Anche se la diagnosi di favismo in alcune persone genera piuttosto sconforto, perché si pensa immediatamente a una vita di privazioni e di difficoltà, in realtà… non c’è niente di cui preoccuparsi! Non solamente questa condizione è piuttosto comune, ma le persone con favismo possono vivere una vita normale, a patto che evitino determinati alimenti e alcune sostanze chimiche.
Il rischio che si corre nel momento in cui si ingeriscono alimenti e sostanze vietate è infatti che si finisca in una condizione di emolisi, con “rottura” dei globuli rossi. Ma andiamo con ordine.
Come riconoscere i segni del favismo
Per accertare una condizione di favismo è sufficiente una semplice analisi del sangue. A volte però ci si rende conto di essere favici attraverso i sintomi dell’emolisi, quando ancora si è bambini.
I segnali che i genitori dovrebbero cercare sono:
- pelle pallida causata dall’anemia (basso numero di globuli rossi);
- pelle, occhi e lingua tendenti al giallo, ovvero ittero, causato dai globuli rossi che si rompono;
- urina giallo scuro;
- stanchezza, battito cardiaco veloce e difficoltà di respirazione, causati dal fatto che il corpo non riceve abbastanza ossigeno;
- febbre, temperatura elevata.
Le cause del favismo
È importante ricordare che le persone nascono con questa condizione, che è dunque genetica, ovvero ereditata dai propri genitori.
È tuttavia altrettanto importante segnalare come non tutte le persone siano affette da questa condizione nello stesso modo, poiché vi sono molte varianti (tipi) del problema genetico, tanto che alcune persone ne sono affette in misura lieve, con effetti sporadici.
Ricordiamo anche che, statisticamente, alcuni gruppi razziali hanno un’incidenza più alta rispetto ad altri, come alcune popolazioni africane (dove fino al 20% della popolazione è affetta da questo tipo di malattie), e alcuni gruppi provenienti dal Sud Est Asiatico e dalla Papua Nuova Guinea (con punte del 25%).
Alimenti e sostanze da evitare
Quando si parla di favismo si tende a pensare che sia sufficiente eliminare dalla propria dieta fave, fagioli e qualche altro legume per poter vitare qualsiasi tipo di problema.
In realtà, non tutti i legumi determinano una diminuzione dei valori G6PD, e vengono dunque eliminati dal regime alimentare solo per sicurezza. Di contro, ci sono anche altri alimenti che bisognerebbe alimentare, poiché contengono alcuni ingredienti che potrebbero risultare nocivi alla salute.
In particolar modo, occorre evitare i solfiti, che sono naturalmente presenti in molti vini, soprattutto bianchi, e come conservanti nella frutta secca ed essiccata. E’ sufficiente consultare le etichette dei prodotti che si stanno acquistando per potersene accertare.
Un altro ingrediente che si dovrebbe evitare è il mentolo, spesso presente in caramelle, gelati, dolci, dentifrici, collutori e altri prodotti, spesso per il solo “gusto” che è possibile ottenere dalla sua introduzione. Anche in questo caso, val sempre la pena leggere bene l’etichetta per potersi accertare che non vi sia questo componente nel proprio menu.
Ancora, è sempre opportuno evitare i coloranti artificiali che caratterizzano i prodotti di blu, generalmente utilizzati per torte e gelati. Nessun problema sembra sussistere invece per i coloranti naturali che tingono di blu i prodotti alimentari, generalmente a base di barbabietola.
Tra gli altri elementi che bisognerebbe escludere dalla propria dieta c’è poi l’acido ascorbico artificiale che è comunemente presente in molti integratori vitaminici, così come il chinino: è questo il motivo per cui – per alcune persone, in maniera piuttosto “curiosa” – ai favici è richiesto di evitare l’assunzione di acqua tonica.
Farmaci da evitare in caso di favismo
Oltre ai prodotti alimentari, coloro che soffrono di favismo dovrebbero evitare anche alcuni farmaci e prodotti chimici. È questo il caso di:
- aspirina e salicidici;
- sulfamidici;
- chinina;
- cloruro di metionina / blu di metilene;
- medicinali contro il glaucoma.
Altre sostanze da evitare sono:
- naftalina;
- hennè nero o rosso;
- verbena hybrida.
Il favismo è un’allergia
Prima di salutarci con questo odierno approfondimento vogliamo chiarire che il favismo non è un’allergia alimentare. Si tratta di un difetto genetico, di tipo ereditario, a carico del già rammentato enzima G6PD, essenziale per il corretto sviluppo e mantenimento dei globuli rossi.
Nell’ipotesi in cui una persona sia affetta da favismo, si ha la carenza di questo enzima dalla nascita e, nel momento in cui si ingeriscono alcuni degli alimenti di cui sopra, l’attività dell’enzima subisce ulteriori cali.
Insomma, non è un’allergia, ma l’ingestione di alcuni alimenti come le fave e i legumi potrebbe fungere da fattore scatenante, con un impatto negativo su una carenza enzimatica già presente a livello genetico.
Conclusioni
Il favismo è una condizione molto comune, generalmente scoperta da bambini, durante lo svezzamento. A distanza di 12-48 ore dall’assunzione degli alimenti da evitare (ma soprattutto delle fave fresche), il bambino manifesta i primi sintomi come il pallore e l’ittero della pelle e delle mucose, accompagnato da urina giallo scuro.
Sebbene nelle maggior parte dei fasi il favismo non sia in grado di determinare delle conseguenze pericolose per la sopravvivenza, in alcuni casi è possibile che vengano manifestati i segnali tipici di un collasso cardiocircolatorio rendendo dunque necessario rivolgersi al proprio medico con urgenza.
A quel punto si procederà con un semplice esame del sangue che, mediante dosaggio dei valori di G6PD, accerterà o meno la presenza del favismo.