Con questo nome di Erba Brusca è difficile credere che possa farci del bene ma è un’erba officinale con numerose proprietà e anche parecchi altri nomi che rendono meglio l’idea. Erba Brusca è un soprannome, e va bene così, l’altro nome più utilizzato è acetosa. Andiamo a scoprirne le caratteristiche, le proprietà e anche le varietà.
Erba Brusca: caratteristiche
Utilizzata sia in medicina che in cucina, questa pianta appartiene alla famiglia delle Polygonaceae ed è un’erbacea tipica del genere Rumex. In Europa, Italia compresa, la troviamo nei prati dove cresce spontaneamente, e da secoli se non millenni viene utilizzata per curare i malanni. In cucina può costituire un ingrediente saporito per minestre e insalate o un contorno per piatti di pesce e pollame.
Pur essendo un’erba, non immaginiamoci qualcosa di piccolo e basso perché con i suoi fusti eretti può arrivare anche a un metro di altezza. Le foglie basali formano una rosetta verde, poi ci sono anche quelle sul fusto che sono più sottili e allungate ma prive di picciolo. L’Erba Brusca produce anche dei fiori all’inizio della primavera, sono rossastri e piccoli, e durano tutta l’estate.
Erba Brusca: coltivazione
Anche se cresce spontaneamente nei prati, viste le sue proprietà curative, viene anche coltivata. Si è iniziato a farlo negli ultimi decenni, a dimora o in vaso, per scopo commerciale, essendo sempre più richiesta dai settori farmacologici e anche cosmetici. Non ama molto il sole e se è diretto può rovinare le foglie, meglio riservarle una zona in ombra, sotto qualche albero, al riparo anche dal vento.
Per quanto riguarda la temperatura, non ci sono grandi problemi, resiste bene anche al freddo, mentre il terreno deve essere ricco di sostanze organiche e soprattutto ben drenato per evitare ristagni. L’Erba Brusca coltivata a dimora nelle stagioni di mezzo se la cava con la pioggia ma in estate ha spesso bisogno di essere annaffiata, quella in vaso ne ha sempre bisogno, per lo meno da aprile a settembre, per evitare che le foglie restino meno carnose e anche povere di quei principi attivi per cui la stiamo coltivando. Se notiamo che il ritmo di crescita della pianta va un po’ a rilento, è necessario intervenire con la concimazione. Quel che serve è l’azoto, utile prima del risveglio vegetativo.
Quando la coltivazione avviene in vaso, è necessario sceglierne uno profondo e largo che dia spazio alle radici e anche alla parte aerea dell’acetosa. Resta la necessità di tenerla in zone semiombrose o ombrose e al riparo dei venti, innaffiandola spesso se si desidera ottenere foglie carnose tutto l’anno, e ricche di sali minerali e vitamina C.
Ogni anno è poi necessario rinvasare la pianta in modo che le radici abbiano sempre più spazio. Per la sua moltiplicazione si può procedere via seme in primavera oppure in autunno mediante la divisione dei cespi. Per i semi dobbiamo preparare un terreno fertile e umido in cui metterli e germinare, aspettando una decina di giorni per vedere le prime piantine da mettere a dimora definitiva quando arrivano ad essere robuste abbastanza per attecchire.
Perché crescano bene si consiglia di lasciare almeno 30 cm di distanza tra una pianta e l’altra. La moltiplicazione per divisione di rizomi o di cespi deve essere effettuata in autunno ed è necessario avere delle piante da cui partire che siano ben sviluppate e sane. Ogni anno è prevista la potatura che serve principalmente per dare nuovo vigore ai fusti e alle foglie, eliminando quelli secchi o vecchi. Ogni autunno si raccolgono le radici di questa pianta officinale mentre le foglie possono essere prelevate già dopo due mesi dalla semina, quelle che servono sono le più tenere. Per averne in grande quantità si consiglia di proteggere le piante con un telo oppure sotto a delle tettoie.
Durante la coltivazione l’Acetosa si dimostra essere una pianta rustica e resistente, non incline ad ammalarsi o ad essere attaccata da malattie o parassiti. I ristagni idrici sono sicuramente uno dei maggiori pericoli assieme al mal bianco o oidio, ma le lumache sono le più tremende quando attaccano le tenere foglie. Per proteggerla dai loro attacchi è necessario spargere sul terreno dei granuli di lumachicida o della cenere di legna. Non sono solitamente necessari altri trattamenti antifungini o antiparassitari e per evitare i marciumi serve dosare bene l’acqua che, in dosi corrette, fa crescere foglie verdi, carnose e succose.
Erba Brusca in Omeopatia
Scopriamo finalmente che proprietà ha l’acetosa. Questa semplice erba che cresce anche spontanea ha poteri digestivi, depurativi, diuretico e antinfiammatori grazie alla presenza di ossalati e di antrachinoni. È molto ricca di vitamina C e di ossalati di calcio e di potassio. Proprio quello di calcio è il responsabile del sapore acidulo che questa erba presenta. I principali modi d’uso dell’Erba Brusca sono: disturbi dell’apparato digestivo, emorroidi, inappetenza, febbre e ulcerazioni della bocca.
Si utilizzano le foglie e i fusti freschi, inserendoli crudi a delle insalate o cuocendoli assieme ad altra verdura verde come gli spinaci. Si può preparare anche un decotto con un forte effetto diuretico e rinfrescante che viene spesso consigliato per curare le infiammazioni alla bocca come le classiche gengiviti. Possiamo trattare invece la pelle, se infiammata o irritata, con i cataplasmi delle foglie fresche mentre gli impacchi di foglie fresche sulla pelle del viso fanno scomparire i cosiddetti “punti neri”. Dell’Erba Brusca possiamo usare anche la radice, in infusione o decotta, sfruttandone le proprietà lassativa e diuretica. In erboristeria possiamo trovare anche la tintura madre ricavata dalla pianta intera, di nuovo lassativa ma anche antianemica.
Nonostante i tanti benefici, ci sono delle controindicazioni di cui tenere conto prima di usare questa pianta officinale perché potrebbe risultare nefrotossica. In tal caso chi soffre di calcoli, artrite, gotta, reumatismi e iperacidità è meglio che la eviti.
Varietà della Erba Brusca
Esistono diverse varietà di quest’erba, vediamo le più diffuse con le loro diversità. La Rumex acetosella è una delle più piccole e cresce nelle zone in cui ci sono terreni sabbiosi, secchi oppure lungo i muri, fiorendo da maggio a ottobre.
La Rumex alpinus detta anche rabarbaro alpino, cresce in montagna e nelle zone incolte creando dei cespugli con foglie grandi e fiori come pannocchie che spuntano verso luglio.
La Rumex scutatus, detta anche scudato o acetosella francese, è perenne e ha dei fusti striscianti con foglie basali picciolate, fiorisce a maggio e i suoi fiori sono a pannocchia, di colore rosso. Tra tutte le varietà è la meno amara, quindi viene maggiormente utilizzata in cucina.
Sinonimi dell’Erba Brusca
Abbiamo già fatto notare che l’Erba Brusca si chiama anche Acetosa, per via del suo sapore acidulo come l’aceto. In Italia la troviamo chiamata anche acetina, solegiola mentre se andiamo nei paesi anglosassoni dobbiamo parlare di common sorrel, garden sorrel, sorrel, spinach dock o di narrow-leaved dock.