Ghiro: caratteristiche, cosa mangia e quanto dorme veramente
Ghiro, uguale letargo o animale dormiglione. Ormai si liquida così questo grazioso e interessante roditore appartenente alla famiglia dei Gliridi, conosciuto anche come Glis Glis e che merita più attenzione. Sparisce a volte dietro allo stereotipo del suo riposo invernale e pochi approfondiscono quelle che sono le sue caratteristiche reali, che lo rendono un essere vitale e attivo.
Il ghiro ha origini antichissime: pensate che alcuni esemplari di fossili sono stati datati nel periodo dell’Eocene: ben 33-56 milioni di anni fa!
Caratteristiche del Ghiro
Non è grande come animale, può essere lungo massimo 30 centimetri, difficile che superi questa misura. Si presenta con la sua pelliccia folta, di colore grigio e marrone sul dorso mentre sul ventre è quasi bianco candido, a volte color crema.
Nel suo musino abbastanza affusolato, da roditore, sbucano due occhi molto grandi, soprattutto rispetto al suo corpo slanciato ed esile, e l’occhio cade anche sulle lunghe vibrisse che hanno non solo una funzione estetica, ma anche e soprattutto funzioni tattili. Al contrario degli occhi, le orecchie del ghiro sono piccole e dalla forma tondeggiante.
La coda è lunga circa 15 cm, circa la metà del resto del corpo quindi.
Ghiro che dorme: un falso mito?
Ha la fama dell’animale dormiglione ma in verità non è che dorma così tanto di più di altri suoi simili. Il fatto è che è un animale notturno: esce dai propri nascondigli quando il sole è tramontato e fa le sue attività di notte, fino a quando non spunta di nuovo il sole. A quel punto lui fa ritorno nella sua tana e ci resta tutto il giorno.
Nascondigli e tane del ghiro sono accoglienti e ordinate, situate soprattutto nelle cavità degli alberi, “arredate” con foglie e muschio.
Cosa mangia il ghiro
Il menu di questo roditore è principalmente a base di castagne, ghiande, nocciole, bacche e frutti di bosco. Ogni tanto ingerisce anche alcune porzioni di proteine animali, ingoiando insetti e invertebrati di piccole dimensioni ma certo non sono “piatti” che consuma tutti i giorni.
Per quanto riguarda invece il suo ciclo di crescita, in media possiamo dire che ogni ghiro raggiunge la maturità sessuale intorno ai dieci mesi di vita, a quel punto alla prima primavera che arriva, si riproduce. Le femmine partoriscono una sola volta all’anno, in estate, e ogni volta mettono alla luce dai 2 agli 8 cuccioli che vengono poi allevati nella tana in cui già viveva.
Nati nudi e ciechi, i piccoli ghiri aprono gli occhi dopo tre settimane e smettono di nutrirsi del latte materno nello stesso momento, pronti poi per scoprire il mondo, di notte, come i genitori.
Letargo del Ghiro
Pochi hanno forse il dubbio che questo animale non vada in letargo, è quasi il simbolo del letargo stesso e ha tutto il diritto di andare a riposare, vista la vita che conduce, le sue dimensioni e le temperature che si trova a sopportare. Va in letargo in inverno, ma già in autunno è impegnato ad accumulare riserve di grasso che utilizzerà nei mesi freddi.
Riproduzione del Ghiro
Il ghiro entra nel periodo della riproduzione in primavera, subito dopo essersi svegliato dal letargo stagionale. In questo periodo il ghiro ha la particolarità di “cambiare casa” ovvero di creare un nuovo nido in posizione sopraelevata, sui rami di un albero o all’interno di cavità, allo scopo di offrire maggior protezione ai cuccioli. Durante il letargo invece il suo nido è spesso situato sottoterra.
Una particolarità delle femmine di ghiro è quella di condividere il nido con altri esemplari, sia nella fase del letargo e sia nel periodo della riproduzione.
Per quanto riguarda la gravidanza del ghiro la durata è di circa 1 mese e una cucciolata comprende un numero variabile tra due e otto nuovi nati.
Al momento della nascita i piccoli ghiri sono ciechi e privi di pelo per cui hanno bisogno della massima protezione da parte della madre. Il periodo dello svezzamento dura circa 3 settimane.
Quanto vive il Ghiro
Il ghiro mediamente vive 5 anni e spesso è vittima di altri predatori che riescono a cacciarlo con maggior facilità quando i suoi riflessi diventano meno pronti a causa dell’età avanzata.
Ghiro tra le specie protette
Il ghiro in Italia è stato inserito nell’elenco delle specie protette nel 2006. Il basso numero di esemplare presenti in natura è anche dovuto al fatto che per secoli il ghiro è stato cacciato dall’uomo per la sua carne tenera e gustosa. Era un “piatto” molto comunque tra gli antichi romani.
Ghiro da colorare
Il ghiro è un animale che raccoglie la simpatia dei bambini e spesso è oggetto di disegni nelle classi delle nostre scuole elementari.
Qui di seguito vi proponiamo il disegno di un ghiro da colorare. Vi basterà cliccare sull’immagine per ingrandire, stampare e colorare.
Il ghiro come animale domestico?
Il ghiro è un animale selvatico che vive principalmente nei boschi trai 600 e i 1500 metri di altezza.
Il suo allevamento in casa è vietato dalla legge così come la sua cattura. Con l’accezione ghiro domestico si fa talvolta riferimento al minighiro africano di cui abbiamo scritto nell’articolo dedicato.
Se desiderate allevare un animale con caratteristiche simili a quelle del ghiro ma adatto anche a vivere in cattività potete optare per specie come il criceto, il porcellino d’India, il cincillà o il degù.
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Pubblicato da Marta Abbà il 16 Giugno 2022