Fuliggine: cos’è e come rimuoverla
Fuliggine, quella sottile polvere nera che si forma anche semplicemente avvicinando una fiamma ad una superficie metallica fredda. Può comparire anche su altre superfici, ad esempio quelle esposte al fumo di ciminiere e di condotti di scarico e in quelle situazioni in cui il processo di combustione è “ricca” di carbonio o povera di ossigeno.
Fuliggine: significato
Tecnicamente la fuliggine può essere indicata anche con il nome di “particolato carbonioso”, più comune e “easy” il termine “nerofumo” ma se parliamo con i tecnici di settore, meglio sfoderare il termine inglese “”soot”.
E’ una polvere nera formata da carbonio incombusto amorfo unito a tracce di altri composti, sottoprodotto della combustione incompleta di una qualsiasi sostanza organica.
Fuliggine: abbattitori
E’ vero che in alcuni ambiti, la fuliggine risulta anche utile a livello industriale, ma in generale è da ritenere “indesiderata”, soprattutto dal punto di vista ambientale e sanitario. E’ a tutti gli effetti un prodotto della combustione altamente inquinante. E’ ritenuto anche considerato un collettore di diversi composti cancerogeni.
Ecco perché si parla di abbattitori di fuliggine, sono dispositivi che permettono di ridurre le emissioni di questo tipo di particelle, particolarmente pericolose per le loro dimensioni. Più si tratta di particelle piccole, più possono infatti penetrare nel nostro corpo, in primis ma non solo attraverso l’apparato respiratorio. On line sono disponibili diversi prodotti ed abbattitori come il seguente ideale per le stufe a pellet.
Le particelle carboniose di cui stiamo parlando hanno un diametro di circa 1 µm e vengono prodotte quando la quantità di ossigeno, durante una combustione, è insufficiente a bruciare completamente gli idrocarburi in CO2 e acqua. Questo è il caso della combustione “ricca”. La fuliggine può essere prodotta anche durante processi sempre di combustione ma con una temperatura di fiamma bassa.
Fuliggine: detergente
La fuliggine può macchiare muri e superfici e non sempre è facile da far scomparire. Fortunatamente ci sono detergenti apposta come questo, adatto soprattutto per quelle situazioni in cui il nerofumo si vede di frequente: nei camini, nei forni e nelle stufe.
Una confezione costa 6 euro, si tratta di un detergente pratico da usare e in grado di rimuovere la fuliggine anche dai vetri interni sciogliendo grasso e incrostazioni che si possono formare su fornelli, spiedi, barbecue e griglie
Fuliggine: come eliminarla
Abbiamo visto un detergente per pulire la fuliggine, in casi come forno, camino e stufa. Ci sono altre situazioni in ci troviamo a doverla eliminare e non sappiamo come fare per ottenere buoni risultati.
Attorno ad un caminetto basta una spazzola o una passata di aspirapolvere, oppure una più energica mano di spazzola a setole dure inumidite con dell’acqua. Se non siamo soddisfatti, proviamo con dei detergenti acidi ma la cosa più semplice è strofinare lo sporco con una spugna o una spazzola precedentemente passate nell’aceto bianco o nel succo di limone senza andare a comprare chissà quale costoso prodotto.
Quando la fuliggine riesce a penetrare nel muro o nei mattoni, si può usare l’acido muriatico ricordandoci che è una sostanza da maneggiare con grande cautela. Quando capita che le macchie siano su un tappeto, meglio non spazzolarle per evitare di spalmare questa polvere nera. Può aiutare il talco non profumato, per poi aspirare con aspirapolvere ma se non vogliamo rischiare, meglio rivolgersi ad una lavanderia. Ci sono delle volte in cui la fuliggine penetra su materiale in pietra, qui serve una blanda soluzione di detersivo liquido per piatti, da risciacquare.
Fuliggine Miyazaki
La fuliggine entra anche nel mondo del grande maestro Miyazaki quello di Totoro, e lo fa diventando simpatica. Nei suoi disegni troviamo infatti degli esserini detti “palline di fuliggine” di Totoro e di Kamagi, l’uomo delle caldaie. Possiamo chiamarli anche “nerini del buio” o “corrifuligine” o “makkurokurosuke”, sono e restano personaggi secondari simpatici.
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Pubblicato da Marta Abbà il 21 Febbraio 2018