Il faggio è un albero “di uso comune” si direbbe, dalle nostre parti. Come spesso accade di finisce per saperne di tutto e di più sulle specie strane mentre poco si approfondisce la conoscenza di quelle di cui siamo abituati a contornarci. Ecco perché un articolo sul faggio che tanto banale come albero non è e le sue forme, pur non essendo rare, meritano di essere descritte.
Faggio: albero
Il faggio scientificamente parlando fa parte della divisione delle Spermatophyta, della sottodivisione delle Angiospermae, della classe delle Dicotyledones e della famiglia, infine, delle Fagaceae. Viene descritto come un albero con chioma a portamento di forma conica e globosi, ha la forte tendenza ad espandersi quando diventa una pianta adulta andando a creare macchie di vegetazione folte e dense. Se lo si fa crescere sano, può raggiungere anche altezze pari a 20 o perfino 30 metri.
Il tronco del faggio al contrario di quello di molti altri alberi, è diritto. Quando l’albero è giovane ha una forma cilindrica mentre man mano che invecchia si comincia ad allargare e a diventare scanalato, dalla sua nascita alla sua morte la scorza però si mantiene sottile e caratteristicamente liscia e lucente, color grigio chiaro.
Le infiorescenze sono unisessuali quindi esistono quelle maschili e quelle femminili e sono ben distinte. Le prime sono in glomeruli pendenti dotati ciascuno di un lungo peduncolo, quelle femminili sono erette e raggruppano 1-2 fiori che risultano circondati da 4 brattee superiori larghe e da numerose brattee inferiori lineari.
Abbiamo dato una occhiata al singolo esemplare di faggio, ora vediamo che caratteristiche hanno i boschi da esso formati. Possono essere trattati sia a ceduo che a fustaia, oggi più che mai sono più diffusi i secondi, con la conseguente conversione ad alto fusto.
Se andiamo a guardare quelli a fustaia vediamo che si possono applicare diversi tipi di taglio, da un lato i tagli saltuari per i popolamenti più scadenti, dall’altro dei tagli successivi a gruppi per i popolamenti buoni con struttura disetanea e i tagli successivi uniformi con turno di 100 – 120 anni per popolamenti in eccellenti condizioni in struttura coetanea. In generale in Italia e non solo, troviamo delle faggete che si estendono parecchio con una densità di 700 metri cubi ad ettaro.
Faggio pellet
I pellet non sono tutti uguali, ci sono quelli composti da legni duri e quelli fatti con legni più morbidi di consistenza. Il faggio è proprio nella categoria dei legni duri, si tratta di legni che provengono dalle latifoglie tra cui troviamo anche il castagno, la betulla, il rovere, l’olmo, il carpino e l’acero.
Il pellet ricavato da questa categoria di legni crea una combustione con fiamme corte e durevoli, è ideale per il riscaldamento e sono meno resinosi rispetto ai legni dolci, come il pino, il larice e l’abete, che provengono invece dalle conifere
Legno di faggio
C’è da dire in tutta sincerità che il legno ricavato dal faggio, oltre ad essere piuttosto leggero, risulta anche essere facilmente aggredibile dai tarli, per questo non è in generale considerato un legno di elevata qualità. Non essendo particolarmente costoso, però, è largamente impiegato in lavori di costruzione e di falegnameria, più in passato che di recente, quando lo si preferisce utilizzare come albero, a scopo ornamentale, nei parchi e nei giardini.
Tra le varietà di maggiore interesse ornamentale ricordiamone alcune. C’è il Faatgus sylvica varietà pendula, con lunghi rami ricadenti, c’è il Fagus sylvatica varierà purpurea, con foglie rosso-vinoso, e poi c’è il Fagus sylvatica varierà asplenifolia, con foglie tipicamente incise in modo piuttosto profondo.
Faggio: foglia
Alterne, dalla forma ovale ed ellittica, le foglie possono essere lunghe 10-15 cm. Si mostrano con una superficie leggermente ondulata e sono cigliate al margine, con nervi secondari diritti e paralleli. Stanno attaccate ai rami grazie ad un breve picciolo, all’inizio si presentano un po’ arrossate, poi superiormente verde scuro, più chiare sotto.
Faggio rosso
Negli anni i tanti esperti e vivaisti hanno provato a isolare e selezionare le tante varietà di faggio, ciascuna con dimensioni, portamenti e colorazione del fogliame differente. Non è stato certo banale come lavoro ma si è rivelata l’occasione per fare il punto della situazione e scovare nuove varietà in giro per il mondo. Le più conosciute restano però sempre le solite tra cui troviamo anche il faggio rosso detto Fagus sylvatica “purpurea” perché dotato di un fogliame tra il rosso e il violaceo. E’ un albero molto apprezzato di solito, perché capace di dare al giardino una colorazione vivace in ogni periodo dell’anno.
Il fagus sylvatica Purpurea cresce fino a 30 metri di altezza e la sua chioma può raggiungere i 30 metri di diametro: forma quasi un cubo. E’ un albero molto usato per la realizzazione di siepi ma anche come albero isolato, cresce in tutta la nostra penisola, ad eccezione del Centro-sud e delle isole. Sempre rosse troviamo altre varietà di faggio eccone alcune.
Il Fagus sylvatica “Rohanii” cresce massimo fino a 20 metri di altezza, ha un portamento eretto e la cima arrotondata, le sue foglie sono lucide e hanno un colore porpora-brunastro, di solito questo albero viene usato come esemplare isolato. Troviamo anche il Fagus sylvatica ‘Purpurea Latifolia” che cresce fino a 25 m, ha le foglie più larghe rispetto alla specie, e di un forte colore rosso porpora chiaro che in estate si scurisce.
Infine parliamo della Fagus sylvatica “Purpurea Tricolor”, una pianta da dieci metri di altezza e 8 di diametro. Quando viene usato come esemplare isolato ha un portamento conico allargato, ma lo si trova anche impiegato nella creazione di grandi e piccole siepi. Le sue foglie sono piccole, rosa vivace con frequenti macchie porpora scuro vicino alle nervature principali.
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