Il fruttosio sta nella frutta, è logico pensarlo ed è facile crederlo, ma non sta solo lì e non è semplicemente uno dei componenti della frutta. Viene usato anche a livello industriale, ambito in cui si sfruttano alcune sue proprietà particolari che non sono immaginabili attribuite ad una fragola o ad una fetta di melone. Andiamo a scoprire perché il fruttosio fa bene e quando può fare male.
Fruttosio: formula
E’ detto anche levulosio ed è un monosaccaride, ha la stessa formula molecolare del glucosio (C6H12O6). I due zuccheri si differenziano però a livello chimico per via della loro struttura che non è affatto identica. A livello invece di dieta e di alimentazione, ci sono altre differenze che possono farci propendere per l’uno o per l’altro.
Il fruttosio ha delle proprietà nutrizionali interessanti che possono suscitare la curiosità di molti studiosi sempre pronti a fare nuove scoperte anche in questo campo. Il numero di calorie che il levulosio fornisce però è già stato scoperto: circa 4 Kcal per grammo (3,75 per la precisione).
Fruttosio: dove si trova
Deve il nome alla frutta ed effettivamente lo troviamo in questa categoria, soprattutto in alcuni frutti come l’uva matura, le banane ed i pomodori che sono da segnare in lista perché molto ricchi di zuccheri come questi. Il fruttosio però è presente anche laddove non ci sono accenni di presenza di frutta, ad esempio nel miele o in alcuni alimenti di origine vegetale ma non a base di frutta. Ne vedremo degli esempi.
Ci sono poi tutti quei cibi lavorati dove il fruttosio c’è perché viene utilizzato per dolcificare e per conservare più a lungo gli alimenti. Studiando questa sostanza infatti si è scoperto tempo fa che essa ha la proprietà di prolungare i tempi di conservazione e di impedire la cristallizzazione.
Questo fatto è molto sfruttato quando si producono bevande zuccherate ed è per questo motivo che troviamo lo sciroppo di mais in caramelle, bibite, dolci, succhi di frutta, cereali per la prima colazione, alimenti dietetici e barrette energetiche. Parlo di sciroppo di mais perché esso è collegato al Fruttosio. Per la precisione il fruttosio si ottiene per isomerizzazione del glucosio presente nell’amido di mais.
Quando siamo a temperatura ambiente, il fruttosio è liquido, ed è anche molto solubile, ma questo non significa affatto che non possa essere lavorato perché diventi in forma di cristallo se serve. Ecco infatti che lo possiamo trovare in forma di grani, come lo zucchero a cui siamo abituati. Oggi troviamo anche le bustine di fruttosio ma stiamo attenti perché non sono da usare nella stessa quantità delle bustine di normale zucchero.
Fruttosio e diabete
Il fruttosio viene assorbito meno del glucosio, giunge inalterato fino all’intestino tenue e solo verso il fegato riesce ad essere assorbito, lentamente ma non così lentamente come accade con gli edulcoranti artificiali consigliati ai soggetti diabetici (polialcoli). E’ quindi una via di mezzo da considerare come una buona alternativa in mancanza di questi ultimi.
La cosa buona è che, rispetto ai dolcificanti artificiali, il fruttosio non ha gli effetti lassativi purtroppo però è una sostanza a rapida fermentazione e causa flatulenza e dolori intestinali. Si possono avere dei problemi di salute se si esagera regolarmente con questo monosaccaride perché sopra una certa quantità ingerita, viene convertito in acido lattico o in trigliceridi che verranno poi immessi nel sangue o depositati nel fegato.
Si parla, in questo caso, di ipertrigliceridemia, una problematica che emerge essere uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. Troppi trigliceridi nel sangue non fanno bene nemmeno alla linea, fanno accumulare acidi grassi sotto forma di tessuto adiposo.
Fruttosio e glucosio
Stessa formula ma diversa struttura, questi due monosaccaridi hanno delle diverse caratteristiche chimiche e non solo. Il Fruttosio tende ad assorbire acqua dall’ambiente circostante, ad esempio, il glucosio no, ed è il motivo per cui il primo viene utilizzato per evitare l’essiccazione dei preparati in cui è contenuto. Un’altra differenza riguarda i nostri denti: il glucosio fa venire le carie, il fruttosio no. Combinati assieme formano il disaccaride saccarosio, ovvero lo zucchero da cucina, ma il fruttosio è un dolcificante che da solo è molto più potente.
Fruttosio: intolleranza
Vediamo cosa accade quando si è intolleranti al fruttosio: come lo si comprende? I sintomi sono diversi come è diversa la soglia di tolleranza di ciascuno di noi. Se ad essere intollerante è un bambino, allora vedremo che avrà dei problemi di natura gastrointestinale come ad esempio vomito e diarrea.
Se l’intolleranza è pesante, allora si possono anche avere problemi di disidratazione, molto pericolosa per i più piccoli. Nell’adulto ci possono essere anche altri sintomi da intolleranza come ad esempio l’improvviso ingrossamento del fegato o dei danni ai reni se non si elimina subito dalla dieta questo zucchero della frutta.
Oligofruttosio
Pochi avranno sentito parlare di oligofruttosio, è un fruttoligosaccaridi (FOS) detti anche oligofruttani. Di cosa si tratta? Di fruttani a catena corta (oligosaccaridi) presenti in diverse specie di vegetali, dove svolgono il ruolo di riserva energetica. Anche se il nome non suona familiare, gli oligofruttani sono molto importanti nell’alimentazione umana e animale.
A proposito di zuccheri, conosci il Galattosio?
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