Il riscaldamento rappresenta circa la metà del consumo energetico delle abitazioni domestiche nell’Europa centrale. Non è un segreto, anche i dati ISTAT indicano che la crisi economica ha costretto le famiglie a ridurre o a rinunciare del tutto al riscaldamento.
Negli ultimi anni, il mercato degli impianti di riscaldamento da geotermia superficiale ha avuto incrementi di crescita a due cifre. In Europa, la Svezia può vantare un’elevata produzione di calore dal terreno, anche l’Islanda sfrutta la geotermia e in Germania, un quinto di tutte le nuove costruzioni usa impianti di riscaldamento da geotermia.
In teoria, chiunque può riscaldare casa con un impianto geotermico. Già a una decina di metri di profondità, proprio sotto il nostro giardino, la temperatura del terreno rimane costante intorno ai 10 gradi, a prescindere dalla stagione. Questa temperatura, mediante l’impiego di una pompa di calore, è sufficiente a riscaldare casa durante i periodi invernali.
Da dove arriva l’energia geotermica?
Quando si parla di energia geotermica, si parla di una fonte di calore che proviene dal sottosuolo. La geotermia è utile in aree interessate da attività vulcanica ma quando si parla di impianti di riscaldamento da geotermia superficiale, si sfrutta -ancora una volta- l’energia emessa dal Sole. A profondità poco elevate, il terreno trattiene soprattutto il calore derivato dall’irraggiamento solare e dall’acqua piovana penetrata nel suolo.
Come è fatto un impianto di riscaldamento da geotermia superficiale?
Il pozzo più semplice può essere installato in poche ore. Consiste in due tubi che vanno in profondità e un pozzo dal diametro di 15 cm. L’impianto è un circuito chiuso che consente il passaggio dell’acqua che estrae energia termica dal sottosuolo e la trasporta nel locale caldaie. Qui sarà una pompa di calore a pensare al resto.
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