Dolore all’osso sacro: sintomi, cause e cure
Quanto viene chiamato comunemente dolore all’osso sacro è, più specificatamente, un dolore avvertito nell’area delle articolazioni sacroiliache, formate a loro volta dalla connessione tra l’osso sacro e le ossa iliache destra e sinistra.
L’osso sacro è l’osso di forma triangolare, situato nella parte inferiore della colonna vertebrale, centralmente sotto la colonna lombare, che svolge un ruolo particolarmente importante per garantire una corretta postura. Di fatti, sebbene la maggior parte delle ossa (vertebre) della colonna vertebrale sono mobili, l’osso sacro è costituito da cinque vertebre che si fondono insieme e, sostanzialmente, non si muovono.
Le ossa iliache sono invece le due grandi ossa che compongono il bacino. Di conseguenza, le articolazioni sacroiliache collegano la colonna vertebrale al bacino. L’osso sacro e le ossa iliache (ileo) sono tenute insieme da un insieme di forti legamenti, che tuttavia permettono un relativo poco movimento, tanto che i gradi di rotazione sono meno di 4, e i millimetri di traslazione sono solo 2.
In questo delicato e complesso apparato, non mancano, però, i problemi.
Sintomi del dolore all’osso sacro
I sintomi e i segni che possono essere associati al dolore articolare comprendono un gonfiore delle articolazioni, una sensazione di calore, la difficoltà a camminare regolarmente, una sensazione di “blocco” dell’articolazione, la perdita del consueto raggio d’azione dell’articolazione, la rigidità, e la debolezza.
Cause del dolore dell’osso sacro
Come la maggior parte delle altre articolazioni del corpo, anche le articolazioni di quest’area hanno uno strato di cartilagine che copre l’osso. La cartilagine permette un certo movimento e funge da “ammortizzatore” tra le ossa. Quando questa cartilagine è danneggiata o consumata, le ossa cominciano a sfregare l’una sull’altra e si verifica una condizione chiamata artrite degenerativa, o osteoartrite. Questa è la causa più comune di disfunzione dell’articolazione sacroiliaca.
Un’altra causa comune di disfunzione è la gravidanza. Durante la gravidanza, infatti, nel corpo della donna vengono rilasciati ormoni che permettono ai legamenti di rilassarsi, al fine di preparare il corpo al parto. Il rilassamento dei legamenti che tengono insieme le articolazioni sacroiliache permette un aumento del movimento nelle articolazioni e può portare ad un aumento delle sollecitazioni e ad un’usura anomala. Anche il peso aggiuntivo e il modello di deambulazione (andatura alterata) associati tipicamente alla gravidanza sottopongono le articolazioni dell’articolazione ad un ulteriore stress.
Infine, ricordiamo come qualsiasi condizione che alteri il normale modo di camminare può comportare un aumento dello stress per le articolazioni dell’articolazione sacroiliaca ed è un fattore di rischio per il dolore all’osso sacro.
Si pensi, in questo ambito, a una discrepanza nella lunghezza delle gambe (una gamba più lunga dell’altra), o al dolore all’anca, al ginocchio, alla caviglia o al piede. I pazienti con forti dolori agli arti inferiori spesso sviluppano problemi sia con la parte bassa della schiena (colonna vertebrale lombare) sia con le articolazioni dell’articolazione sacroiliaca. Di solito, se il problema di fondo viene trattato, anche la colonna vertebrale lombare associata o la disfunzione dell’articolazione migliorerà.
A volte, inoltre, il dolore all’osso sacro è frutto di altri disturbi che colpiscono le articolazioni, come gotta, artrite reumatoide, artrite psoriasica, artrite reattiva e spondilite anchilosante.
Diagnosi del dolore all’osso sacro
Il primo passo nel compimento di una diagnosi del dolore all’osso sacro è tipicamente un’accurata anamnesi e un esame fisico da parte di un medico.
Il medico farà dunque delle domande per determinare se ci sono dei disturbi sottostanti che potrebbero causare il dolore del paziente. Alcuni sintomi potrebbero altresì aiutare a differenziare il dolore proveniente dalle articolazioni dell’articolazione sacroiliaca, dalla colonna vertebrale lombare o dalle anche.
Ci sono poi alcuni test che un medico può eseguire durante l’esame fisico, e che possono aiutare a isolare la fonte del dolore.
Il passo successivo nella diagnosi è spesso rappresentato dalle radiografie del bacino, delle anche o della colonna vertebrale lombare a seconda di ciò che il medico ritiene di aver dedotto nell’anamnesi e nell’esame fisico. In alcuni casi si procederà anche a una tomografia computerizzata, per ottenere uno sguardo più dettagliato sull’articolazione e sulle ossa.
Infine, un altro metodo utile per diagnosticare le disfunzioni articolari dell’articolazione sacroiliaca è l’esecuzione di un’iniezione che può intorpidire l’area irritata, aiutando così a individuare la fonte del dolore.
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Come si cura il dolore all’osso sacro
Come già detto, le iniezioni nell’articolazione sacroiliaca possono aiutare la diagnosi ma… anche il trattamento. La durata del sollievo dal dolore da un’iniezione può durare da un giorno a molto più a lungo. Le iniezioni possono essere ripetute ogni mese fino a tre volte all’anno.
I farmaci antinfiammatori orali (FANS, ibuprofene, naprossene) sono altresì spesso efficaci per alleviare il dolore. Questi possono essere assunti a lungo termine se il paziente non ha altri problemi medici che gli impediscono di assumere tali medicinali. Gli steroidi orali (prednisone) sono utilizzati anche per brevi periodi di tempo per trattare l’infiammazione.
La fisioterapia può inoltre essere molto utile. Un esperto fisioterapista può inatti insegnare vari esercizi di stretching o di stabilizzazione che possono aiutare a ridurre il dolore. Si può anche eventualmente usare una cintura sacroiliaca, un dispositivo che avvolge le anche, per aiutare a stabilizzare le articolazioni dell’articolazione sacroiliaca, aiutando a contenere il dolore all’articolazione stessa.
Se altri trattamenti falliscono e il dolore continua a interferire con le normali attività, l’intervento chirurgico potrebbe essere un’opzione da considerare. Generalmente, questa operazione comporta una fusione delle articolazioni, con rimozione della cartilagine che ricopre le superfici delle articolazioni dell’articolazione sacroiliaca, e fissaggio delle ossa con piastre e viti, fino a quando non si fondono insieme.
Pubblicato da Anna De Simone il 31 Dicembre 2019