italia lo troviamo però in fossi, paludi e risaie.
In Scozia ci sono esemplari di questa specie che raggiungono dimensioni da giganti, in molte aree il Giaggiolo è visto come pianta ornamentale ma in altre è una pianta acquatica invasiva, capace di danneggiare altre piante dell’ecosistema acquatico.
Tintura di giaggiolo
Per uso interno possiamo utilizzare il rizoma in caso di catarri bronchiali facendone un decotto, e lo stesso vale anche se vogliamo impiegarlo come blando purificante e lenitivo della pelle e delle mucose della bocca. Sempre con il decotto si possono fare sciacqui, gargarismi e lavaggi. Sulla pelle, degli impacchi.
Il Giaggiolo nella cosmetica è utilizzato in polvere e aggiunto ad esempio al talco comune perché diventi profumato e rinfrescante. Se si vuole poi utilizzare la tintura di Giaggiolo, basta procurarsene una boccetta da 100 ml, non alcolica, nella vostra erboristeria di fiducia.
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