Frutti Tropicali: elenco e proprietà
I frutti tropicali portano sempre una ventata di freschezza sulle nostre tavole e vengono apprezzati per il loro gusto esotico e anche per la loro originalità perché, statetene certi, portare a tavola un ingrediente del genere desta stupore e ammirazione o per lo meno un po’ di curiosità.
Non fermiamoci a questo, però, perché i frutti tropicali non sono solo “strano” rispetto ai classici ma hanno anche diverse proprietà che li rendono interessanti ai nostri occhi e meritevoli anche ai nostri occhi. Per alcuni ci sono effetti così benefici che vale la pena di impazzire un po’ a cercarli in giro, visto che quelli di nicchia non si trovano in un mercato ortofrutticolo qualunque.
Molto spesso se non arriva fino a noi il frutto tropicale in sé possiamo assaggiarne dei prodotti derivati come ad esempio le marmellate o le salse, i succhi o i vini da essi ricavati e che ce ne lasciano intuire il sapore. Quando possibile è consigliato mangiare abitualmente dei frutti tropicali, questo vale soprattutto per quelli che possono essere coltivati anche in Italia e vedremo di quali si tratta. Prima però un excursus su questi frutti speciali per capire che caratteristiche generali hanno.
Cosa sono i frutti tropicali
L’elenco è lungo e noi conosciamo un po’ sempre gli stessi, quelli che sono ormai diventati comuni o quasi come ad esempio il mango, la papaya, il cocco, l’ananas e i litchi. Sono tutti ingredienti che si trovano in modo frequente sulle nostre tavole e nei nostri negozi, possiamo farne una bella macedonia esotica oppure preparare frullati, centrifughe o ricette particolari, se abbiamo un po’ di abilità in cucina
Quasi tutti i frutti tropicali hanno delle caratteristiche nutrizionali notevoli e mostrano un alto contenuto di sali minerali e vitamine, si mostrano quindi degli alimenti che integrano i sali in caso di clima torrido ma proteggono dai malanni di stagione durante l’inverno e l’autunno.
La categoria dei frutti tropicali è piuttosto vasta e non si può molto generalizzare, possiamo però dividerli in frutta esotica dolce o acidula, molto simile alla nostra dal punto di vista organolettico, e poi c’è quella che ha una consistenza più grassa e burrosa e che è più simile ai semi oleosi oppure alla frutta secca. Solitamente ha molte più calorie e anche una maggiore presenza di grassi di tipo insaturo come ad esempio l’avocado che contiene ben 160 calore per 100 grammi ed è molto ricco sia di acidi grassi buoni anche anche di vitamine e betacarotene.
La provenienza geografica dei frutti tropicali è piuttosto varia ma solitamente coincide con i Paesi in via di sviluppo sparsi per il mondo a partire dal continente dell’America del Sud e del Centro fino anche all’India e all’Indonesia.
Proprietà dei frutti tropicali
Prima di tentare di dividere i frutti tropicali in diverse caratteristiche proviamo scoprire le loro proprietà sommarie. Sono molto ricchi di fibre, sali minerali, vitamine e acidi grassi, e sono concentrati in quantità significative. Possiamo trovare degli esempi anche nella frutta esotica che per noi è quasi come frutta di tutti i giorni come la banana e l’ananas che contengono rispettivamente molto potassio e molta vitamina A e hanno benefici nutrizionali evidenti. Ogni frutto tropicale in quantità diverse ma contiene sempre i seguenti ingredienti in maggior quantità: tanta acqua e carboidrati solubili, parecchie fibre e tante vitamine idrosolubili e liposolubili.
Tra i sali minerali troviamo spesso potassio e magnesio, poi ci sono fenoli e tannini, fitosteroli. Ci sono un po’ di grassi e proteine che li rendono anche ben calorici, e poi diversamente dalla nostra frutta tropicale, possono anche avere nutrienti come calcio, selenio, tocoferolo e Vitamina E.
Frutti tropicali: elenco e nomi
Ci sono frutti tropicali che sono così inseriti nella nostra dieta e nelle nostre abitudini alimentari tanto da farci scordare che sono esotici e non originari delle nostre parti. Mi riferisco soprattutto alla Banana, all’Ananas, alla Noce di Cocco, al Kiwi ma anche ormai all’Avocado e ai Datteri.
Ce ne sono poi certi che non sono del tutto comuni ma che possiamo coltivare in Italia senza problemi, cosa che non accade sempre perché alcune piante necessitano proprio di un clima particolare e diverso da quello mediterraneo o continentale. Ecco ad esempio tra i coltivabili in Italia anche l’Avocado e la Papaya, l’Annona, la Maracuja (o Passion Fruit), ancora l’Ananas e la Banana e il Mango.
Oltre ad importare la frutta infatti in questi anni abbiamo cercato anche di importare le coltivazioni, quando possibile farlo senza troppe preoccupazione e garantendo la produzione dei frutti stessi. E’ naturalmente molto più conveniente, anche perché quando i frutti tropicali sono importati finiscono per costare davvero parecchio.
Frutti tropicali “di nicchia”: elenco e articoli dedicati
Oltre ai frutti tropicali più comuni ce ne sono molti altri che in Italia sono difficilmente reperibili ma allo stesso tempo molto ricercati in quanto hanno parecchie proprietà benefiche.
Qui di seguito vi proponiamo un elenco di questi “frutti tropicali poco conosciuti” con un link ai singoli articoli che abbiamo scritto dove potrete leggere tutte le informazioni di dettaglio.
- Carambola
- Cempedak
- Cherimoya
- Curuba
- Durian
- Feijoa
- Granadilla
- Graviola
- Guava
- Jackfruit
- Kumquat
- Longkong
- Lucuma
- Mangostano
- Pepino
- Pitaya o Dragon fruit
- Platano
- Salak
- Sapote
- Tamarindo
- Tomatillo
Frutti tropicali divisi per colori
Possiamo classificare i frutti esotici anche in modo molto semplice e comodo, ovvero per il colore della loro polpa. Partendo dal giallo oltre alla classica banana troviamo la la Papaya, apprezzata sia per l’enzima della papaina, che favorisce i processi digestivi, sia per vitamina C, caroteni e provitamina A, elementi nutrienti che fanno bene al tratto urinario, ai polmoni, all’apparato digerente e anche alla pelle. Oltre alla polpa gialla e succosa c’è una buccia verde, cresce su una pianta molto comune nelle zone tropicali americane con foglie molto grandi.
Dal giallo passiamo all’arancione per parlare dell’alchechengi, molto particolare con le sue bacche che spuntano e maturano in autunno. Hanno un colore arancione molto vivo e sono protetti da un involucro di consistenza cartacea che li fa sembrare una piccola lanterna. E’ un frutto molto usato anche in erboristeria, ha diverse proprietà tra cui diuretica, depurativa, lassativa, antireumatica e tonificante.
Non restano che i frutti rossi e quelli rosa. Tra i frutti tropicali rossi abbiamo in noto Litchi, detto anche “ciliegia della Cina”, fatto come una ciliegia comune ma con una buccia ruvida di colore rosa-rosso e una polpa bianca che è l’unica parte commestibile del frutto. Il sapore è delicato ma contiene tantissime vitamine soprattutto B e C, sali minerali, proteine, fibre, carboidrati, zuccheri e acqua. Eppure non è molto calorico rispetto ad altri, contiene solo 66 calorie ogni 100 grammi.
Non ci restano che i frutti rosa che sono decisamente più rari ma curiosi da conoscere. C’è il dragon fruit, detto anche pitaya, tipico frutto di una varietà di cactus (Hilocereus) coltivata soprattutto in Sud America e Vietnam. I suoi fiori si aprono di notte e durano solo un giorno, sono bianchi e di grandi dimensioni mentre il frutto è rosso oppure giallo, il più comune è rosa con polpa bianca contenente semi neri molto piccoli e commestibili. Il suo gusto è delicato e fresco, dolce ma non troppo.
Pubblicato da Marta Abbà il 26 Dicembre 2020