Gatto nero: razze e superstizione
Gatto nero, pelo lucido, gran fascino ma nulla da fare, la superstizione lo perseguita. Nulla da fare o quasi, perché basta informarsi un poco per scoprire che oltre ad essere bello, di razza e di carattere, il gatto nero ha una fama da portafortuna. Sì, non in Italia, ma ce l’ha e ha anche ottenuto ruoli da protagonista e titoli di film. Lo avreste mai detto? Lo troverete qui scritto.
Le cattive voci sul gatto nero sono iniziate nel Medioevo quando questi felini nella notte mentre vagavano capitava potessero far spaventare e imbizzarrire i cavalli che li vedevano all’ultimo nel buio. Inevitabile, dato che un gatto nero di notte è tono su tono, ma il popolo iniziò a pensare che gli incidenti capitassero per “colpa” di questo animale. Non lo ha aiutato certo papa Gregorio IX che dal 1227 al 1241 non fece che accusarlo di essere l’amichetto delle streghe.
Gatto nero: razza
Ce ne sono diverse di razze che contemplano un gatto nero nella loro gamma di tinte di mantello, prima va precisato che per essere considerato un gatto nero monocolore, “self” o “solido”, la colorazione del singolo pelo deve essere uniforme dall’inizio alla fine del pelo. Nessuna tigratura.
Una delle razze più frequenti se abbiamo a che fare con un gatto nero di razza è il Bombay, con al sua testa arrotondata come anche le orecchie, non grandi. Un felino che è stato selezionato così negli USA anni ’50, incrociando un Burmese con un Americano nero a pelo corto, ha un carattere molto coccolone, arrotondato accomodante.
Il gatto nero British ha anche lui un buon carattere ed è parecchio intelligente, il suo muso è dritto e tondo, il suo corpo è robusto e molto muscoloso con una grossa coda. Il nero del mantello può tendere al marrone, ma solo se l’animale sta troppo al sole e poi comunque passa.
Il gatto nero Persiano rischia invece di diventare rossiccio se “stinge” ma è una razza rara e molto preziosa. Sarà forse anche per il carattere leale e affettuoso, in un corpo un po’ tozzo con coda vaporosa e possibili momentanee macchie biancastre prima dei 4-6 mesi.
Gatto nero: carattere
Gatto nero o gatta nera: se si parla di carattere bisogna sapere di che sesso è il nostro amico peloso, perché le femmine, solitamente più piccole, sono molto assertive ed è meglio non provocarle se non si vuole una traccia delle loro unghie sulle braccia. I maschi sono più coccoloni e tranquilli. Poi io aspetterei di valutare esemplare per esemplare: mai fidarsi di queste generalizzazioni.
Gatto nero, gatto bianco: il film
Girato nel 1998, diretto dal regista serbo-bosniaco Emir Kusturica, “Gatto nero, Gatto bianco” in verità si dovrebbe intitolare Gatta nera, gatto bianco. La pellicola descrive in modo grottesco la popolazione gitana tra farsa e realtà con molta musica e scene surreali. Ironia e armonia dominano nel film che non manca di tocchi drammatici, ma sempre ammiccanti allo sdrammatizzare.
Gatto nero, gatto bianco è ambientato tra il fiume Danubio, la fauna del posto e boschi che circondano i villaggi gitani lungo il fiume. I gatti del titolo simboleggiano i protagonisti, due coppie mal assortite o ben assortite, dipende di punti di vista, che vogliono fuggire il promesso matrimonio. Un film divertente che vedo e rivedo con gusto: che vi piacciano o no i gatti, neri e non, guadatevelo in DVD.
Volevo un Gatto Nero: la canzone dello Zecchino d’Oro
Una canzoncina diventata col tempo indimenticabile per chi era giovane in quegli anni, ma anche dopo: siamo ne 1969, siamo allo Zecchino D’Oro e il titolo del motivetto di cui vado personalmente pazza è “Volevo un gatto nero”. Appunto.
Per chi non la sa o per chi la vuole ripassare, il testo del ritornello: “Volevo un gatto nero, nero, nero, mi hai dato un gatto bianco ed io non ci sto più. Volevo un gatto nero, nero, nero, siccome sei un bugiardo con te non gioco più…”
Gatto nero: superstizione
Oltre a spaventare i cavalli e ad accompagnare in giro le streghe tra campagna e città, il gatto nero secondo i suoi nemici ignoranti, viaggiava sulle navi dei pirati che lo usavano nelle stive per cacciare i roditori, più mimetico nel buio quindi più efficace. Poi quando scendevano per saccheggiare le città erano seguiti da questi animali che diventano così “segno” del loro arrivo. Quindi affatto graditi dalle vittime dei pirati.
Eppure c’è anche una superstizione positiva, anzi, più di un caso. Innanzitutto nell’Antica Roma, dove il gatto nero era simbolo di buon auspicio tanto che quando ne moriva uno veniva bruciato e le sue ceneri sparse nei campi per eliminare le erbe infestanti e portare un buon raccolto.
In Inghilterra, inoltre, soprattutto in Galles e Cornovaglia, il gatto nero porta fortuna alle donne single: annuncia novità positive, nuove conoscenze e futuri matrimoni. Meglio di così!
Gatto nero: curiosità e culto
Il 17 novembre l’Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) ha istituito perfino il Gatto Nero Day, per proteggere gli esemplari perseguitati negli anni a causa di stregonerie o scherzi di Halloween. Il gatto nero ha però anche altri momenti di notorietà. Ad esempio in cartoni animati e fumetti, come in Cenerentola: la matrigna cattiva ne ha uno. E poi c’è il famosissimo Felix the Cat, il gatto nero dalle mille peripezie.
Ci sono vari VIP che hanno scelto un gatto nero per amico, tra le prime e più affascinanti c’è Brigitte Bardot seguita da James Dean, Marlon Brando, Frank Zappa, Patty Smith, Cher, Bob Dylan e John Lennon. Lui aveva 10 gatti tra cui uno tutto nero chiamato Salt (Sale) e uno tutto bianco chiamato Pepper (Pepe).
Gatto nero: tatuaggio
Il gatto è un soggetto molto tatuato essendo tra tutti gli animali uno di quelli con la responsabilità di guidare le persone sulla retta via, una sorta di guru che indica le buone scelte da intraprendere, una per una, fino alla meta. E poi non dimentichiamo che la leggenda vuole abbia sette vite il gatto. Ciò, se tatuato, significa che non è mai tardi per cominciare qualcosa di nuovo o che si ha voglia di una nuova avventura. Di qualsiasi tipo: il gatto nero non specifica e avendo 7 vite può cadere da ogni altezza senza paura.
Il gatto nero, con i suoi occhi brillanti, è anche simbolo, se tatuato, di una acuta capacità di vedere oltre, l’aspetto positivo nelle situazioni più difficili, quello che tanti non colgono arrendendosi. Per farse un tatuaggio si hanno mille e più scelte, forme, stili. Si può optare per un gatto nero stilizzato, con solo il contorno o simbolico, oppure per un vero ritratto dell’animale come fosse una persona. E poi c’è chi chiede caricature di film o fumetti.
Per la posizione, il felino può stare seduto comodo comodo e dare una sensazione di una persona tranquilla che sa apprezzare ogni momento, oppure può essere ritratto in moto, dinamico, per chi è sempre in cerca di avventure o prede. C’è anche l’opzione “impronte di gatto”, metafora dei passi che una persona ha fatto nella propria vita. O che sta per fare.
Articoli correlati che potrebbero interessarti:
Pubblicato da Marta Abbà il 13 Novembre 2020