Gatto Sacro di Birmania: da esposizione, da compagnia o da riproduzione è comunque un gatto amabile e bello, docile e amichevole. Quella del gatto di Birmania è una razza elegante, dalla stazza massiccia e dagli occhi blu. Esiste uno standard molto preciso sulle caratteristiche genetiche ed è quindi difficile la selezione.
Il gatto di Birmania da compagnia è l’esemplare che, pur essendo magnifico, agli occhi più esperti mostra “difetti” di standard. Ad esempio, ma poi vedremo cosa veramente significa, può avere macchie di latte, strabismo, nodo alla coda, muso “poco a cuore” … tutto ciò lo destina ai salotti e lo esclude sia dalla carriera espositiva sia da quella “da riproduttore”. Carriera da salotto, invece sì!
Il gatto Sacro di Birmania da esposizione è perfetto, è la perla rara: buona struttura, bella testa, buon profilo, impeccabile guantaggio. Ne esistono pochi, gli altri sono da riproduzione, una via di mezzo. Questo tipo di gatto pur non avendo gli standard completamente rispettati resta “accettabile” e anzi utile nella selezione per il miglioramento dei futuri cuccioli.
Aspetto del Gatto Sacro di Birmania
Il gatto Sacro di Birmania è di media grandezza: ciò significa 3 o 4 Kg per le femmine, più longilinee ed eleganti, quasi 5 per i maschi, più possenti con un collo più massiccio.
L’ossatura resta per entrambi i sessi robusta mentre il corpo si presenta leggermente allungato rispetto alle zampe. La coda del gatto di Birmania è molto lunga e la punta deve riuscire a toccare la spalla ma la peculiarità di questa razza è la morfologia del muso, unica al mondo tra tutte le razze.
La testa del gatto di Birmania è circoscrivibile in un cuore, le guance sono piene e il naso è di media lunghezza senza stop, il profilo arrotondato mostra però zigomi prominenti e occhi blu intenso ben distanti ma proporzionati. Tutte le parti del muso del gatto di Birmania devono essere in armonia per dare una espressione dolce ed aperta che ben si combina con la sua camminata in punta di piedi, come portasse tacchi alti, che rende la sua marcia molto sinuosa ed elegante.
Il mantello del Gatto Sacro di Birmania
A pelo semilungo il mantello del gatto Sacro di Birmania è meraviglioso nella sua varietà se non nella sua consistenza setosa al tatto. Non ha sottopelo per cui c’è anche il vantaggio che non si annoda. Il pelo del gatto di Birmania è più lungo sul corpo, attorno al collo e sulla coda portata alta a pennacchio, più corto sul muso e sulle estremità.
Il gatto birmano è di colore chiaro, diventa di colore è intenso solo sui cosiddetti “points” da cui il nome colourpoint. Si tratta delle parti più fredde del corpo – muso, orecchie, zampe, coda, e nei maschi anche i genitali – messe in risalto rispetto al resto del corpo “scolorito”, quasi bianco. Poi ci sono le estremità delle zampe, chiamate “guanti”, bianco candido, che non devono rigorosamente superare l’articolazione delle zampe e devono essere simmetrici tra loro.
Tra tutti i gatti di razza, il gatto di Birmania è l’unico ad avere dei guanti, quanto alla colorazione legata a zone fredde o calde – vi chiederete – è tutto dovuto al gene himalaiano. Essendo sensibile al calore, questo gene fa sì che i peli in una zona più irrorata del corpo durante la crescita non si colorino e viceversa quelli in zone fredda si scuriscono. Nella pancia di mamma-gatta, però, tutto è ad una temperatura costante, quindi la colorazione del gatto di Birmania compare quando è già nato. Ad una settimana, per il gatto di Birmania più scuro, e a due se più chiaro, e si inizia da orecchie, naso e coda, fino al completamento dei points, a due/tre anni di età.
Il colori del Gatto sacro di Birmania
I colori più noti e tradizionali del Gatto Sacro di Birmania sono il seal-point, scuro e “focato”, con la sua rispettiva diluizione blue-point, grigio ardesia, freddo ma più delicato mentre il resto del corpo è beige dorato come leggenda vuole. Ci sono poi altri colori, leggermente più chiari per il gatto di Birmania, come il chocolate-point, color cioccolato al latte e la sua rispettiva diluizione lilac-point color magnolia.
Le “nuove tinte” sono il red-point ed il cream-point, per le femmine di gatto di Birmania c’è anche la variante “a squama di tartaruga” , con rosso e crema striati, detta tortie-point.Il tartufo è color mattone per i colori più scuri o rosa per quelli più chiari, l’interno delle orecchie ha invece sempre peli bianchi. Per tutte le colorazioni del gatto di Birmania, al di là del sesso, c’è la versione con striature chiare che disegnano anelli su zampe e coda ed una M sulla fronte. In questo caso siamo in compagnia del gatto di Birmania tabby-point.
Carattere del Gatto Sacro di Birmania
Elegante nelle movenze, il Gatto Sacro di Birmania è elegante anche nel carattere e nel modo di fare. E nell’animo. Sa essere in casa, appartamento o villa con giardino che sia, una presenza costante, di carattere. E il gatto birmano ne ha, di carattere: si mostra forte e vitale, un gran giocherellone che non invecchia mai e che gradisce la presenza di un compagno di giochi, felino o umano che sia.
Con il padrone, poi, sviluppa un rapporto molto stretto, intenso, a volte esclusivo. Non è mai aggressivo, neanche con i bambini un po’ pestiferi anche se è bene stare in guardia perché i dispetti non gli facciano cambiar carattere, ma è difficile pensando addirittura che i maschi del gatto di Birmania si dice siano soprannominati “gentilgatti” per l’abitudine davanti al piatto di far finire le “signore” prima di sfamarsi loro.
Cure e alimentazione del Gatto Sacro di Birmania
Nei periodi di muta del gatto sacro di Birmania si consiglia un bagno al mese che aiuta ad eliminare il pelo morto e favorendo la crescita di quello nuovo. Non avendo sottopelo, però, questo animale non richiede che una pettinata alla settimana, perché il mantello resti brillante. In questo aiuta anche una sana alimentazione a base di crocchette, sempre a disposizione, affiancate da una ciotola di acqua fresca e una porzione di cibo umido, carne o pesce che sia. Il gatto di Birmania non soffre di obesità ed è in grado di autoregolarsi, si può anche utilizzare integratori multivitaminici, è quasi d’obbligo per cuccioli fino all’anno e nei periodi di muta o di particolare stress.
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Gatto di Birmania: allevamento e selezione
Dalle caratteristiche descritte, è intuibile che il Gatto Sacro di Birmania è geneticamente è molto complicato ed è molto difficile da ottenere con standard ideali e capita spesso di imbattersi in piccole variazioni che lo rendono però fin da cucciolo “non da esposizione”. Si tratta di ciuffetti di pelo bianco sul corpo o scuri sui guanti, non certo di difetti genetici come lo strabismo agli occhi o i nodi alla coda, ormai quasi definitivamente eliminati.
Tra i difetti standard del gatto di Birmania anche coda corta, tartufo depigmentato, occhi di forma rotonda o di piccole dimensioni, orecchie troppo appuntite e, riguardo al pelo, ruvido o troppo lanoso, troppo lungo o addirittura dotato di sottopelo,
Gatto di Birmania: allevamenti in Italia
Tra i migliori allevamenti in Italia vi segnaliamo My Birmans – Sacro di Birmania situato a Forlì. Il proprietario è disponibile a ospitare i “futuri genitori adottivi” o a portare a domicilio il cucciolo.
Prima di essere ceduto ogni cucciolo è sottoposto a scrupolose visite veterinarie per accertare l’ottimo stato di salute. Tutti i gattini sono ceduti sverminati, vaccinati e con il richiamo effettuato, il tutto accompagnato dal libretto sanitario, dal pedigree, dal passaggio di proprietà e dal certificato veterinario che attesta le perfette condizioni di salute del gattino.
Prezzo del Gatto Sacro di Birmania
Il prezzo di un cucciolo di gatto di Birmania può variare dagli 800 ai 1.100 euro, e si arriva anche a 1.300 euro, se si vogliono per giunta i figli di campioni pluripremiati. Per comprendere queste cifre va saputo che ci sono costi che non sempre conosciamo, ma che l’allevatore, se è un buon allevatore di gatto di Birmania, deve sostenere.
Si va dal costo della selezione, per la garanzia di un certo aspetto e di un certo carattere, al costo dei riproduttori fino al costo delle attrezzature, delle cure veterinarie e dei documenti ufficiali. E poi ogni gestazione ha il suo prezzo, ogni cucciolata il suo e anche la mamma va rimessa in forma.
Leggenda sul Gatto Sacro di Birmania
C’era una volta un tempio, in Birmania, quello di Lao-Tsun, abitato dal saggio Mun-Ha, che trascorreva giorni e giorni in contemplazione della dea d’oro dagli occhi di zaffiro: Tsun-KianKsé. Aveva 100 gatti bianchi che diventarono color dell’oro grazie ad un gesto di profondo amore del lro capo, “Sihn”. Il giorno Lao-Tsun fu assalito dai nemici e il venerabile Mun-Ha si morì, Sihn infatti attirò lo sguardo della dea sul padrone senza vita e Tsun-KianKsé, commossa, colorò la sua pelliccia come l’oro e i suoi occhi come Zaffiro. Dopo 7 giorni gli altri 99 gatti bianchi del tempio si tramutarono anch’essi nello stesso colore e da quel giorno questo animale furono considerati sacri. Da gatto di Birmania, infatti, a Gatto Sacro di Birmania.
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