Se l’Unione Europea vuole raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni nocive, deve impegnarsi di più nel settore dei trasporti promuovendo una mobilità elettrica. Ad affermarlo è l’ultimo studio redatto da Ricardo-AEA, il risultato è chiaro: se l’Europa vuole tagliare le sue emissioni di CO2 entro il 2025, dovrà impegnarsi a portare sulle strade più auto elettriche e ibride.
Lo studio condotto da Ricardo-AEA, è stato commissionato da Greenpeace e gruppi che si occupano di Trasporti e Ambiente. Il rapporto ha esaminato vari scenari per il 2025, gli obiettivi per la riduzione delle emissioni nocive prodotte dall’Europa, potrebbero essere rispettati agendo unicamente sul settore trasporti.
Non è una sorpresa per l’Unione Europea, infatti, proprio qualche mese fa, il parlamento europeo stava mettendo appunto diverse strategie per pruomuovere una mobilità sostenibile. Le strategie prevedevano finanziamenti ai progetti connessi all’elettromobilità, più auto verdi, più sicurezza, più carburanti alternativi, meno emissioni nocive e incentivi fiscali per la mobilità intelligente. La soluzione, per la Commissione europea, sta nella ricerca e nella concorrenza così da rendere le auto elettriche più accessibili al pubblico.
I quattro pilastri esaminati dall’Unione europea, sono:
-tecnologie hitech, ricerca e innovazione
-mercato più forte e regolamentazione intelligente
-armonizzazione internazionale delle normative sugli autoveicoli
-anticipare l’adattamento e attutire gli impatti sociali
La commissione, per ottenere una rapida riduzione delle effettive emissioni nocive, intende definire misure complementari per il controllo delle emissioni inquinanti dei veicoli in circolazione.
Perché la mobilità elettrica stenta a decollare?
Il maggior costo di un’auto elettrica è recuperato nel giro di poco tempo grazie al consistente risparmio sulla spesa carburante: le stime vedono un ammortizzamento delle spese supplementari in meno di tre anni. Allora perché le auto elettriche faticano a diffondersi?
Chi è uscito dall’Italia, sa bene che in molti altri paesi la mobilità elettrica è già normalità. Ne è un esempio l’Olanda o ancora di più, la Norvegia. Passi da gigante sono stati compiuti anche dalla Francia, anche grazie all’impegno di case automobilistiche come la Renault. La mancanza delle infrastrutture -colonnine di ricarica e stazioni di rifornimento ad hoc- è penalizzante per il nostro Paese. Altro fattore cruciale sono i rallentamenti nei piani di incentivo per l’acquisto delle auto elettriche.
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