Fumarole: cosa sono
Fumarole, un fenomeno legato alla presenza di vulcani o di aree idrotermali che magari, millenni fa, vedevano la presenza di un vulcano ormai non più attivo. Non dobbiamo confondere le fumarole con i geyser, anche se ci sono delle analogie, certo sono entrambi degli spettacoli che la natura ci offre mostrandoci la sua potenza non per forza in modo distruttivo.
Fumarole: cosa sono
Si tratta di fenomeni di vulcanismo secondario che consistono nell’emanazione di vapore e altri gas vulcanici. Di solito le fumarole appaiono nelle vicinanze di crateri o di fianchi di vulcani attivi ma può capitare, anche in Italia ci sono degli esempi, che compaiano in aree idrotermali un tempo occupate da vulcani oggi non più attivi.
Fumarole in Italia
La più famosa fumarola italiana è in Campania, si tratta della Solfatara di Pozzuoli, nei pressi della regione vulcanica, ma ci sono altre aree in cui vederle come ad esempio alcune alture sull’isola di Vulcano. Il nome “fumarola”, termine italiano e non certo internazionale, è di origine napoletana, si riferisce a “fumaiolo”.
Ci accorgiamo subito di essere davanti ad una di queste caratteristiche “fumate vulcaniche” perché fuoriescono da piccole ma profonde fessure nel terreno da cui risalgono gas emessi a temperature può andare dai 100 fino ai 900° C.
Dipende molto dalla tipologia di attività vulcanico-idrotermale che esiste nella zona di interesse. Fatto è che, quando questi gas così roventi vengono a contatto con l’aria, condensano, e formano questi “fumi”.
Fumarole Toscana
Un altro sito perfetto per vedere le fumarole in Italia è il “Parco delle Fumarole a Sasso Pisano”, un parco dedicato a questo fenomeno che ha origine proprio qui perché ci troviamo vicino a una sorgente di acqua calda termale. Questo significa che ci sono dei rivoli d’acqua che scorrono in varie direzioni, molti di essi non sono nemmeno sfruttati, altri sì come nel caso del Bagnone, uno dei più grandi complessi sacro termali al mondo.
Un altro modo per utilizzare questa situazione è quella di vederla come energia geotermica da sfruttare, come si fa con i famosi soffioni di Lardarello, l’acqua in queste zone, a seconda dei casi, fuoriesce a temperature che vanno dai 65° ai 30°C, è stata utilizzata fin dai tempi degli Etruschi e dei Romani che avevano creato delle grandi vasche per le cure termali.
Fumarole: vulcano
Possiamo anche distinguere diverse tipologie di fumarola a seconda della temperatura dei gas emessi e alla composizione chimica, troviamo la fumarola secca, quella acida, quella alcalina e quella fredda.
In generale se si osserva la composizione chimica dei gas vulcanici, si trovano degli elementi sempre presenti e in modo predominante. A parte il vapor d’acqua, quello presente nella percentuale maggiore in volume, troviamo anidride carbonica, monossido di carbonio, anidride solforosa, acido solfidrico, acido cloridrico, acido fluoridrico.
In quantità minori possiamo percepire la presenza di metalli pesanti e di altri elementi tossici come piombo, cadmio, palladio, mercurio, tallio e arsenico, assieme ad alcuni composti organici. Altra conseguenza della svariata tipologia di composizione dei gas vulcanici emessi è la colorazione del suolo circostante che può anche diventare color giallo citrino per via dello zolfo.
Fumarole e geyser
Per distinguere una volta per tutte le fumarole dai geyser è bene definire questi ultimi. Essi sono fontane d’acqua, non di vapore, e da essi l’acqua viene emessa a intermittenza, in potenti getti. Anche i geyser sono legati alla presenza di antichi condotti vulcanici con alla base una massa magmatica ancora calda.
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Pubblicato da Marta Abbà il 8 Gennaio 2018