Filtro antiparticolato: vantaggi e svantaggi
Il filtro antiparticolato (DPF – Diesel Particulate Filters) serve a limitare le emissioni di polveri sottili (PM10 soprattutto) dei motori diesel. Attualmente è la migliore tecnologia disponibile a questo scopo e ciò lo rende importante. I vantaggi sono indiscutibili, ma c’è qualche pecca che è bene considerare.
In città il traffico veicolare è responsabile del 70% delle emissioni di PM10, che di frequente superano i limiti di legge e rendono l’aria malsana. La colpa è soprattutto dei veicoli diesel perché emettono polveri sottili più dei benzina. Considerato che negli ultimi anni si sono vendute molte più auto diesel, l’aria in città dovrebbe essere irrespirabile.
Se questo non è avvenuto, anzi si registra qualche miglioramento della qualità dell’aria, è merito soprattutto della tecnologia dei filtri antiparticolato montati sulle auto. Questi ovviamente non sono gratis, a volte vengono presentati come costosi optional, ma decisamente sono utili e dovrebbero far parte della dotazione standard delle auto diesel.
Vantaggi del filtro antiparticolato
I vantaggi sono tutti per l’ambiente e per la collettività. Se dovessimo fare un discorso egoistico, all’automobilista resta solo la spesa in più e semmai la possibilità di entrare in qualche ZTL. Ma il gioco vale la candela. Il filtro antiparticolato riduce del 90-95% le emissioni di particelle di polveri sottili, di tutti i diametri e non solo le PM10. Inoltre riduce le emissioni di monossido di carbonio (CO) e di idrocarburi incombusti (HC). Si ottiene anche una riduzione degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) e di altri composti. Dunque il filtro antiparticolato montato sui motori diesel è sicuramente positivo per la qualità dell’aria che respiriamo.
Svantaggi del filtro antiparticolato
Il primo è che con il filtro antiparticolato i consumi dell’auto aumentano (del 3% circa) per via della contropressione allo scarico causata dal progressivo intasamento del filtro. Altro svantaggio del filtro antiparticolato è che necessita di pulizia periodica, un processo che si chiama rigenerazione, per evitare che si intasi e riduca le prestazioni dell’auto.
Dopo la rigenerazione le emissioni di CO aumentano leggermente, ma talmente poco da non essere un problema. A un certo punto il filtro antiparticolato va anche sostituito perché le rigenerazioni non bastano più. Mediamente la sostituzione avviene dopo 80-100mila chilometri, ma sugli ultimo modelli si arriva anche a 180mila km.
Pubblicato da Michele Ciceri il 30 Agosto 2014