Edifici pubblici e scuole sprecano un terzo dell’energia acquistata

Aula di una scuola

Nella ridda di commenti e di polemiche sulla decisione del Governo di accorpare alcune province si è letto anche di amministratori locali che hanno minacciato di tagliare il riscaldamento alle scuole. Al di là della sensatezza o meno dell’idea, che non ci interessa approfondire, la non casuale citazione fa capire che il riscaldamento delle scuole è un problema, perché ha un costo rilevante per le casse dello Stato e perché si spreca un sacco di energia (un terzo di quella acquistata secondo i calcoli attuali). Talmente un problema che se ne è parlato all’assemblea degli Stati Generali della Green Economy del 7-8 novembre a Ecomondo-Rimini.

Proprio tra gli atti conclusivi di quell’assemblea che due Ministri (Ambiente e Sviluppo Economico) hanno contribuito a mettere nero su bianco si legge che: intervenendo con misure di efficienza energetica su 11.000 uffici pubblici, 30.000 edifici scolastici e 70.000 di social housing è possibile un risparmio energetico al 2020 di 1 Mtep pari alla riduzione del 33% dei consumi negli edifici considerati, mentre un risparmio di altri 0,33Mtep l’anno sarebbe possibile intervenendo sul 3% degli edifici di edilizia privata.

Per ottenere questi risultati, si è detto, sarà però necessario prevedere e rivedere il sistema delle incentivazioni e delle detrazioni. Proprio le detrazioni fiscali tre il 2007-2010 hanno prodotto investimenti di 12 mld di euro e più di 40.000 posti di lavoro salvati l’anno. L’Italia è un paese che ha buoni indici di prestazione energetica, ma sta perdendo terreno rispetto agli altri paesi europei, anche se resta ancora sotto la media europea per intensità energetica (96 tep/M euro).

Efficienza e risparmio energetico presentano diversi e indiscutibili vantaggi sia ambientali (un minorconsumo di energia, per la gran parte ancora di origine fossile consente di ridurre, per esempio, le emissionidi gas di serra) sia economici (riduzione dei costi energetici e delle importazionidi energia), e per questo sono i temi di uno specifico gruppo di lavoro (il quarto degli otto istituiti) in seno agli Stati Generali.

Nove le priorità individuate dal gruppo di lavoro per efficienza e risparmio energetico in Italia. 1. Fissare, per gli edifici costruiti dopo il 2014 e per quelli soggetti a ristrutturazioni rilevanti, standard di consumi energetici inferiori del 30% di quelli attuali; 2. Introdurre dal 2015 l’obbligo di realizzare edifici pubblici nearly zero energy; 3. Confermare l’IVA al 10% sui lavori di efficientamento e sull’esercizio degli impianti; 4. Favorire l’utilizzo del green public procurement; 5. Rendere obbligatoria la massima efficienza elettrica disponibile nell’illuminazione pubblica; 6. Promuovere sistemi di gestione dell’energia e la formazione di energy manager e di esperti in gestione dell’energia; 7. Recepire la Direttiva sull’efficienza energetica; 8. Spostare gli incentivi per l’efficienza energetica sempre più verso il cliente finale; 9. Agevolare l’efficienza energetica nella Pubblica Amministrazione.