Filiera corta, se ne sente parlare spesso e suona come qualcosa di buono e che fa bene all’ambiente, ma c’è anche chi sostiene che siano solo chiacchiere, oppure chi si etichetta come Filiera corta senza poi esserlo davvero. In questa situazione di ambiguità in evoluzione, chiariamoci le idee e decidiamo autonomamente.
Filiera corta: definizione
In generale quando parliamo di filiera corta, vogliamo riferirci ad una prodotto che ci arriva in mano dopo una serie di passaggi, dalla sua origine alla suo arrivo nelle nostre mani, che non devono essere numerosi. Il nostro acquisto, che sia un alimento, un vestito, un oggetto, deve passare di mano in mano poche volte, il numero di passaggi deve essere minimo tra produttore e consumatore per poter parlare di Filiera corta.
Ci sono casi di “finte” filiere corti, ma altri in cui più che “corte” si potrebbero definire “minime” visto che si instaura un dialogo diretto tra chi produce e chi consuma o usa, che esclude l’intermediatore, evita spese di trasporto, ma non solo. Anche l’inquinamento che ne deriverebbe.
Filiera corta alimentare
La Filiera corta più chiacchierata e utilizzata è quella che riguarda prodotti alimentari. Quando ci rivolgiamo a questa modalità di acquisto di cibo, troviamo prodotti spesso biologici e naturali e abbiamo modo di verificare direttamente la qualità, ma anche la provenienza e i metodi con cui sono stati creati e impacchettati.
Una delle occasioni per conoscere e acquistare cibi provenienti dalla Filiera corta è quella di recarsi direttamente nel luogo di produzione ma oggi possiamo anche cercarli in negozi, Farmer Market, GAS e ristoranti. Anche alcuni supermercati lungimiranti propongono alimenti con fierezza.
Tra le ragioni che ci possono spingere a cercare la Filiera corta le più sentite sono la voglia e la necessità di nutrirsi in modo sano e con alimenti di stagione, biologici, saporiti e meno “inquinati” possibile.
Ci sono anche realtà organizzate che offrono prodotti della Filiera corta alimentare a domicilio: sono riusciti a organizzare una distribuzione a basso impatto ambientale nella zona in cui si trovano, raggiungendo gli amanti della Filiera corta a casa loro con cassette di stagione o settimanali. Spesso contengono frutta e verdura ma anche olio e formaggi, conserve e vino.
Filiera corta e Km zero
Quando parliamo di Km zero in parte intendiamo Filiera corta ma i due termini non coincidono. Nel primo caso ci si vuole soffermare molto sulla fase di distribuzione e non tanto sui passaggi che dall’origine al consumo il nostro prodotto compie.
Il concetto di Km Zero è altrettanto legato alla sostenibilità che quello della Filiera corta, è un desiderio sempre mosso dalla volontà di rispettare il mondo che ci circonda inquinando il meno possibile.
Come spesso accade, minimizzando la nostra impronta sul pianeta, si finisce per ridurre anche i costi di trasposto con l’idea di Km Zero, motivo per cui anche aziende non piccole sono attente a questo modo di fare che sta prendendo piede in Italia come in altri paesi più green di noi. Spesso acquistando o distribuendo alimenti a Km Zero, anche gli imballaggi sono ridotti al minimo, studiati per essere funzionali e a spreco zero o quasi.
Impossibile, parlando di Filiera corta e di Km Zero, non citare Slow Food, l’associazione eco-gastronomica che dal 1989,in anteprima, porta avanti queste idee regalandoci un’opzione gustosa alternativa all’alimentazione fast. Nutrirsi di cibo slow nutre anche le tradizioni locali di una terra come quella italiana, che ne ha di famose in tutto il mondo.
Ce le invidiano e noi spesso le ignoriamo andando in cerca della nostra marca preferita di junk food, in arrivo nel supermarket da miglia e miglia di distanza.
Filiera corta del Pulmino Contadino
Una realtà che dalla teoria è passata ai fatti, mettendo in atto tutti i principi della Filiera corta, è il Pulmino Contadino. Questo mezzo è partito da Massa Marittima percorrendo regolarmente, ogni settimana, le campagne maremmane in modo da collegare utenti e produttori, sparsi chi sulla costa e chi nell’entroterra. Da una parte ci sono Follonica, Piombino, Castiglione della Pescaia e Grosseto, dall’altra aree come quella delle Colline Metallifere, sempre meno abitate. Non solo, ma con in mente la riduzione degli sprechi questa associazione vuole arrivare ad una programmazione delle semine e delle raccolte, per limitare al minimo la produzione di eccedenze, ed evitare di avere prodotti che resterebbero invenduti.
La Filiera corta del Pulmino Contadino è un modo per far collaborare produttori e acquirenti, unendone le esigenze e abbattendo costi e impatto ambientale del trasporto: è una Filiera cortissima.
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