In attesa che il Presidente del Consiglio Monti inauguri una banca dati con tutte le documentazioni antimafia, ci pensa la Prefettura di Milano a tutelare l’Italia dalla ‘Ndrangheta e lo fa proprio in vista del Milano Expo 2015. L’Esposizione Internazionale di Milano prevede la costruzione di 17 infrastrutture, ne è un esempio la Linea M4 della metropolitana.
La realizzazione di alcune infrastrutture è già stata avviata indipendentemente dall’Expo, altre invece sono state appositamente commissionate. Con l’Expo di Milano 2015 si assisterà all’arrivo di grossi finanziamenti pubblici, stimati per una cifra che si spinge fino a 25 miliardi di euro. Tali fondi pubblici costituiscono un piatto ghiotto per la Ndrangheta del Nord e compito della Prefettura di Milano sarà quello di assicurarsi che questi soldi non vadano a finire nelle tasche sbagliate. Sarà la prefettura ad avere la competenza al rilascio di tutte le certificazioni antimafia. In termini pratici la Prefettura milanese sarà la centrale operativa dei controlli, delle autorizzazione e interdittive di tutti coloro i quali saranno coinvolti nell’allestimento dei cantieri di lavoro dell’Expo 2015, indipendentemente dalla sede della società appaltatrice.
«L’elenco delle opere previste fa percepire concretamente che è in arrivo su Milano una marea di denaro pubblico – scrive il presidente Beppe Pisanu – stimato fino a 25 miliardi tra opere e costi diretti (ossia creazione degli spazi espositivi e gestione, che rappresentano tuttavia la voce minore, pari a circa 4 miliardi) e costi indiretti (infrastrutture connesse). Per questo l’Expo 2015 rappresenta una vera e propria emergenza di legalità per i concreti e notevoli rischi di infiltrazione delle imprese mafiose nelle procedure di aggiudicazione ed esecuzione dei lavori»
Proprio oggi, 13 febbraio, la società Expo 2015 insieme alla Prefettura milanese, firmeranno il primo protocollo di legalità al cospetto del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. Alberto Cisterna, della Direzione nazionale antimafia commenta così il protocollo:
«Expo 2015 è l’ultima frontiera per arginare la ‘ndrangheta al Nord, se ce la farà a penetrare nelle gare e nei lavori, nulla sarà più come prima in Lombardia – afferma il sostituto procuratore nazionale – e i boss realizzerebbero una rete di collusioni e complicità che richiederebbe un decennio per essere smantellata e quel che abbiamo visto sino ad ora, a confronto, sarebbe uno scherzo. Expo 2015 può essere la Stalingrado di una ‘ndrangheta vorace e arrogante. Tocca allo Stato chiudere la partita».
Il protocollo di legalità dell’Expo 2015 dedica un occhio di riguardo anche a quelle forniture “sensibili”, cioè provvederà a richiedere le informazioni antimafia riguardo il trasporto e lo smaltimento di rifiuti o terra, indipendentemente da quale sia il valore contrattuale. Ogni euro investito nella realizzazione di strutture per l’Expo 2015 dovrà essere sempre monitorato attraverso il cosiddetto conto dedicato che consentirà il tracciamento dei flussi finanziari. Non solo severi controlli sulla gestione del denaro ma anche sulle politiche lavorative: è risaputo che le imprese mafiose fanno quasi sempre ricorso a lavoratori in nero pertanto vi saranno controlli vigili sui flussi di manodopera.
a cura di Anna De Simone