Quanto costa la sicurezza in Italia? Non parliamo di sicurezza alimentare, controlli di qualità o inquinamento dell’aria. Parliamo di alluvioni, frane e terremoti. E’ vero, i disastri naturali non possono essere evitati ma possono essere ridotti i danni sia in termini di territorio che di vite umane.
In Italia dovrebbe essere attuata una politica concreta di controllo e prevenzione. La gestione del territorio italiano è estremamente costosa. L’Italia spende annualmente miliardi di euro per “tamponare” e porre rimedio ai danni effettuati dalle catastrofi naturali senza investire nella prevenzione e nelle pratiche atte alla riduzione dei danni. In Italia, terremoti, alluvioni e frane causano danni maggiori di quanto accadrebbe attuando le giuste procedure.
I dati sono molto sconfortanti e sono stati messi in evidenza a Milano da Silvio Seno, Presidente della “Federazione italiana di scienze della Terra”: “Dal dopoguerra in Italia ogni anno si sono spesi una media di 5 miliardi di euro per i danni materiali causati da eventi naturali, dei quali 1.2 miliardi sono direttamente ascrivibili al dissesto idrogeologico. E questo senza considerare la perdita in vite umane“.
Per rispondere alla domanda iniziale ci affidiamo alle risposte fornite dall’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini. Secondo l’ex ministro Clini, per mettere in sicurezza il territorio italiano, correrebbero 60 milioni di euro, una piccola frazione di ciò che il nostro Paese ha speso negli ultimi decenni per tamponare ai danni che si potevano benissimo evitare.
Anche se il Governo italiano è consapevole di ciò, non si è registrato alcun cambiamento di tendenza, anzi, continua il Presidente Seno, “oggi si investono in ricerca geologica in Italia 3 milioni di euro l’anno, 2.500 euro a ricercatore, il 15 per cento in meno che negli anni ottanta, mentre continua uno sconsiderato consumo di territorio: ogni giorno vengono impermeabilizzati da cemento e asfalto 100 ettari di suolo”. Le parole del Presidente della Federazione italiana di scienze della Terra sono state riportate sulla celebre rivista Le Scienze.
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