Geoingegneria o Ingegneria climatica
“Geoingegneria o Ingegneria climatica” è il nuovo articolo frutto della collaborazione tra la Sezione Valorizzazione della Ricerca e Public Engagement – Agorà Scienza – e dal Green Office UniToGO dell’Università di Torino con la IdeeGreen S.r.l. Società Benefit.
L’articolo riprende i testi del dott. Tommaso Orusa e del prof. Marco Bagliani pubblicati nell’opera “Lessico e Nuvole: le parole del cambiamento climatico”, la seconda edizione della guida linguistica e scientifica per orientarsi nelle più urgenti questioni relative al riscaldamento globale, curata dalla Sezione e dal Green Office.
La versione gratuita di Lessico e Nuvole, sotto forma di file in formato .pdf, è scaricabile dalla piattaforma zenodo.org.
La versione cartacea è acquistabile online sulle seguenti piattaforme di distribuzione:
– Amazon
– Mondadori (anche con Carta del Docente e 18app)
– IBS
– Libreria Universitaria (anche con Carta del Docente e 18app)
Tutto il ricavato delle versioni a pagamento sarà utilizzato dall’Università di Torino per finanziare progetti di ricerca e di public engagement sui temi dei cambiamenti climatici e della sostenibilità.
Geoingegneria o Ingegneria climatica: di cosa si tratta
Ingegneria climatica (o geoingegneria) è la disciplina che studia le tecniche e le tecnologie che mirano, in tutto o in parte, a contrastare i cambiamenti climatici dovuti al graduale e progressivo accumulo di diossido di carbonio in atmosfera.
I promotori di tale disciplina sostengono che le azioni di mitigazione possano avere solo una natura provvisoria, o non sufficiente, nel contrastare l’aumento della temperatura, mentre le tecniche di geoingegneria permetterebbero un approccio più radicale attraverso un intervento globale sul sistema climatico terrestre.
La comunità scientifica è profondamente divisa sui possibili effetti di alcune delle tecniche proposte a livello teorico a causa della insostenibilità sia ambientale (in termini di effetti imprevedibili sul sistema climatico e gli ecosistemi) sia economica (costi onerosi) di questi interventi. La geoingegneria va distinta in geoingegneria localizzata e geoingegneria sistemica (su scala globale). La prima trova già delle applicazioni all’interno della comunità scientifica; la seconda su scala globale, invece, è al momento solo teorica. Entrambe sono fortemente dibattute. Di seguito sono riportati due esempi di geoingegneria localizzata.
Esempi di geoingegneria localizzata
Il primo sono gli studi e le azioni per aumentare l’albedo delle nubi a livello artico al fine di rallentare la fusione dei ghiacci attraverso l’emissione in troposfera di aerosol, in modo tale che le sue particelle fungano da nuclei di condensazione per la formazione delle nubi (McGee, J., et al. 2018). Il secondo esempio è rappresentato dalle opere per la creazione di bacini idrici artificiali e di derivazione del corso di fiumi o di barriere per il contenimento delle maree (ne è un esempio il MOSE di Venezia). Un ulteriore esempio, a cavallo con la mitigazione, è quello delle politiche e le tecniche di riforestazione in aree come le savane, al fine di modificare il meso-clima e microclima locale, incidendo ad esempio sulle precipitazioni.
La geoingegneria, in funzione degli interventi, che siano a scala locale o globale, è divisa in tre macrocategorie:
- geoingegneria solare: mira ad agire sul bilancio energetico terrestre con azioni che agiscono direttamente sulla causa del riscaldamento e si propongono di modificare il forzante radiativo in ingresso;
- geoingegneria carbonica: mira ad agire sugli effetti dei cambiamenti climatici rimuovendo l’eccesso di diossido di carbonio dall’atmosfera ed eliminando, così, il principale fattore che aumenta l’effetto serra Tutto ciò, prevalentemente tramite lo sviluppo di tecnologie di riforestazione in aree tipicamente non vocate all’agricoltura e selvicoltura;
- geoingegneria idraulica: mira a influire su dinamiche locali (quali le maree), contrastare l’acidificazione dei mari e gestire la disponibilità di risorsa idrica locale per le attività antropiche.
dott. Tommaso Orusa, Gruppo Energia e Coordinamento Cambiamenti Climatici UniTo Green Office UniToGO; Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari – Università di Torino
prof. Marco Bagliani, Dipartimento di Economia e Statistica “Cognetti de Martiis” – Università di Torino; referente Coordinamento Cambiamenti Climatici Green Office dell’Università di Torino; Istituto di Ricerche Interdisciplinari sulla Sostenibilità–IRIS
Bibliografia
– Latini Gianni, Bagliani Marco, & Orusa Tommaso. (2020). Lessico e nuvole: le parole del cambiamento climatico – II ed., Università di Torino. Zenodo. http://doi.org/10.5281/zenodo.4276945
– Barrett, S. (2008). “The incredible economics of geoengineering”. Environmental and resource economics, 39(1), 45-54.
– Keith, D. W. (2000). “Geoengineering the climate: History and prospect”. Annual review of energy and the environment, 25(1), 245-284
– McGee, J., Brent, K., & Burns, W. (2018). “Geoengineering the oceans: an emerging frontier in international climate change governance”. Australian Journal of Maritime & Ocean Affairs, 10(1), 67-80.
– Shepherd, J. G. (2009). “Geoengineering the climate: science, governance and uncertainty”. Royal Society.
– Wigley, T. M. (2006). “A combined mitigation/geoengineering approach to climate stabilization”. Science, 314(5798), 452-454.