Efficienza energetica, direttiva UE

Mentre nel globo si parla di efficienza energetica in europa arrivano nuove direttive. Dopo diversi mesi di negoziati, le istituzioni (Parlamento, Consiglio e Commissione), sono giunte a un accordo di massima sul provvedimento. La nuova direttiva sull’efficienza energetica non soddisfa gli ambientalisti.

L’obiettivo è ridurre del 20% i consumi di energia entro il 2020 e in confronto al 1990. In altri termini l’obiettivo è basato su una mera politica di risparmio energetico attraverso misure di efficienza, l’esempio più eclatante è quello dell’efficienza energetica nelle mura domestiche che si traduce nella lampadina a basso consumo al posto di quella a incadescenza. In effetti dobbiamo ragionare su larga scala e non certo tra le mura domestiche, i Paesi membri sono 27 e, a dispetto delle intenzioni, l’obiettivo fissato è ancora lontano!

Il traguardo fissato entro il 2020 prevede un risparmio di 368 milioni di Tonnellate equivalenti di petrolio e, con le attuali misure in vigore si stima di risparmiare solo la metà dell’obiettivo prefissato. L’ultimo accordo preso ha faticosamente confermato riduzioni del 17% sui consumi nel 2020, a causa dell’opposizione di parecchi Governi, la base è stata piuttosto bassa, intorno al 13%.

Efficienza energetica in Europa. Tra orgoglio e insoddisfazione
 «Ci siamo battuti come leoni – ha commentato il ministro danese dell’Energia, Martin Lidegaard -. Siamo partiti dal 13% e siamo arrivati al 17%. È un obiettivo di cui siamo orgogliosi».

Certo quello dal 13 al 17 per cento è un bel salto, tuttavia, come ha spiegato Brook Riley di Friends of the Earth Europe (citato da Euractiv), le misure più ambiziose sono state smussate a ogni lato. Il risultato è un testo debole, privo dello slancio iniziale della Commissione.

Fino al 2020, ogni Stato membro dovrà tracciare un piano nazionale per l’efficienza energetica, il primo nel 2014, poi nel 2017 e 2020. Bruxelles avrà il compito di vigilare per assicurarsi che i progetti siano rispettati. Una misura vincolante tocca più da vicino l’Italia dove la certificazione energetica degli edifici fa acqua! Il vincolo che riguarda la riqualificazione energetica degli edifici pubblici prevede il rinnovamento di almeno il 3% degli edifici con superficie totale superiore ai 500 metri quadrati, superficie che scenderà a 250 nel 2020.

Inizialmente tale obbligo doveva comprendere tutte le strutture edili di pubblica amministrazione, con la nuova direttiva l’obbligo si applicherà solo agli edifici occupati dalle istituzioni dei Governi centrali e di loro proprietà.