Elefante indiano: caratteristiche e significato
L’elefante indiano risulta essere il secondo animale più grande sulla terraferma, lo avreste mai detto? Eppure i maschi di fatto sono lunghi mediamente dai cinque metri e mezzo ai sei metri e mezzo con un’altezza alla spalla di quasi tre metri. Tanto per farsi un’idea consideriamo che pesano tra i 3900 e i 4700 chilogrammo. Le femmine sono leggermente più piccole ma non possono certo dirsi degli animali minuto. Non possiamo ignorare quindi un animale così “ingombrante”, tocca dedicargli un articolo e io lo faccio con piacere.
Elefante indiano: significato
Più che di elefante indiano si parla di solito di elefante asiatico, in gergo scientifico noto come Elephas maximus. Si tratta di un mammifero della famiglia degli elefantidi, di fatto oggi risulta essere l’unica sopravvissuta dell’ordine dei proboscidati. Anche se è ufficialmente detto asiatico, oggi si parla spesso di “indiano” ma in verità quella indiana sarebbe solo una sottospecie delle tante che esistono oggi e di cui in totale esistono nel mondo circa 100 mila esemplari. Attualmente degli Elephas sono note quattro sottospecie viventi mentre altre due sono estinte.
Le viventi sono l’Elephas maximus maximus, detto Elefante di Ceylon, l’Elephas maximus borneensis, detto Elefante del Borneo, l’Elephas maximus indicus, detto appunto Elefante indiano, e l’Elephas maximus sumatranus, detto Elefante di Sumatra. Le due sottospecie estinte sono l’Elephas maximus rubridens, vissuta nel nord della Cina fino al 1400 a.C., e l’Elephas maximus asurus, detto Elefante Siriano.
Elefante indiano: caratteristiche
Per raccontare l’elefante è bene capire in cosa si differenzia da quello africano, proprio per capire perché sia necessario specificare sempre di quale dei due si sta parlando. L’indiano ha una struttura complessiva simile a quella dell‘elefante africano, quindi non immaginiamoci due animali differenti, ma certo di dimensioni diverse, soprattutto per quanto riguarda gli esemplari maschi, più piccoli se indiani, mentre le femmine delle due specie hanno una taglia simile.
Ci sono delle differenze nella forma del cranio, quello indiano mostra due prominenze e un’insellatura interna, e differenze nelle orecchie, più piccole. L’elefante africano ha il dorso insellato e la groppa più alta del garrese mentre l’indiano lo ha convesso e discendente dal garrese alla groppa. Anche le zanne sono diverse, l’elefante indiano le ha più piccole, in generale, e talvolta le femmine le hanno solo accennate, quasi difficili da notare. Se osserviamo le zampe degli elefanti possiamo notare che l’indiano ha quattro zoccoletti nel piede posteriore, contro i tre della specie africana.
Se invece guardiamo la testa, notiamo che la mandibola dell’elefante asiatico presenta all’estremità una sorta di labbro pendulo e appuntito, che manca nell’africano.
Elefante indiano: cosa mangia
mentre si aggira in branchi di un paio di decine di individui, l’elefante indiano si nutre prevalentemente di erbe e germogli, in casi più rari anche di frutti e cortecce. Data la sua mole e il suo fabbisogno energetico praticamente passa tutta la giornata a cercare cibo per arrivare a ingerire circa 150 kg di frutta e foglie ogni giorno.
La vita sociale di questi elefanti non è quindi poi così animata, come immaginabile, essendo sempre impegnati a procurarsi qualcosa da mettere sotto i denti. I maschi adulti in libertà sono solitari, mentre le femmine e i maschi più giovani si spostano in gruppi. Non sono frequenti ma ci sono i periodi dedicati alla riproduzione e la gestazione, come immaginabile, è molto lunga, può arrivare anche a durare 22 mesi e al termine nasce un solo elefantino.
Fin da piccoli questi animali amano molto l’acqua, lo spruzzarsela addosso con la proboscide per fare bagni rinfrescanti ed infatti tendono a vivere dove ci sono degli specchi di acqua, nelle giungle e nelle praterie anche se in alcuni casi li troviamo anche sui monti.
Geograficamente parlando l’elefante asiatico, detto anche indiano per una sorta di errore burocratico, vive in tutta la zona del sud-est asiatico, quella che parte dall’India e termina nella parte settentrionale dell’Indonesia. Se però vogliamo parlare dell’elefante indiano come ufficiale sottospecie dell’elefante asiatico, allora dobbiamo limitarci a considerare gli esemplari che vivono nel territorio indiano.
Elefante indiano: dio
Nella religione induista esiste un dio che ha le sembianze di un elefante. Si tratta di Ganesha o Ganesh (Sanscrito गणेश Gaṇeśa) figlio primogenito di Shiva e Parvati, spesso raffigurato con una testa di elefante ma provvista di una sola zanna. Come figura non è esteticamente apprezzabile, è una creatura con il ventre pronunciato e quattro braccia, di solito viene rappresentato mentre cavalca o viene servito da un topo, suo veicolo oppure seduto, con una gamba sollevata da terra e ripiegata sull’altra. Il culto di Ganesha è molto diffuso, anche al di fuori dell’India; i devoti di Ganesha si chiamano Ganapatya.
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Pubblicato da Marta Abbà il 30 Novembre 2018