Della centrale a biogas Greenway di Bertiolo (UD) abbiamo scritto più di una volta nei mesi scorsi, presentando la novità del progetto e gli impatti positivi che la società proprietaria dell’impianto – Greenway Agricola a r.l – ha promesso per l’economia locale del territorio.
Oggi, a poco più di quattro mesi dall’inaugurazione dell’impianto (1 dicembre 2012), torniamo sull’argomento per tracciare un primo bilancio dell’iniziativa che, come si ricorderà, riunisce un gruppo di imprese agricole della zona fornitrici della biomassa vegetale che l’impianto (1 Megawatt di potenza) trasforma in energia elettrica.
Dalle informazioni che abbiamo le cose sembrano funzionare bene, nel senso che dalla centrale a biogas esce regolarmente energia elettrica pulita che viene immessa nella rete risparmiando parecchie tonnellate equivalenti di petrolio. Tuttavia i vantaggi sono anche altri e abbracciano l’indotto portando risorse in un territorio fatto di piccoli paesi prevalentemente agricoli.
Il primo dei benefici è che 30-35 persone delle aziende agricole coinvolte (a seconda del periodo) lavorano per la centrale, che in questo modo costituisce un’entrata aggiuntiva per gli agricoltori. Altro aspetto positivo è che dalla centrale a biogas esce, oltre all’energia elettrica, anche materiale organico (digestato) che è usato per concimare le colture erbacee da cui deriva la biomassa, migliorando la qualità dei campi.
Quello che è stato inaugurato a Bertiolo con la centrale a biogas Greenway è un nuovo modello di impresa agricola, che integra la sua attività tradizionale con la produzione di energia da biogas. L’impianto è costato 5 milioni di euro e secondo i gestori (qui un po’ bisogna fidarsi) avrà una ricaduta sul Pil locale di oltre 1 milione di euro l’anno.
La produzione di energia elettrica è sulla linea degli 8.500 MWh l’anno e, sottraendo gli autoconsumi della centrale, Greenway stima di cedere alla rete circa 8.000 MWh annui. In più c’è la possibilità di valorizzare anche la cessione di energia termica a costi contenuti per l’area industriale limitrofa.
Il dato saliente è comunque il fatto che si parla di realizzare l’anno prossimo nuovi impianti, più piccoli, per portare la potenza complessiva da 1 a 2 MW. L’esempio in questo senso arriva dalla Germania, dove ci sono ci sono 8mila impianti alimentati da biomasse (in rapido aumento), produttori di 5 milioni di Mwh. L’Italia oggi è a quota 600mila Mwh.
Fin qui tutto bene. Esiste però un rovescio della medaglia rappresentato dai dubbi sulla sostenibilità ambientale delle centrali a biogas sul territorio, supportati anche da dati scientifici. La discussione è aperta, il fronte di chi non è d’accordo nutrito, e ai Consigli Regionali (un caso in Lombardia) cominciano ad arrivare interpellanze sugli effetti delle centrali a biogas. Torneremo sull’argomento e per dare al lettore un quadro più ampio segnaliamo 2 link: