Eternit, il caso è davvero chiuso?
Il processo Eternit è finito, le condanne sono state elargite, in Italia giustizia è stata fatta ma non tutti sanno che nel mondo, ogni giorno, sono quasi 300 le persone che muoiono per esposizione ad Amianto. Il Tribunale di Torino ha condannato a 16 anni i due imprenditori dell’Eternit, dichiarandoli colpevoli di disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautela antinfortunistica.
Erano quattro gli stabilimenti Eternit in Italia, specializzati nella lavorazione di amianto: Cavagnolo (Torino), Casale Monferrato (Alessandria), Bagnoli e reggiano di Rubiera (Napoli). La legge italiana si è fatta valere solo per gli stabilimenti del Nord, mentre il reato compiuto nel meridione è stato dichiarato prescritto.
Ma fuori dall’Italia l’Amiano è ancora utilizzato? A quanto pare sì. Stando ai dati rilasciati dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità, 125 milioni di persone, nel mondo, sono esposte ad amianto sul posto di lavoro e ogni anno, più di 107 mila persone muoiono. Una cifra che equivale a 294 decessi al giorno, ciò vuol dire che una persona ogni cinque minuti muore perché è stata esposta ad amianto.
Sul Pianeta solo 40 Paesi hanno bandito l’utilizzo dell’Amianto, e tra questi più della metà fa parte dell’Unione Europea. In Italia il divieto di utilizzo di Eternit (nome commerciale dell’amianto), è arrivato nel 1992, quando ormai più di 2.100 persone erano morte e oltre 800 malate solo nel nord Italia, a causa delle condizioni disastrose degli stabilimenti Eternit di Cavagnolo e Casale.
Nonostante le stragi causate dall’amianto, questo materiale è ampiamente utilizzato in 159 Paesi del Globo e fornisce posti di lavoro a 125 milioni di persone. India, Cina, Canada, Brasile, Zimbawe ma anche nella vicina Russia, l’asbesto (altro nome dell’amianto) è trattato ampiamente. Un servizio della BBC messo online nel luglio del 2010, ha mostrato le immagini di alcune fabbriche a cielo aperto che trattavano polveri di amianto in Cina. In India la situazione non è diversa. L’amianto è letale e in fin troppe aziende è trattato senza alcuna misura di sicurezza.
La stessa Organizzazione Mondiale (OMS) per la Sanità afferma che l’unico modo per fermare l’azione letale dell’amianto, è cessare ogni tipo di produzione. Esistono molti altri materiali isolanti, molto più efficaci e meno danniso dell’amianto, ma a quanto pare ancora una volta è il denaro a scegliere per la vita di milioni di persone, l’asbesto è indubbiamente quello meno economico.
L’asbesto sarà meno costoso in termini di denaro, ma costa la vita a centinaia di persone che ogni giorno muoiono perché l’esposizione all’amianto causa mesotelioma, cancro della laringe, dell’ovaio e altre malattie fatali come l’asbestosi (fibrosi polmonare), placche pleuriche e altre patologie degenerative che portano irrimediabilmente alla morte.
Ogni anno vengono trattati e distribuiti circa 2 milioni di tonnellate di amianto. Ciò che possiamo fare noi cittadini è denunciare la presenza di amianto dove è ancora presente e chiederne la bonifica. In nostro potere possiamo firmare una petizione avviata solo ieri da un comitato di specialisti di un’organizzazione ONLUS italiana che chiede all’OMS di intensificare le campagne informative e di sensibilizzazione a tema asbesto, soprattutto in quei paesi come la Cina, dove le polveri di amianto vagano indisturbate.
Link Utili | Petizione all’Organizzazione Mondiale per la Sanità
Nella foto: miniera di Amianto di Shimiankuang, Qinghai, Cina.
Photo credits | centralasiatraveler di flickr.com
Pubblicato da Anna De Simone il 18 Febbraio 2012