Gangli nervosi e sensitivi
Gangli, possono comparirci addosso e spaventarci anche se sono di natura benigna, perché come è normale che sia, se vediamo una anomala sporgenza sorgere quasi improvvisamente su un polso o altrove, siamo portati a pensare di tutto. Spesso a cosa molto peggiori dei gangli che pochi conoscono davvero.
Gangli: significato
Un ganglio non è altro che una struttura nervosa che appartiene al sistema nervoso periferico. Appare come un piccolo rigonfiamento rotondo, oppure con una forma più allungata, e consiste in un ammasso di pirenofori neuronali. Di solito i gangli si trovano lungo il decorso dei nervi, nell’uomo ma anche negli altri mammiferi.
Gangli nervosi
Le due macro categorie di gangli sono quelli del sistema neurovegetativo, detti anche nervosi o viscerali, e quelli sensitivi, detti anche, encefalospinali dai più esperti. Partiamo con il conoscere i gangli nervosi che sono una sorta di stazione intermedia nella trasmissione degli impulsi. Al loro interno troviamo dei neuroni che hanno la funzione di trasmettere impulsi ai neuroni postgangliari.
Gangli sul polso
Una delle posizioni in cui più spesso possiamo vedere comparire un ganglio è il polso. Spunta una “pallina”, praticamente, al tatto semimorbida e che non provoca dolore anche se la si schiaccia. Certo, resta sempre un po’ inquietante vedere questa sporgenza sul proprio braccio e la cosa può far preoccupare. Il polso è una zona a rischio anche per altre problematiche come ad esempio l’osteoporosi che però non ha nulla a che fare con i gangli e la loro comparsa
Meglio controllare con un medico di cosa si tratta prima di pensare a patologie gravi, potrebbe trattarsi di un ganglio e non avremmo motivo di preoccuparci perché sono neoformazioni benigne causate da una degenerazione della capsula articolare. C’è una particolare tipologia di gangli meno visibile, ma dolorosa. E’ quella dei gangli “occulti”.
In generale questa formazione nervosa appare soprattutto nelle persone in un età compresa fra l’adolescenza ed i 40 anni, meglio se di sesso femminile e che, per lavoro o per passione sportiva, usano in modo intenso l’articolazione del polso.
Gangli basali
Si può parlare di gangli di base, di nuclei di base, o di gangli basali, in senso figurato, quando con la parola ganglio non si vuole intendere il rigonfiamento ma l’dea di funzione centrale di un elemento in un sistema. Un tempo si chiamavano gangli basali quegli ammassi di sostanza grigia posti alla base della struttura telencefalica coinvolti nei circuiti interni delle vie extrapiramidali, oggi si utilizzano termini più appropriati per non creare confusione inutile.
Gangli sensitivi
La seconda categoria è quella dei sensitivi, situati lungo il decorso delle radici dorsali, nei nervi spinali e lungo il primo tratto di alcuni dei nervi cranici. Qui avviene solo il transito degli impulsi nervosi perché contengono solo neuroni di natura unipolare.
Ci sono anche i gangli autonomi che hanno una diversa funzione, quella di mediare gli impulsi del sistema nervoso simpatico inducendo effetti come la contrazione della muscolatura liscia oppure riguardanti la secrezione di alcune ghiandole.
Ganglio spinale
Si chiama anche ganglio dorsale ed è un nodulo che contiene corpi cellulari di tipo nervoso sensoriale, presente a livello delle radici dorsali. All’interno troviamo neuroni unipolari ma che svolgono funzioni da bipolari e vengono definiti neuroni pseudounipolari.
Gangli e bullismo
I gangli, i gangli basali, spuntano in uno studio sul bullismo e se ben ci pensiamo non è poi così strani che esistano delle connessioni tra la salute e l’equilibrio del nostro corpo e alcuni atteggiamenti aggressivi.
Nel recente studio appena pubblicato sul Journal of Nutrition dai ricercatori di due Università dell’America del Nord e del Sud insieme ai ricercatori della Colombia Foundation for Research in Nutrition Health, viene data una spiegazione biochimica al bullismo. Questo non significa deresponsabilizzare i soggetti che sono aggressivi e i loro educatori e genitori ma cercare di comprendere come anche l’alimentazione e lo stile di vita possono essere modificati per favorire la scomparsa di certi comportamenti del tutto condannabili.
Studiando un campione di giovani fra i 5 e i 12 anni di classe media o inferiore è emerso che, a parità di età e stato socio-economico, tempo trascorso davanti alla televisione o ai videogame, i maschi con carenza di ferro e di vitamina B12 sono più a rischio di atteggiamenti aggressivi, da bulletti. Alle femmine non accade.
Questo risultato si può spiegare andando ad indagare su meccanismi ormonali che coinvolgono anche i gangli basali, assieme a ippocampo, amigdala e corteccia prefrontale. Ovvio che giocano un ruolo molto importante l’educazione e le influenze ambientali, ma per la carenza di ferro e di vitamina B12 si può cominciare a fare subito qualcosa. Ad esempio a prevedere una merenda adatta a far risalire i livelli ematici di B12 e di ferro.
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Pubblicato da Marta Abbà il 14 Maggio 2018