Fichi d’India: coltivazione e raccolta
Il genere opuntia della famiglia dei cactus, più comunemente noto come cactus di fico d’India, è una pianta originaria delle Americhe, frequentemente riscontrabile in grandi popolazioni in Messico e nelle regioni aride e secche degli Stati Uniti occidentali e meridionali, oltre che anche nel nostro Paese in buona parte del mondo, dove è stato introdotto con alterne fortune.
Le foglie e i frutti di questi cactus sono frequentemente utilizzate in cucina, e anche nella medicina tradizionale dei luoghi di origine dei fichi d’India, dove rappresentano un rimedio naturale per una varietà di disturbi.
Ora, anche se è vero che il modo più semplice per poter assaggiare questi frutti è sicuramente quello di acquistarli nei negozi di alimentari, potresti anche essere interessato a coltivare il tuo cactus di fico d’India in giardino, per raccogliere i frutti o le foglie da mangiare a casa o da condividere con gli amici.
Nei luoghi dove il clima è più favorevole, peraltro, i fichi d’India sono facili da coltivare e riusciranno a crescere piuttosto bene, richiedendo poca acqua, tollerando la siccità e rappresentando altresì un’aggiunta esteticamente attraente per il paesaggio.
Come coltivare il fico d’India
Il primo passo per coltivare il fico d’India è determinare dove si vuole coltivare il cactus.
Tieni conto che i fichi d’India possono essere coltivati in contenitori o in terra. Se coltivati in un contenitore, è bene scegliere una miscela adatta, con fori di drenaggio e l’utilizzo di uno strato di ghiaia sul fondo. Quando si coltivano fichi d’india nei contenitori, sarà necessario trapiantarli in vasi più grandi ogni volta che il cactus si radica.
Per quanto concerne la coltivazione in terra, si noti come il cactus può tollerare anche terreni non ideale, sebbene sia sempre meglio – per la bontà del risultato finale – preferire terreni ben drenanti, sabbiosi o argillosi.
Una volta che hai deciso se vuoi coltivare il cactus nel terreno o in un vaso, dovrai anche decidere come avviare la coltivazione. Hai tre opzioni: partire dal seme, la talea o acquistare una giovane pianta nel tuo vivaio locale.
Naturalmente, l’acquisto di una giovane pianta in un vivaio è il modo più semplice per iniziare, considerato che richiede solo il trapianto del cactus in un luogo soleggiato in un terreno ben drenante. Le piante che hanno superato la primissima fase di vita possono sopportare il pieno sole tutto il giorno e richiedono una quantità minima di acqua. È in ogni caso meglio trapiantare i fichi d’India in primavera.
Se invece si vuole procedere per talea, bisognerà prima di tutto acquisirla da qualcuno che ha una pianta già cresciuta. Bisognerà fare particolare attenzione, usando guanti e coltello affilato per tagliare nella zona giusta senza danneggiare la pianta. Per quanto ovvio, se non sei un esperto, lascia fare questa operazione a chi ne sa più di te!
Fatto ciò, sistema le parti tagliate in una zona asciutta e ombreggiata, lontano da bambini e animali domestici. Lasciale fuori per circa una settimana per permettere al taglio di asciugarsi e formare un “callo”. Quindi, metti l’estremità callosa da uno a due centimetri di profondità in un contenitore e aiutati con del terreno per aiutare il taglio a stare in piedi.
Il trapianto nel giardino
Se hai scelto di coltivare il cactus di fico d’India in vaso, attendi che cresca per circa un anno prima di trapiantarlo nel tuo giardino. Questo ti permetterà di controllare meglio le condizioni di crescita e di permettere alla pianta di attecchire e di iniziare a produrre nuova crescita.
Ricorda che il tuo cactus richiederà un po’ più di acqua all’inizio, e che quindi devi fare attenzione quando il terreno si asciuga, per dargli dell’acqua. All’inizio potrebbe essere necessario farlo una o due volte alla settimana.
Una volta che la vostra pianta si sarà stabilizzata, sarà in grado di sopportare il pieno sole tutto il giorno, e, dunque, potrai spostarla nella sua posizione permanente.
Consigli
Ricorda che il fico d’India di norma non avrà alcun bisogno di essere potato se non per rimuovere le parti danneggiate. Il cactus non richiede inoltre alcun fertilizzante, salvo il caso in cui non si renda necessario incoraggiare la crescita delle piante giovani con un apposito prodotto.
La raccolta
Le foglie e i frutti del fico d’India sono commestibili.
I frutti dolci, chiamati appunto fichi d’India, vengono mangiati crudi o utilizzati per la produzione di gelatine e marmellate. È anche possibile ottenere dell’ottimo succo di fico d’India, che può essere gustato da solo o usato come componente di cocktail.
Ricordiamo infine che sia le foglie che la frutta di questo cactus sono utilizzati nella medicina tradizionale per curare una serie di malattie, tra cui il diabete e il colesterolo alto. Naturalmente, non ci sono evidenze cliniche che suggeriscano che effettivamente questi elementi naturali possano essere utilizzati per questo scopo e, dunque, l’utilizzo del fico d’India per tali finalità rimane confinato essenzialmente nella medicina naturale tradizionale dei luoghi di origine di questa pianta. Per poterne sapere di più invitiamo tutti i nostri lettori a contattare il proprio medico di riferimento.
Pubblicato da Anna De Simone il 11 Agosto 2020