L’ultimo Report redatto dall’Agenzia europea dell’Ambiente (Eea, European environment agency) riporta stime incoraggianti per l’Europa ma non per l’Italia. L’Eea ha pubblicato due distinti report, uno dedicato all’intera Unione europea e l’altro alla situazione di ogni singolo Paese.
L’Europa è in linea con il taglio delle emissioni nocive ma l’Italia ha un impatto negativo sul bilancio totale. Nell’Unione europea le emissioni di gas a effetto serra del 2011 sono calate del 2,5% rispetto all’anno precedente, come riportato dal Report Eea.
La gran parte dei Paesi dell’Unione risulta in linea con gli obiettivi di Kyoto così l’Europa, nel suo insieme, si avvicina alla meta prevista dalla normativa europea 20-20-20 che prevede il taglio del 20% delle emissioni entro il 2020 rispetto a quelle registrate nel 1990. Secondo le stime dell’European evironment agency l’Europa dovrebbe farcela. Attualmente l’Unione è arrivata al 16,5%, ottimo goal!
Purtroppo c’è un piccolo “neo“. Non tutti i Paesi dell’Unione sono stati così virtuosi. Chi ha faticato di più nella riduzione delle emissioni nocive sono stati Paesi come la Gran Bretagna con un taglio di 36 milioni di tonnellate di CO2, la Francia con un taglio di 24 milioni di tonnellate e la Germania con una riduzione di 17 milioni di tonnellate di CO2.
Rispetto alla Media Europea, l’Italia non spicca in sostenibilità. Dal 2009 al 2010 ha incrementato la produzione di emissioni nocive del 2% e non è riuscita a recuperare durante il 2011 dove ha ridotto la produzione di gas a effetto serra solo del 1,5%, una percentuale piuttosto modesta rispetto alla media europea. L’Italia ha prodotto otto milioni di tonnellate in meno di gas climalteranti ma questo non basta ad allinearci agli obiettivi secondo i quali avremmo dovuto tagliare almeno 19 milioni di tonnellate!
Il Governo intende avvalersi dei meccanismi flessibili di Kyoto così, considerando anche il settore agricolo, la lacuna da colmare si riduce ma resta comunque troppo grossa per l’Italia. Così il nostro Paese non rispetterà il numero di quote di emissioni assegnate per il 2011 e al momento dobbiamo anche subire l’ammonizione dell’Eea: l’Italia non ha neanche comunicato come intende agire per acquistare gli ulteriori crediti necessari.
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