Fonti rinnovabili nel territorio italiano: la mappatura Legambiente
Fonti rinnovabili nel territorio italiano, a mapparle, raccontarle e commentarle ogni anno arriva Legambiente regalando al Paese il suo sguardo attendo e preparato. Sfogliando il Rapporto Comuni Rinnovabili è interessante osservare le novità del 2015, anno di Expo, che ha visto coprotagonista anche temi inerenti alle Fonti rinnovabili nel territorio italiano, ma anno anche di altri cambianti dal punto di vista di incentivi e di leggi.
Il Rapporto è stato realizzato elaborando informazioni e dati ottenuti attraverso un questionario inviato ai Comuni, incrociando le risposte con i dati del GSE, con numeri e rapporti che provengono da TERNA, Enea, Itabia, Fiper, ANEV e con le informazioni provenienti da Regioni, Province e aziende.
Prima di inoltrarci in una foresta di luci e ombre, frutti dolci o velenosi, una bella notizia sul panorama delle fonti rinnovabili nel territorio italiano: in dieci anni è passato da 356 a 8047 il numero di Comuni in cui è installato almeno un impianto da fonti rinnovabili. Se questi numeri non vi dicono niente, intendetela così: in tutti i Comuni c’è ad oggi almeno un impianto.
Sarà interessante vedere come ciascuno si è organizzato articolando le proprie forze e idee nell’uso delle diverse fonti ma resta che è aumentata l’attenzione sulle fonti rinnovabili nel territorio italiano. Anche focalizzando l’attenzione sull’ultimo anno, anche se qualche ombra è comparsa, possiamo continuare ad affermare che è aumentata la diffusione per tutte le fonti, certo non possiamo assolutamente accomodarci e stare a guardare né contare sulla forza d’inerzia.
Anzi, come Legambiente suggerisce nel suo prezioso rapporto, ci sono importanti provvedimenti da prendere per restare a livelli ragionevoli ed europei per quel che riguarda le fonti rinnovabili nel territorio italiano.
Fonti rinnovabili nel territorio italiano: quali sono
Dal solare fotovoltaico a quello termico, dall’idroelettrico alla geotermia ad alta e bassa entalpia, agli impianti a biomasse e biogas integrati con reti di teleriscaldamento e pompe di calore. Il panorama delle fonti rinnovabili nel territorio italiano è vario, ricco e da custodire e far crescere in quantità e qualità.
Per fare ciò è necessario sapere la situazione attuale per avere un punto di partenza e capire come impostare azioni che calzino sul territorio e non calino dall’alto con il rischio di fallire. Ecco quindi quali sono le fonti rinnovabili nel territorio italiano, partendo dalle più utilizzate.
I Comuni del solare sono 8.047, del solare fotovoltaico 6.882 ma il numero che mi piace è il 1.420: sono i Comuni dove grazie a questa tecnologia la produzione di energia elettrica supera il fabbisogno delle famiglie residenti. Al fine 2015 sono risultati installati impianti corrispondenti ad una produzione di 18.960 i MW, in particolare 305,3 nuovi MW, datati 2015. Cifra importante perché recente, ma non solo: sono impianti realizzati senza incentivi diretti, in regime di Scambio, sul Posto o di Ritiro Dedicato. Spesso sono di dimensione media o ridotta e sui tetti.
I Comuni dell’eolico sono 850, la potenza installata totale è 9.270 MW, nel 2015 474,4 MW e sono 323 i Comuni che possiamo considerare autonomi dal punto di vista elettrico grazie all’eolico. Per lo più osservando le fonti rinnovabili nel territorio italiano per l’eolico emerge la presenza di impianti di grande, media e micro taglia, in tutto il Paese. Per quanto riguarda il mini idroelettrico i Comuni sono 1.275, gli impianti installati in totale arrivano ad una potenza in grado di soddisfare il fabbisogno di energia elettrica di 2 milioni di famiglie.
Lo stesso fabbisogno soddisfatto emerge per la geotermia che nel “bilancio” sulle fonti rinnovabili nel territorio italiano conta 535. Curioso osservare che la produzione per gli impianti geotermici è storicamente localizzata tra le province di Siena, Grosseto e Pisa ma tra le fonti rinnovabili nel territorio italiano questa rappresenta una opportunità importante per tutto il Paese.
Proseguendo misurare le fonti rinnovabili nel territorio italiano troviamo i Comuni delle bioenergie che sono ad oggi 3.137, questa categoria include quelli dotati di impianti a biomasse che, nel loro complesso, hanno consentito nel 2015 di soddisfare il fabbisogno elettrico di oltre 7,7 milioni di famiglie.
Fonti rinnovabili nel territorio italiano: il progetto Comuni Rinnovabili di Legambiente
A prendersi la briga di mappare l’energia verde e l’innovazione nelle reti energetiche italiane da nove anni a questa parte è Legambiente che fotografa lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel territorio italiano con occhio vigile ai cambiamenti in atto.
Oggi le fonti rinnovabili coprono oltre il 32% delle fabbisogno energetico elettrico nazionale e il 15% complessivo grazie ad un mix di 700mila impianti da fonti rinnovabili diffusi nel 100% dei Comuni italiani. Non è mai abbastanza, però, il numero di comuni rinnovabili, tante piccole gocce che possono far diventare l’Italia un oceano green, virtuoso.
Ecco quindi che, a proposito di rinnovabili, rinnovo l’invito a partecipare all’iniziativa di Legambiente visitando il sito dedicato Comuni Rinnovabili. E’ facile e gratuito. Ed è interessante e doveroso. C’è anche la possibilità di competere nel campionato europeo basato sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e sulle politiche di efficienza e mobilità.
La crescita delle fonti rinnovabili in Italia
Con la crescita delle fonti rinnovabili nel territorio italiano si sta riducendo la produzione da termoelettrico: è una bella notizia perché quelli sono gli impianti più inquinanti e dannosi per il clima e per l’ambiente tutto. In dieci anni si è registrata una riduzione del 30%. Le importazioni dall’estero di fonti fossili, in particolare di petrolio e gas, sono calate: in 10 anni per il gas si ha un -17,7% , per il petrolio un -38%.
Un altro calo “positivo” legato alla crescita delle fonti rinnovabili nel territorio italiano è quello delle emissioni di CO2: dal 1990 al 2014 – dati di Ispra – sono diminuite del 19,8%. Questo porta vantaggi sia ambientali sia economici e, a proposito di risparmi, grazie anche alla produzione di solare e eolico, si riduce il costo dell’energia nel mercato elettrico. Il PUN (prezzo unitario nazionale dell’energia) è calato anche nel 2015, nonostante tutto.
Veder crescere le fonti rinnovabili nel territorio italiano fa venir voglia, spero,di investire in questo settore e la mente corre alla questione occupazione. In una prospettiva duratura di innovazione energetica, secondo Legambiente, possiamo sperare in 200mila unità di occupati nel settore delle fonti rinnovabili nel territorio italiano. Per il comparto dell’efficienza e riqualificazione in edilizia altri 600mila.
Dopo tutte queste belle notizie e grandi speranze, torniamo coi piedi per terra e prendiamo atto che gli investimenti nelle fonti rinnovabili nel territorio italiano non vanno affatto bene. Nel corso del 2015 le installazioni sono aumentate con ritmi molto inferiori rispetto al passato, l’Italia resta al pelo fra i Paesi di punta nel mondo come installazioni, ma sta scomparendo dal panorama internazionale ed è necessario un repentino colpo d’ala. Un cambio delle politiche, una strategia oggi assente.
Oggi non esistono Linee Guida per i progetti sulle fonti rinnovabili nel territorio italiano e questo ostacola il paese, anche nelle sue realtà locali più virtuose. Pensiamoci, e intanto osserviamo la crescita delle fonti rinnovabili nel territorio italiano riflettendo: sono buoni numeri, non buttiamo la fatica fatta finora per ottenerli.
Fonti Rinnovabili: la diffusione nelle regioni italiane
Idroelettrico, solare, eolico, geotermia e bioenergia: quanti MW prodotti e dove. Ecco un’ottima descrizione della distribuzione delle fonti rinnovabili nel territorio italiano facilmente leggibile e che vi lascia liberi di cercare la vostra regione, di “spiare e invidiare” le altre, di indignarsi e pretendere di più. A voi il divertimento di scovare le particolarità non scontate oltre a trovare conferme di ciò che “beh, si sapeva”. Io ho stanato numeri che mai avrei pensato. Voi?
Comuni 100% rinnovabili
Tra i 39 Comuni 100% rinnovabili indicati nel rapporto di Legambiente relativo alle fonti rinnovabili nel territorio italiano non ci sorprende il fatto di trovarne molti situati in Alto Adige. Un po’ un “vincere facile” scommetterci. Ciò che ho trovato meno ovvio e quindi più da accentuare è la presenza non solo di “Piccoli” Comuni.
Risultati importanti sono stati raggiunti in poco tempo grazie alle “nuove” fonti rinnovabili anche in Comuni con oltre i 100mila abitanti e, che siano tra i primi 39 o meno, ne esistono 7 in cui già oggi si produce più energia elettrica di quella consumata dalle famiglie residenti. Ad esempio Parma e Ravenna vantano un forte contributo “solare fotovoltaico”, anche Foggia non se la cava male.
I Comuni italiani che producono più energia elettrica di quanta ne consumino le famiglie residenti sono 2.660, sono 44 invece quelli che superano largamente il proprio fabbisogno termico grazie a impianti di teleriscaldamento collegati a impianti da biomassa o geotermici.
Lato elettrico il successo è frutto di un mix di impianti diversi da fonti rinnovabili, lato termico il merito è spesso di impianti a biomasse e geotermici allacciati a reti di teleriscaldamento. Oltre ai Comuni al 100% rinnovabili sia per le componenti termiche che elettriche, ci sono quelli che a breve spero di potervi raccontare come tali.
Sono i 613 che, grazie alle rinnovabili, producono dal 99 al 70% di energia elettrica rispetto ai fabbisogni domestici, e, in coda, i 614 che hanno una percentuale variabile tra il 70 e il 50%. Restano i 1.766 che devono darsi una svegliata perché con fonti rinnovabili producono solo dal 50 al 20% dell’energia elettrica necessaria ai fabbisogni familiari.
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Pubblicato da Marta Abbà il 25 Maggio 2016