Fotovoltaico integrato, innovazione di ultima generazione
Il fotovoltaico integrato sembra rappresentare un settore a sé in quando le sue esigenze si discostano da quelle del classico fotovoltaico. Se per realizzare un parco solare si punta alla massima efficienza delle celle, per sviluppare un modello di fotovoltaico integrato si deve curare l’aspetto estetico, la scelta dei materiali, il contesto architettonico d’inserimento e molti altri parametri che non possono prescindere dalla stessa efficienza.
Per fotovoltaico integrato si intende l’implementazione architettonica di celle solari come copertura degli edifici grazie a particolari tecnologie. Nella foto in alto è mostrato un esempio di fotovoltaico integrato, in particolare si tratta del più grande impianto fotovoltaico architettonicamente integrato del mondo.
L’integrazione occupa l’intera facciata degli edifici dell’azienda Suntech Power, leader -guarda caso!- nella produzione di moduli fotovoltaici. La facciata fotovoltaica copre una superficie di 6.900 m2 e produce un totale di 1 MWp.
Noi italiani non siamo certo poveri di linguaggio ma anche questa volta ha la meglio la lingua inglese: il fotovoltaico integrato prende il nome di BIPV, acronimo di Building Integrated PhotoVoltaics, ovvero Sistemi fotovoltaici architettonicamente integrati.
L’integrazione architettonica si ottiene posizionando il campo fotovoltaico dell’impianto all’interno del profilo stesso di un edificio che lo accoglie.
Dato la complessità del settore, i costi legati al fotovoltaico integrato sono di gran lunga superiori rispetto a quanto visto per l’allestimento di un tipico tetto solare.
Così come i costi anche i risultati si discostano molto a partire dall’estetica che è decisamente più pregevole.
Gli impianti con fotovoltaico integrato spesso riescono a risolvere bypassando la richiesta del nullaosta fotovoltaico necessario per proseguire all’installazione di impianti in località di particolare pregio.
Le tecniche atte a ottenere l’integrazione del fotovoltaico sono principalmente tre:
- Sostituzione locale del manto di copertura con un rivestimento idoneo a cui si sovrappone il modulo fotovoltaico. In questo contesto citiamo prodotti come i rivestimenti fotovoltaici, tegole solari calpestabili o le stesse piastrelle fotovoltaiche, materiali edili di ultima generazione, in grado di incorporare la tecnologia fotovoltaica direttamente nel manto di copertura.
- Impiego di particolari tecnologie fotovoltaiche che consentono l’integrazione. E’ il caso dei film sottili che consentono la produzione di energia solare con un campo fotovoltaico dallo spessore ridottissimo.
- Impiego di moduli fotovoltaici strutturali, ovvero materiali che oltre a svolgere la funzione di produzione energetica riescono anche ad assolvere a una funzione strutturale. In questo contesto citiamo particolari infissi e materiali come l’italianissimo vetromattone fotovoltaico.
Per il fotovoltaico integrato, il vecchio Conto Energia prevedeva tariffa incentivante più elevata per chi decideva di adottare questa tecnologia. Per approfondire è disponibile l’articolo dedicato al FAI, acronimo italiano per Fotovoltaico architettonicamente integrato.
Pubblicato da Anna De Simone il 3 Dicembre 2014