Energy storage: usare il sole anche quando non c’è
Il tema energy storage (stoccaggio dell’energia per un utilizzo in tempo differito) è diventato molto più importante dopo che sono finite le tariffe incentivanti sull’energia prodotta e che l’attenzione di famiglie e imprese si è spostata sull’autoconsumo. Senza incentivi è meglio utilizzare in proprio e in toto l’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico, facendo coincidere produzione e consumi.
Ma per elevare la quota di autoconsumo servono energy storage e capacità di gestione dei carichi elettrici, entrambi punti deboli del fotovoltaico. Per la disribuzione dei carichi sono d’aiuto i sistemi di domotica, per esempio quelli che consentono al frigorifero di prelevare più energia quando l’impianto fotovoltaico sta producendo, oppure le pompe di calore ad alta efficienza (se parliamo di riscaldamento e raffrescamento delle abitazioni) che alimentate dall’elettricità consentono di rispamiare sul gas.
In campo energy storage la risposta è invece nelle batterie e negli inverter integrati con accumuli (battery inverter) che consentono di immagazzinare l’energia dell’impianto solare non consumata al momento e di utilizzarla quando serve, per esempio la sera mentre l’impianto non è in produzione. Con accumuli e sistemi di energy storge si può usare l’energia del sole anche quando il sole non c’è e contemporaneamente evitare che vada sprecata la quota prodotta nei momenti di picco (overgeneration).
Dai sistemi di energy storage dipende la possibilità di rendere il fotovoltaico conveniente anche in assenza di incentivi. Dipende l’efficienza di impianti con tecnologia solare termodinamico. Ma dipende anche quella di far crescere ulteriormente il fotovoltaico domestico degli impianti FV di piccola taglia (< 20 kW) che dal 2008 è aumentato in modo esponenziale. Una volta completata la normativa tecnica (si parla di giugno) sarà possibile installare le batterie, collegandole alla rete, anche per gli impianti fotovoltaici già installati. Di questi ultimi in Italia ce ne sono oltre 550mila, per 18mila MW di potenza installata.
Ma a che punto è oggi la tecnologia dei sistemi di energy storage? E quanto costano le batterie? Già con i prezzi attuali l’investimento ha prezzi di rientro accettabili. In vista della maggiore diffusione ci si attende però per questi componenti un calo dei prezzi del 40-50% nell’arco di 3-4 anni grazie alle economie di scala.
Indicativamente, un investitore potrebbe ottenere un beneficio complessivo di circa 270 euro/anno dall’acquisto di un sistema di acumulo energy storage (100 euro circa per benefici di sistema e 170 euro circa di risparmio in bolletta) con cui ripagare il costo del sistema stesso. Alcune associazioni di categoria, per esempio ANIE Energia, sostengono che benefici per il sistema Paese potrebbero derivare dall’adozione di strumenti di sostegno temporanei.
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Pubblicato da Michele Ciceri il 9 Maggio 2014