Emissioni CO2, se ne parla tanto, le si sente aumentare, dai media, non con l’olfatto, le si teme. Ma le si conosce? Forse non abbastanza, proviamo ad avvicinarle con prudenza e curiosità, passo dopo passo e non dagli allarmi urlati. Dall’a, b, c.. anzi, dalle CO2.
Emissioni CO2: cosa sono
Le emissioni CO2 sono emissioni di anidride carbonica, un gas che, durante processi di combustione, si forma grazie all’unione del carbonio, contenuto nei combustibili, con 2 atomi di ossigeno, elemento presente invece nell’aria. Carbonio,”single” e 2 “ossigeni”, ecco la formula chimica CO2.
Fin qui nulla di male, ma è l’eccesso di emissioni CO2 che porta danni ambientali perché va a minacciare uno strato gassoso presente nell’atmosfera che protegge la terra dall’azione nociva dei raggi ultravioletti UV-C provenienti dal sole. Lo conosciamo come Ozono, forse più per il buco dell’Ozono, quello che non va fatto diventare enorme.
Troppe emissioni CO2 sono anche una delle cause del surriscaldamento climatico (“global warming”). Se in condizioni normali la superficie della Terra durante il giorno accumula il calore del sole per poi disperderlo di notte nello spazio, come se respirasse, l’emissioni in eccesso creano un effetto”cappa” che soffoca la nostra Terra modificando il clima e le temperature.
Un accenno allettante discusse origini delle emissioni CO2: sono in parte prodotte da attività umane. Per produrre energia in molti paesi sviluppati si ricorre alla combustione dei combustibili fossili, ad esempio, come d’altra parte la deforestazione fa calare l’assorbimento di emissioni CO2 quindi non gioca a favore dell’ambiente. Noi stessi, nel nostro piccolo, emettiamo CO2, certo non compromettendo l’equilibrio ambientale, e allo stesso modo tanti piccoli nostri gesti fanno aumentare la concentrazione di CO2 in atmosfera.
Una doccia vale 1 kg di CO2, 10 km in auto (a benzina) equivale a circa 2 kg di emissioni CO2, riscaldare un appartamento di 60 mq, contribuisce con una quantità pari a 20 kg al giorno. Per la teoria delle tante piccole gocce, proviamo a fare più attenzione ai nostri gesti quotidiani, senza smettere certamente di lavarci, di muoverci e di scaldarci.
Emissioni CO2 in Italia
Le emissioni CO2 in Italia sono in calo negli ultimi anni: dati relativi al 2014 parlano di 25-30 MtCo2eq in meno rispetto al 2013, un taglio del 6-7%. Per avere un’idea di ciò che abbiamo vissuto, i circa 410 milioni di tonnellate di Co2eqche oggi misuriamo di emissioni CO2 sono il 20% in meno rispetto al 1990, e minori anche di dati del 2005, un anno da cancellare quanto a anidride carbonica in Italia.
In parte il calo può essere spiegato con la crisi economica che ha ridotto, volenti o nolenti, alcune attività molto attive nella produzione di emissioni CO2, ma anche l’orientamento delle economie negli ultimi 10 anni è cambiato e il PIL non è più così legato ad attività con alte emissioni. Se così è, in futuro ci possiamo aspettare una ripresa economica ma non emissioni CO2 . Vedremo!
Emissioni CO2 in Europa
Anche le emissioni CO2 europee hanno segnato un calo, del 5%, tra il 2014 e il 2013. Meno che in Italia, siamo infatti il sesto paese per riduzione del gas serra di tutto il continente. La nostra buona performance si associa a quella di molti altri Stati, quasi tutti tranne Cipro, Malta, Lituania, Finlandia e Svezia che non hanno visto scendere le proprie emissioni CO2.
La peggiore in Europa però è stata la Bulgaria. Dati resi noti nel 2015 riportano un calo del 23% a livello europeo tra il 1990 e il 2014 in emissioni di anidride carbonica, l’obiettivo è il -24% entro il 2020, che diventa -25% con le misure aggiuntive previste dai Stati membri.
Senza voler spegnere entusiasmi, ma osservando i dati va tenuto conto che l’Europa spesso “delocalizza” le emissioni CO2, inoltre sul dato 1990 – 2014 gioca anche la crisi che tutti noi ci auguriamo finisca. Riavviando l’economia del continente, non si deve riavviare un poco virtuoso processo in CO2.
Emissioni CO2 nel mondo
Ragionando sulle emissioni nel mondo, l’occhio e le preoccupazioni ricadono su paesi emergenti come la Cina, tutta “lanciata” sull’export e dove un quarto delle emissioni CO2 “statali” viene dalla produzione di merci destinate all’estero, Italia compresa.
La Cina non è l’unica con questo meccanismo, anche perché – dai dati forniti dal Carnegie Institution for Science – oltre un terzo delle emissioni legate al consumo di beni e servizi nei paesi ricchi avviene al di fuori dei loro confini. E’ la delocalizzazione delle emissioni CO2 di cui abbiamo già accennato. Ragionando su scala mondiale, i nodi vengono al pettine, motivo per cui quando si pensa alla strategia per rallentare il global warming, è necessario farlo a livello mondiale.
Emissioni CO2 auto
Nell’edizione 2015 della Guida al risparmio di carburante e alle emissioni CO2 si possono leggere i dati sui consumi di carburante e rispettive emissioni di anidride carbonica per ogni modello di auto in vendita.
Nella graduatoria dei modelli con le minori emissioni CO2 spuntano modelli anche a GPL o metano, per quelli a propulsione ibrida, divisi fra benzina e gasolio, o con tecnologia ”plug-in” ci sono delle classifiche a parte, idem per auto a trazione completamente elettrica.
Andando ai dati, provenienti da dall’Agenzia europea per l’Ambiente, possiamo considerare quelli della media ponderata delle emissioni CO2 delle auto immatricolate in Italia: c’è un calo costante e già nel 2011 era stato raggiunto l’obiettivo di 130 g/ km fissato come obiettivo dall’Unione Europea per il 2015.
Nel 2014 siamo addirittura scesi a 118,2 g/km: possiamo ben sperare per il settore auto, ed essere tra gli immatricolatori dei modelli più green. Nel panorama presente e futuro, si notano progressi tecnologici significativi nella propulsione ibrida e un generale aumento dei modelli a basse emissioni realizzati da una decina di case automobilistiche: l’impegno sulle emissioni CO2 è anche oggetto di concorrenza,concorrenza virtuosa e tutta a beneficio nostro e del pianeta.
Emissioni CO2 camion
Già nel 2009 si parlava dell’intenzione della Commissione Europea di creare un piano per ridurre limiti le emissioni CO2 anche per i veicoli commerciali ed industriali. Ora questo limite è in vigore ed è di 175 g/km, per i veicoli commerciali leggeri immatricolati in UE dal gennaio 2014 in poi.
Un anticipo di quello che sarà in vigore dal 2020: 147 g/Km con sanzioni modulate per i costruttori inadempienti, che non hanno affatto gradito il provvedimento, dato che prima di esso i modelli più efficienti emettevano poco meno di 240-250 g/km. Il nuovo limite ha comportato e comporterà un costo supplementare non indifferente al settore.
Emissioni CO2 aereo
Il settore aeronautico ha registrato 700 milioni di tonnellate di emissioni CO2 a livello globale nel 2013, per fortuna entro il 2050 molti sono i Paesi sviluppati che puntano a tagliare le proprie emissioni dell’80%, anche perché l’inquinamento generato dagli aerei è destinato a triplicare.
Se ne è parlato anche in occasione dell’accordo sul clima di Parigi, perché numeri così quando si parla di strategie mondiali e a lungo termine, non possono passare inosservati. Da un esame sull’efficienza energetica di 20 compagnie aeree che fanno rotte tra Europa e Usa o Canada, effettuato sul 2014, sono spuntate emissioni CO2 medie di una tonnellata per passeggero.
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