Gatto bobtail giapponese: non è proprio giapponese d’origine ma è lì, in quel Paese, che è molto apprezzato e famoso. Il gatto bobtail giapponese è praticamente “gatto nazionale” ed è, lì come altrove, noto soprattutto per la coda estremamente corta. Viene anche chiamato il gatto con la coda a pom-pom, oppure a crisantemo, fiore ufficiale del Giappone nonché simbolo della casa imperiale.
Il gatto bobtail giapponese non è grande come animale, non supera in 5 kg di peso, ed ah un fisico atletico e snello, infatti è un ottimo saltatore. Le sue zampe sono lunghe e sottili e gli arti posteriori risultano leggermente più alti di quelle anteriori, ma il gatto bobtail giapponese nel suo complesso risulta molto ben proporzionato.
Come già accennato, la caratteristica delle caratteristiche del gatto bobtail giapponese è la coda. E’ molto corta, rigida e lunga appena 8-10 cm, nasce da una voluta opera di mutazione avvenuta molto tempo fa. L’appendice della coda nel gatto bobtail giapponese però, attenzione, non è assente, la coda c’è, “ a crisantemo” ma c’è eccome.
Familiarmente chiamato Bob, ha una testa che si può dire quasi triangolare questo gatto bobtail giapponese e può avere gli occhi di qualsiasi colore, anche impari, ma sempre ben distanziati e piuttosto grandi come anche le orecchie. Quanto a colori, ce ne sono di “stabiliti” ma c’è ampia scelta, per il mantello che si presenta setoso e sottile al tatto, privo di sottopelo. Per mantenerlo tale meglio spazzolarlo una volta alla settimana.
Le tinte ammesse sono quasi tutte, eccetto quelle tipiche dei siamesi, ma per il gatto bobtail giapponese, in patria, le più apprezzate sono il rosso, nero e bianco, assieme! Sì, è il modello di gatto bobtail giapponese detto “Mi-ke” che significa tre pellicce. E’ proprio con questa colorazione che il gatto bobtail giapponese, considerato un portafortuna, viene raffigurato, e con una zampina alzata. Chiunque ne trovi uno davanti la porta il primo giorno dell’anno avrà un anno fortunato. Uno zerbino invitante può aiutare.
Oltre a portar fortuna, per chi ci crede, il gatto bobtail giapponese, il nostro Bob, ha un carattere attivo e affettuoso, è estroverso, giocherellone e socievole verso estranei e familiari. Con gli altri gatti tende a volte a litigare, quello sì, ma agli umani si affeziona facilmente, tanto da compiacerli imparando qualche gioco e apprendendo il proprio nome con facilità, stile cane, e ancora più stile cane, si lascia portare al guinzaglio.
Il gatto bobtail giapponese ha modi di fare eleganti e raffinati, ma essendo molto intelligente, si adatta senza difficoltà alla vita domestica o all’aperto. Si fa sentire, ovunque lo mettiate, con il suo tipico miagolio definito “melodioso”: giudizio discutibile, ma comunque lo riconoscerete!
Non è affatto timido, infatti, ed è curioso: attenti che in casa con un gatto bobtail giapponese tanti segreti non si possono tenere. Se c’è lui in giro a zonzo, occhio anche alle riserve di pesce, ne è ghiottissimo e glielo si dovrebbe servire in ciotola almeno una volta alla settimana. Poi, il gatto bobtail giapponese può seguire una dieta a base di cibi confezionati, va però nutrito di continuo con stimoli nuovi intellettivi, guai ad abbandonarlo a cullarsi in una noiosa routine giornaliera.
In questo, mi sento molto un gatto bobtail giapponese, come nella curiosità. Chissà se anche ai marinai accade così. Certo è che in Giappone la gente di mare tiene uno o due esemplari di questo particolare gatto perfino a bordo delle navi per scongiurare con la loro magica presenza il pericolo delle tempeste in mare.
Da non confondere assolutamente con altri gatti asiatici con code tronche, come i Manx, il gatto bobtail giapponese ha una storia alle spalle a dir poco leggendaria. Anche questo concorre al suo forte magnetismo, e all’alone di mistero che già inizia dal fatto che, anche se si dice gatto bobtail giapponese, questo animale fu introdotto più di mille anni fa in Giappone via Cina e Corea, da monaci buddisti.
Charles Darwin fu il primo a vedere la sua coda caratteristica e notare come fosse comune in quelle zone, e nell’arcipelago della Malesia, Siam e Birmania. Affatto invece in Europa. Durante i secoli, poi, la razza del gatto bobtail giapponese, si capisce che si è trovata bene in Giappone e lì si è stabilizzata diventando “Kazoku Neko”, cioè il gatto comune giapponese.
A cominciare ad allevarlo in Giappone fu Judy Crawford, moglie di un militare di stanza in quel paese, poi nel 1968 fu sempre lei a inviare qualche gatto bobtail giapponese negli Stati Uniti e nel 1976 la razza venne riconosciuta ed ammessa al Campionato della Cat Fanciers’ Association. In Europa arriva negli anni ’80, grazie a un certo Rolf Voehringer, allevatore e giudice svizzero, e finalmente la Federazione Felina Internazionale riconosce il gatto bobtail giapponese. Resta raro ma almeno ufficialmente gatto, siamo nel 1988.
In Europa, non saprei, ma in Giappone tuttora sono portafortuna ricercati e ben rispettati, e sarebbe bene che lo fossero in tutto il mondo. Là, è una questione che ha a che fare con la coda e il diavolo. Antiche leggende giapponesi descrivono un gatto demone di Okabe che possedeva una coda biforcuta: chi meglio lo può combattere di un gatto bobtail giapponese con la coda corta e a pom pom!
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