Elysia chlorotica lumaca di mare

Elysia chlorotica

Le lumache di mare non è tra gli animali che suscitano maggiore interesse nell’universo marino, non hanno di solito un aspetto particolarmente simpatico, non saltano come i delfini e non fanno cose violente come altre creature come le orche e gli squali. C’è una bella eccezione da raccontare in questa categoria ed è l’Elysia Chlorotica. Ha iniziato a farsi conoscere grazie a una serie di studi che hanno messo in luce una sua caratteristica particolare che le ha fatto meritare il nome di lumaca di mare a energia solare.



Elysia Chlorotica e fotosintesi clorofilliana

Questa particolare lumaca appartiene al sottordine dei sacoglossi ed è un mollusco. La sua principale caratteristica consiste nella presenza di cloroplasti nelle proprie cellule, letteralmente incorporati, presi dalle alghe che mangia. Per ricavare nutrimento sfrutta la sintesi clorofilliana proprio grazie a questi organuli di piccolissime dimensioni che si solito sono presenti nelle cellule delle piante e nelle alghe eucariotiche. È proprio al loro interno che la fotosintesi clorofilliana si svolge ed è possibile ottenere energia chimica trasformando l’energia luminosa captata dai pigmenti di clorofilla principalmente. Che questo meraviglioso processo avvenga all’interno di un mollusco è un evento assolutamente eccezionale ed è solo grazie a questo incorporare cloroplasti che l’Elysia Cholorotica è in grado di farlo distinguendosi dai suoi colleghi.

La dieta per questa lumaca è molto importante e si basa sulle alghe del piano mesolitorale Vaucheria litorea. Le avvicina e con la propria radula buca la loro membrana cellulare. Riesce a reggere con la bocca un filamento e abilmente succhiare il contenuto. Non lo digerisce interamente e nemmeno lo espelle del tutto ma è in grado di trattenere e incorporare questi cloroplasti che vengono inglobati nelle cellule che costituiscono il suo sistema digerente. Questo meccanismo permette ad alcuni di questi molluschi di usare la fotosintesi per oltre 10 anni, nutrendosi solo alcune volte. Da giovane questa lumaca per trattenere i cloroplasti deve nutrirsi in continuazione ma poi l’incorporazione diventa un processo stabile, entrano a far parte delle cellule dell’apparato digerente e intestinale e l’Elysia inizia a diventare verde senza più bisogno di mangiare alghe.

Elysia Chlorotica: dove vive

In Italia ad oggi, cambiamento climatico permettendo, non troviamo questo mollusco che è vive oltreoceano, sulla costa orientale del Nord America, dal Texas, attraverso la Florida e a nord fino alla Nuova Scozia, Canada. Se ne trovano in abbondanza sull’isola di Martha’s Vineyard.

Elysia chlorotica

Elysia Chlorotica: caratteristiche

Non sono subito e sempre verdi queste lumache di mare a energie solare ma da piccole sono soprattutto brune, con delle macchie tendenti al rosso. Dopo un po’ di dieta a base di alghe, iniziano ad assumere un colore verde. Se vogliamo immaginarle, arrivano ad una lunghezza media di 5 centimetri, non molto di più e hanno un corpo che molto assomiglia ad un lungo tubo.

Lumaca di mare a energia solare: lo studio

Il team di ricercatori che ha svelato definitivamente il meccanismo con cui questi animali si nutrono proviene dalla Rutgers University di New Brunswick. Per effettuare questo studio che ha fatto il giro del mondo ha utilizzato il sequenziamento dell’RNA e ha raccolto dei dati per mostrare che la lumaca è capace di proteggere i plastidi dalla digestione e attiva dei geni specifici. Quello che accade in un così piccolo organismo è molto simile a quello che avviene nei pannelli solari ed è come se in un certo senso un animale ne incorporasse un paio.

Il caso dell’Elysia è particolare anche perché è davvero raro vedere in natura un animale che “imita” il comportamento delle piante addirittura diventando capace di sostenersi usando il loro meccanismo di nutrimento, la fotosintesi clorofilliana. Oltre allo stupore c’è di più. Gli stessi scopritori del segreto della lumaca verde hanno spiegato che esistono interessanti implicazioni nel campo della fotosintesi artificiale. Continuando ad approfondire ciò che accade nel suo corpo, potremo arrivare a comprendere come fa materialmente a inglobare nel proprio corpo i plastidi rubati e a conservarli. Sembra che li isoli per fissare il carbonio senza il nucleo della pianta. In futuro potremmo essere in grado di replicare questo processo? Se sì, significherebbe aprire la strada alla realizzazione di bioprodotti o di energia verde.

Sacoglossi: caratteristiche

Sono una sottocategoria dei molluschi, quella a cui appartiene l’Elysia Cholorotica. La maggior parte delle specie che fa parte di questa categoria se ne va in giro senza conchiglia ad eccezione delle specie appartenenti alle famiglie Volvatellidae, Oxynoidae e Juliidae. Da ricordar che le conchiglie di alcune specie di Volvatellidae e di Oxynoidae assomigliano a quelle di alcuni Cephalaspidea e vengono confuse. All’interno di questo sottogruppo esistono delle originalità come per esempio quella dell’Elysia con la sua livrea cosí colorata e un meccanismo nutritivo che fa notizia

Pubblicato da Marta Abbà il 10 Dicembre 2019