Formaldeide e paraformaldeide
Formaldeide, un nome che può suonare famigliare ma è difficile dire perché. Lo si trova utilizzato in vari settori, in quello alimentare come in quello agricolo, può essere considerato nocivo, cancerogeno, ma è a volte utilizzato anche in modo efficace. Vediamo qual è la sua natura e quando evitare di entrarvi in contatto.
Formaldeide: cosa è
La formaldeide, pur sembrando complessa, è la forma più semplice delle aldeidi e può essere chiamata anche aldeide fòrmica o metanale. Come formula chimica ha CH2O, in soluzione acquosa al 37% è commercialmente nota anche con il nome di formalina o formolo e forse, almeno la formalina, già è un termine di uso più comune. La molecola della formaldeide è planare e se la guardiamo bene vediamo come sono sistemati gli atomi che la formula chimica “cita”.
C’è un atomo di carbonio al centro di un triangolo che sembrerebbe quasi equilatero con vertici “occupati” da due atomi di idrogeno, quel “H2” della formula, e da uno di ossigeno.
Formaldeide e paraformaldeide
Se suona strana la formaldeide, figuriamoci la paraformaldeide . Vediamo come nasce e cosa è. Si tratta di una delle due possibili forme in cui troviamo la formaldeide che, gassosa a temperatura ambiente, può essere formalina oppure paraformaldeide, appunto, in forma di 1,3,5-triossano, molecola ciclica formata dall’unione di tre molecole di formaldeide. Sono complessi meccanismi chimici e fisici che, se non per lavoro o passione, non si va ad indagare nello specifico ma è utile sapere che la paraformaldeide può essere riconvertita in formaldeide.
Formaldeide: dove si trova
Le soluzioni acquose in cui si trova, la formalina ad esempio, sono incolori ma hanno un odore caratteristico e hanno un potente potere battericida. Ecco perché troviamo queste sostanze spesso contenute in disinfettanti per uso domestico, basta dare una occhiata al supermercato, negli scaffali, consultando le etichette, cosa che dovremmo fare spesso, per vedere che entra nelle nostre case a nostra insaputa.
E’ impiegata, in soluzione acquosa, anche nel settore della produzione di tessuti a livello industriale, sempre per via delle sue proprietà di battericida.
Altro utilizzo che troviamo di questo tipo di soluzioni di aldeide formica è quello “da laboratorio”, luogo in cui servono per conservare campioni di materiale biologico, va da sé che in alcune tecniche di imbalsamazione risulta una sostanza molto impiegata.
Formaldeide cancerogena
Oltre ad essere pericolosa se ingerita, la formaldeide è cancerogena per lo meno sui roditori, esseri nel cui organismo essa è in grado di interferire con i legami tra DNA e proteine. La IARC, Associazione Internazionale per la Ricerca sul Cancro, già dal 2004 ha inserito la formaldeide nell’elenco delle sostanze considerate con certezza cancerogene per la specie umana, questo ci deve mettere in guardia ma non mettere nel panico prima di quantificare con precisione il tipo di pericolo e di dannosità.
Le concentrazioni di solito presenti negli edifici sono molto sotto la soglia di allarme cancerogeno, va invece fatta molta attenzione quando la formaldeide viene utilizzata nel quotidiano dagli addetti alle lavorazioni industriali.
Ultimamente questa sostanza è stata classificata, rispetto al suo essere cancerogena, in modo diverso. Dalla categoria “sospettata di provocare il cancro” è passata a quella di “può provocare il cancro”.
Formaldeide nei vaccini
Sempre in soluzione acquosa, quindi come formalina, viene usata nella produzione di vaccini e di anatossine che sono tossine che perdono la tossicità ma mantengono la immunogenicità, a partire da tossine batteriche. Sempre la formalina può essere impiegata per realizzare vaccini basati su microrganismi uccisi.
Non è il principale uso della formaldeide, quello dei vaccini, però, perché la troviamo soprattutto protagonista o almeno co protagonista della produzione di polimeri e di altri composti chimici. Come reagente, è presente anche nel processo di produzione di altri composti organici tra cui polioli, come la pentaeritrite.
Tornando tra gli scaffali del supermercato dove prima abbiamo trovato prodotti per l’igiene con formaldeide, cambiano settore ma sempre guardando le etichette, la troviamo anche tra gli additivi alimentari con la sigla E 240: è usata come conservante.
Formaldeide in smalti
Insieme all’urea, è usata come vernice collante di pannelli in legno di truciolato o come elemento per realizzare pannelli fonoassorbenti, quelli che troviamo in alcuni controsoffitti oppure come divisori negli uffici open space. La cosa che può turbare è il fatto che con il passare degli anni questa sostanza tende a volatilizzarsi nell’ambiente circostante e sappiamo tutti che inalarla a lungo e in modo continuato non fa bene alla salute.
Nel settore tessile quando vengono applicati i naftoli, la formaldeide serve a dare maggiore stabilità alle soluzioni naftoliche, nelle fasi successive, quando si usano tinture ottenute con coloranti diretti, la formaldeide può essere molto utile per migliorarne le solidità all’acqua ed ai lavaggi in generale.
Formaldeide: capelli
Oltre ad essere una sostanza che può causare il cancro, come prima ben esplicitato, la formaldeide può essere responsabile di alcuni processi di danneggiamento nei confronti del nostro corpo. E’ infatti considerata uno dei più diffusi inquinanti di interni e, se presente a concentrazioni nell’aria superiori a 0,1 ppm, può irritare per inalazione le mucose e gli occhi, oltre che danneggiare i capelli e la pelle in generale.
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Pubblicato da Marta Abbà il 25 Dicembre 2017