Fiume Colorado: si sta prosciugando
Del fiume Colorado se ne è parlato di recente non per declamarne la bellezza ma per denunciare una situazione di emergenza, purtroppo, e la vittima di tale emergenza è il fiume stesso che rischia di sparire. Sparire del tutto magari no, ma la mancanza di acqua che scorre è sempre più evidente. Non si tratta solo di una questione estetica, anzi, che cambi il panorama non è né un bene né un male, il problema è che la sparizione di un fiume va a compromettere l’equilibrio dell’ecosistema dell’area con conseguenze sia sulla flora e sulla fauna, sia sugli abitanti “umani” del territorio.
Fiume Colorado, USA
Il fiume Colorado ha un nome anche locale, in mojave, che è “‘Aha Kwahwat”, scorre nel sud-ovest degli Stati Uniti e anche in una parte del Messico, in quella a nord-ovest, ovviamente. Dalla sorgente al suo gettarsi nell’oceano Pacifico percorre in totale 2.330 km, con una portata totale che varia da 113 m³/s durante la siccità a 28.000 m³/s durante i periodi di massima piena.
Per ciò che abbiamo appena premesso queste stime sono certo in eccesso, ormai da anni non si registrano più numeri come quello citato per la massima piena e ci si avvicina sempre di più alla condizione di siccità prolungata. Il motivo sta nella presenza di grandi bacini che sono stati costruiti assieme e per delle centrali idroelettriche.
Fiume Colorado e la diga Hoover: conseguenze
Prima dell’esistenza dello sbarramento della diga Hoover la portata totale media era attorno ai 620 m³/s, ora ci possiamo scordare questi numeri. Ciò che sta accadendo in questo ultimo decennio è davvero grave, il fiume Colorado non riesce nemmeno a raggiungere il mare in alcuni anni particolarmente “ardenti” in cui la siccità non lascia tregua.
In teoria il corso del fiume dovrebbe condurci nel golfo della California ma il prelievo delle acque, effettuato da anni per irrigare la Imperial Valley o per altri usi ma sempre per mano nostra, ha fatto sì che il fiume Colorado si prosciugasse nel tratto messicano, faticando ad arrivare alla foce, a volte non riuscendoci proprio.
Fiume Colorado e Grand Canyon
Il fiume Colorado ha disegnato nel vero senso della parola il Grand Canyon scavandone le rocce e facendolo diventare un monumento naturale, uno dei più famosi degli Stati Uniti. Il suo scorrere lento e costante, da millenni, ha segnato anche la storia di questa regione, non solo per motivi geografici. Questo fiume solo nel 1846 è diventato parte degli Stati Uniti, una ventina di anni dopo, poco più, John Wesley Powell ha percorso le sue rapide.
Siamo nel 1869 e lo ha fatto per stabilire se esistevano abbastanza risorse idriche per colonizzare il West, il governo degli Stati Uniti voleva saperlo. Lui disse no, ma si andò avanti comunque, ed ecco il fiume sofferente che oggi vediamo (non)scorrere.
Per costruire infrastrutture e canali, il governo negli anni ha speso 4,4 miliardi di dollari realizzando il Central Arizona Project, un sistema di canali che porta la sua acqua a decine di chilometri di distanza servendo addirittura la città di Phoenix e tutte le aree agricole che di fatto devono al fiume Colorado la loro produttività. Quando è iniziato il business del cotone, ai tempi della guerra civile, i problemi di carenza di acqua si sono aggravati: si tratta di una pianta molto assetata e il fiume Colorado non è in grado di sostenerla. Lo si vede oggi, che sta sparendo, ma lo si poteva intuire già dal “No” del 1869 che gli americani avevano ignorato.
Il cotone come coltivazione, richiede per chi non lo sapesse, un quantitativo di acqua sei volte maggiore della lattuga, il 60% in più del grano, al logica suggerirebbe convertire i campi ma purtroppo non sempre si procede secondo la logica, o meglio, a guidare sono logiche egoiste e poco lungimiranti, piuttosto che altre più attente all’ambiente e che sanno guardare all’orizzonte. L’orizzonte, per il fiume Colorado, è desertico, arido, “grigio”.
Fiume Colorado: percorso
Per chi volesse seguire il percorso del fiume, incrociarlo e accompagnarlo per una parte del suo procedere verso il Golfo della California, è bene sapere che esso attraversa una parte dell’arida regione sul versante ovest delle Montagne Rocciose. Il suo bacino idrografico, di circa 630.000 km², è stato abitato per almeno 8.000 anni, per ultimi dagli indiani navajo, poi sono arrivati gli spagnoli, nel XVIesimo secolo, e molte cose sono cambiate. Anche la flora è cambiata, ci sono più piante resistenti alla siccità
Se vi è piaciuto questo articolo continuate a seguirmi anche su Twitter, Facebook, Google+, Instagram
Pubblicato da Marta Abbà il 7 Giugno 2018