Fotovoltaico, arriva la riforma cinese
L’80 per cento del mercato fotovoltaico europeo è nelle mani della Cina. Solo nel 2011, l’Unione Europea è stata la destinataria del 60 per cento delle esportazioni cinesi di prodotti solari per un valore di 35,8 miliardi di dollari. Nel 2012, la situazione ha visto solo leggeri cambiamenti ma dettati principalmente dalla crisi economica globale. Ricordiamo che l’Europa, al contrario degli USA, non ha inserito dazi doganali per le importazioni di pannelli solari dalla Cina.
Gli Stati Uniti, per salvare il mercato fotovoltaico, hanno introdotto dazi doganali sull’importazione dei prodotti fotovoltaici. Il provvedimento europeo è stato del tutto differente: lo scorso settembre, l’Europa ha avviato un’inchiesta antidumping, il motivo dell’inchiesta? Secondo gli accordi previsti dal Wto, le aziende produttrici di pannelli solari non potrebbero ricevere grossi sussidi statali e sembra proprio che le aziende cinesi fossero finanziate da fondi pubblici. Le pressioni Comunitarie, e altri fattori, hanno portato il governo cinese a effettuare “spontaneamente” una riforma sull’industria fotovoltaica.
La “revisione spontanea” del Governo cinese, vede una profonda riduzione dei sostegni finanziari destinati al settore fotovoltaico. Al contempo, per rafforzare il mercato, la Cina ha chiesto la fusione di varie aziende produttrici di pannelli fotovoltaici ma a quanto pare, senza finanziamenti governativi non basta avviare partnership tra gli stabilimenti e alcune aziende cinesi rischiano la bancarotta.
Il governo cinese non ha rilasciato altri dettagli circa i provvedimenti che intende prendere, tuttavia ha precisato l’importanza del fotovoltaico definendolo un “settore emergente e di strategica importanza“.
A causa della crisi globale e della caduta dei prezzi del fotovoltaico dovuti proprio al basso costo della manodopera cinese, le industrie della Cina hanno riferito di aver perso centinaia di milioni di dollari. La società finanziaria Maxim Group, di New York, in un rapporto pubblicato nel 2012, ha messo in evidenza una “collezione di debiti“ ammontante a circa 17,5 miliardi di dollari.
La situazione in sintesi
Stati Uniti, Europa e India, hanno avviato indagini e preso provvedimenti per smascherare i sussudi abusivi rilasciati dal Governo Cinese alle aziende del settore fotovoltaico. La Cina ha smentito tutto ma dopo qualche mese ha avviato un provvedimento che prevede grossi tagli.
Pubblicato da Anna De Simone il 4 Gennaio 2013