Fibre naturali, oggi rappresentano il 40% di quelle tessili utilizzate nel mondo, ma continuano a vincere quelle sintetiche e artificiali, con il loro ingombrante 60%. Per utilizzarle di più e meglio, vediamo quali sono e che proprietà hanno.
Fibre naturali: quali sono
Sono di più di quanto si pensi, le andremo a leggere in un elenco, ma iniziamo dalle più diffuse. Prima fra tutte le Fibre naturali c’è il cotone, prodotto in Cina, Stati Uniti, Pakistan, India, Uzbekistan, Turchia e Brasile, principalmente, anche se sta emergendo in altre zone, in Africa: Mali, Benin, Burkina Faso, Ciad.
Tolto il cotone, che spopola, altre fibre importanti che sono alla base dell’economia dei paesi che le producono sono la juta, regina dell’India e del Bangladesh, e a seguire altre ugualmente note e apprezzate come il sisal, la canapa, la fibra di cocco, il lino, la seta.
Fibre naturali: come usarle
Le Fibre naturali vengono scelte e apprezzate, e usate, per i loro innumerevoli vantaggi. Il più evidente è l’ecocompatibilità: sono materiali che provengono da fonti rinnovabili e sono biodegradabili, molto green. Questo non vuol dire che non siano comode: a contatto con la pelle risultano estremamente morbide e piacevoli.
Troviamo Fibre naturali nel mercato dei vestiti e della biancheria, ma non solo. Chi le sceglie, però, deve sapere che non sono a impatto zero. Quando parliamo di Fibre naturali non possiamo certo negare che la loro produzione implichi consumo di terreni, acqua e sostanze chimiche. Il “naturali” non è una bugia, significa che esiste un rispetto raro dell’equilibrio tra risorse disponibili e consumi minimizzando l’uso di sostanze o materiali di origine chimica.
Fibre naturali: elenco
Le fibre tessili naturali di origine vegetale sono: Cotone, Lino, Canapa, Iuta, Ramiè o filato di ortica, Sisal, Cocco, Ginestra, Ibisco, Manila, Paglia, Bamboo, Sughero. Tra quelle di origine animale troviamo: Lana Merinos, Shetland, Bluefaiced Leicester, Pelo, Angora, Cachemire, Cammello, Mohair, Alpaca, Lama, Vigogna o vicuña, Bisonte, Quivut o Quivuk, Seta, Crine, Bisso.
Fibre naturali: canapa
La canapa è meno diffusa di quanto potrebbe per via del proibizionismo legato al suo utilizzo in altri campi ben diversi da quello tessile, settore in cui è apprezzata per il colore bianco.
Tra le Fibre naturali è una delle poche che non richiede di solventi chimici per essere sbiancata, la si ottiene dal floema o libro dei fusti delle piante di Cannabis sativa. Utilizzata anche per la produzione di carta, è essenziale per quella di tessuti e corde, fortunatamente oggi ci sono alcune varietà di questa pianta che a questo scopo possono essere coltivate, si tratta di quelle libere da principi psicoattivi.
L’habitat preferito dalla canapa è quello dove vige un clima temperato, una volta raccolta viene macerata e sfibrata per ottenere appunto la fibra tessile. Comoda perché coltivabile più volte sullo stesso terreno, questa pianta arriva anche a 7 metri di altezza dopo solo tre mesi dalla semina.
Fibre naturali: lino
Lo troviamo utilizzato per tovaglie, lenzuola, asciugamani, in cucina e in camera da letto, ma spesso ce lo portiamo anche addosso. Lo amano uomini e donne, il lino, e chi è abile nel ricamo, a punto croce o con altri più complessi punti.
Il lino tra tutte le fibre naturali si distingue per la sua rigidità che dona ai capi un aspetto stropicciato. Gli esperti sanno poi che esistono diversi tipi di lino al variare della finezza delle fibre. I lini fini sono utilizzati per pizzi e merletti, quelli mezzani per tele comuni, quelli grossi per tele ordinarie.
Curioso sapere che le fibre naturali ricavata dal libro del Linum usitatissimum (lino) sono composte per circa il 70% da cellulosa, la loro lunghezza media varia dai 20 ai 30 mm, hanno una sezione poligonale e assorbono l’umidità in modo anomalo. Se bruciato, il lino produce una finissima polvere nero-grigia, troviamo fibre naturali di lino anche nella parte interna della corteccia del tiglio.
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