Il Dissipatore di Rifiuti Alimentari – DRA – è un elettrodomestico inventato nel 1927 dall’architetto statunitense John Hammes, dotato di due peculiarità per realizzare una raccolta di qualità della Forsu – Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano -: tritura in modo selettivo ed è installato nel lavello di cucina, il punto più prossimo alla produzione di rifiuto alimentare. La tecnologia del dissipatore risulta utile per una drastica riduzione della CO₂ emessa nei trasporti che raccolgono i rifiuti, per una maggiore igiene e salute della comunità e per una produzione intelligente di energia attraverso i biogas.
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Tale tecnologia è ampiamente diffusa negli Stati Uniti in modo particolare e in Svezia, nazione che sta ne sta ampliando sempre più il raggio di utilizzo. Un esempio fra tutti è Stoccolma, città che ha recentemente introdotto i DRA in maniera strutturale e organica all’interno dei suoi impianti di gestione e trattamento acque e rifiuti. In Italia sono state condotte negli ultimi quattro anni diverse sperimentazioni. L’applicazione dei dissipatori ha interessato i territori di Lucca, Monghidoro (BO), Biella, Padova e, da ultimo, Chieri (TO). Lo studio sperimentale di Chieri – finanziato da UIDA-ANIMA, associazione che riunisce le aziende di impianti per la difesa dell’ambiente con il supporto scientifico dell’Università di Verona e del Politecnico di Torino – rappresenta una novità assoluta per gli obiettivi che si è posta: per la prima volta, in Italia, i dati consentono di valutare gli effetti economici, oltre agli impatti fisici dell’uso del dissipatore.
Tra i risultati interessanti, è emerso che l’utilizzo di DRA abbatte in modo consistente i costi di raccolta (porta a porta) e di trasporto della Forsu. Secondo i dati pubblicati da ISPRA nel 2011, in Italia in media si può stimare un costo di raccolta, trasporto e trattamento Forsu di 50,1€/fam/anno. Potenzialmente se tutte le 22 milioni di famiglie italiane fossero dotate di questo sistema, si verificherebbe un decremento di costi pari a ben oltre mezzo miliardo di euro all’anno. Tuttavia, la differenza ottenibile mediante l’uso del dissipatore porterebbe a un vantaggio oltre che economico ambientale e di salute. Un esempio: Circa 60.000 t/anno di rifiuti organici generati a Roma vengono ogni anno smaltiti fuori dal territorio di produzione, generando per il solo trasporto circa 6000 t/anno di CO₂. Tale stima si ottiene utilizzando i dati forniti da un’approfondita ricerca universitaria inglese che indica in0,25 Kg di CO2 il risparmio per ogni km non percorso da una tonnellata di rifiuto.
In Italia, nonostante i test positivi e una legge – 210/08 – che consente lo smaltimento dei rifiuti organici provenienti dagli scarti dell’alimentazione trattati con apparecchi dissipatori di rifiuti alimentari, previa l’esistenza di un sistema di depurazione da parte dell’ente gestore del Servizio Idrico Integrato, ancora nessuna Amministrazione ha però pensato una reale applicazione sperimentale sul campo. I motivi di questo non sono del tutto chiari e sembrano dipendere dal fatto che le valutazioni sulla sostenibilità nella gestione dei rifiuti urbani organici manca di un corretto approccio multi-criterio, del quale l’analisi economico-finanziaria è parte integrante.
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Dal punto di vista pratico, la difficoltà tecnica di installare un Dissipatore di Rifiuti Alimentari in ogni cucina di un condomio può essere risolta da impianti condominiali. Esistono poi soluzioni integrative, come i disidratatori di rifiuti alimentari di tipo professionale o domestico. Leader di queste tecnologie nel mondo con una gamma completa di dissipatori è InSinkErator, divisione del Gruppo Emerson, presente in 80 Paesi compresa l’Italia
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