Forno con pirolisi, vantaggi e svantaggi
Forno con pirolisi, vantaggi e svantaggi, opinioni di chi lo usa e comparazione tra forno pirolitico e catalitico. Consigli alla scelta del nuovo forno autopulente.
Diciamolo subito: l’idea di un forno autopulente regala gioia e felicità a tutte le donne, me compresa! Bisogna, però, considerare diversi fattori. Come per ogni cosa, anche il forno con pirolisi presenta pro e contro e in questa pagina li analizzeremo insieme.
Forno con pirolisi, svantaggi e vantaggi
Te lo dico subito, se sei una di quelle persone che evita di fare due lavastoviglie per ridurre i consumi elettrici, il forno pirolitico non fa per te. Tra gli svantaggi principali della pirolisi, infatti, vi sono elevati assorbimenti energetici.
La pirolisi è un processo di pulizia eccellente. Funziona? Sì. Consuma? Tantissimo. Non è affatto ecologico neanche nelle declinazioni più tecnologiche. I primi forni pirolitici erano più energivori in quanto questo processo durava anche 2 – 4 ore in base al modello.
I forni con pirolisi più all’avanguardia, vedono un’autopulizia dalla durata dimezzata, compresa tra i 60 e i 120 minuti. La durata in sé non è annoverata tra gli svantaggi, infatti puoi avviare la pirolisi di sera, quando ormai sei certa di non dover usare il forno.
Allora, gli svantaggi del forno con pirolisi sono essenzialmente due:
- Consumi elettrici elevati
- Vincolo ad acquistare accessori da forno resistenti alla pirolisi*
*Approfondisco bene questo concetto. Personalmente ho avuto modo di usare tre forni pirolitici, uno targato Bosch, uno AEG e l’altro Siemens (che attualmente ancora usa). Tutte e tre le esperienze sono state positive in termini di pulizia ottenuta ma, non tutti i produttori forniscono leccarde da forno adatta alla pirolisi… quindi, in alcuni casi, con la funzione autopulente mi sono trovata a poter pulire e sgrassare il forno ma non pulire la teglia da forno. Ho dovuto ovviare al problema acquistando, da parte, una leccarda da forno resistente alla pirolisi.
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Gli accessori da forno non resistenti alla pirolisi vanno lavati a mano ed è una vera seccatura. Non si tratta di un capriccio ma solo di praticità: se ho una funzione (l’autopulizia pirolitica) dal momento che l’attivo (e investo molta energia per un ciclo completo), allora voglio sfruttare a pieno la funzione anche per pulire teglie e leccarde. Ma questa è solo la mia opinione personale! Sono adatti alla pirolisi le leccarde smaltate mentre, ho imparato a mie spese, le teglie non adatte alla pirolisi tendono a scolorirsi o addirittura leggermente a deformarsi.
Per quanto riguarda i vantaggi, è chiaro: è possibile avere il forno sempre pulito, sempre al top (compreso il vetro!) senza dover sprecare una goccia di sudore!
Le opinioni che, con il tempo, mi sono fatta dei forni pirolitici sono molto positive e gli unici svantaggi sono quelli che ho elencato in alto.
Quanto consuma un forno pirolitico?
Forno con pirolisi, consumi. I consumi sono annoverati tra gli svantaggi del forno con pirolisi, ma a quanto ammontano? In genere, i forni pirolitici presentano diverse modalità di autopulizia, o meglio, diverse intensità.
I forni pirolitici offrono un grado di autopulizia “leggero”, “medio” e “intenso”. Nella mia esperienza personale non ho mai dovuto impiegare la modalità “intenso” (che è anche quella dalla durata maggiore). Ho sempre usato la pirolisi “leggera” e i consumi dipendono sia dall’intensità che dal modello acquistato.
Volendo generalizzare e anche leggendo i consumi dei forni pirolitici che ho usato, posso riferire consumi per la pirolisi compresi tra i 2,5 e 4,8 kW.
Meglio un forno pirolitico e catalitico?
Sempre basandomi su opinioni ed esperienze personali, posso dire che, per quanto mi riguarda, molto meglio un forno pirolitico. Anche in questo caso la mia valutazione è puramente pratica!
La catalisi al pari della pirolisi, è una tecnologia che nei forni è sfruttata per l’autopulizia e che, come scotto da pagare, prevede consumi molto elevati. Anche in questo caso si parla di almeno 2.5 – 3 kw di assorbimento (in pratica come tenere accesa, per un’ora, un’asciugacapelli da 2.800 watt!).
Un forno catalitico sfrutta la capacità di alcune sostanze di catturare i composti organici trasformandoli in prodotti gassosi che sono eliminati molto facilmente. Nei forni catalitici, quindi, vi sono dei pannelli interni rivestiti da smalti che tendono a usurarsi per eseguire la catalisi. Questi pannelli vanno sostituiti periodicamente, in base al numero di volte che si pulisce il forno. In media, i produttori affermano che i pannelli vanno sostituiti ogni 2 anni. La pirolisi, al contrario, sfrutta elevate temperature per la pulizia del forno e non prevede alcuna usura o componenti da sostituire.
Pubblicato da Anna De Simone il 12 Febbraio 2018