Dieta Barf: alimentazione naturale per cani – Chi divide la propria vita con un cane si pone spesso il problema: è meglio alimentarlo con il cibo industriale come scatolette e croccantini, oppure dargli cibo fresco non confezionato? Negli ultimi anni si è sentito sempre più spesso parlare di Barf, sigla che sta Biologically Appropriate Raw Food. Secondo i veterinari e nutrizionisti che appoggiano questo tipo di alimentazione per gli animali da compagnia, la Barf sta a indicare una corretta e sana alimentazione che prevede cibo crudo biologicamente appropriato.
Il metodo segue il principio base della natura, secondo cui ogni essere vivente è dotato di un suo specifico sistema digestivo. Il cane, in quanto tale, nasce carnivoro e necessita di conseguenza di un’alimentazione fatta di cibi animali crudi. Ma è davvero così? Va bene per tutti gli animali o ci sono controindicazioni? A rispondere alle domande su questo particolare regime dietetico è David Bettio, medico veterinario, presidente della Società Italiana di Omeopatia Veterinaria.
Dottor Bettio, che cos’è la Barf?
È un modello nutrizionale basato sull’utilizzo di carne fresca, ossa polpose, frattaglie e verdure, tutto rigorosamente crudo.
Qual è il vantaggio rispetto alla dieta commerciale basata su alimenti confezionati?
Ho riscontrato negli anni con questo modello nutrizionale dei vantaggi clinici enormi su cani con patologie gastroenteriche, dermatologiche, addirittura cani epilettici sono riusciti con questo tipo di alimentazione ad avere miglioramenti incredibili, ho riscontrato casi clinici davvero eclatanti. Poi ci sono i vantaggi riportati da tutti i proprietari che seguono la Barf che vedono i loro cani estremamente vigorosi, è in pratica una dieta preventiva. Questo perché è rispettosa della natura del cane, che è principalmente un carnivoro.
Ma le ossa date ai cani, che molti veterinari sconsigliano, non creano problemi?
Le ossa devono essere particolari, come dicevo prima: prima di tutto crude, perché quelle della braciola alla griglia o del bollito non vanno date assolutamente. Per fare un esempio pratico, se si taglia un osso di pollo crudo bisogna seghettarlo, nel pollo cotto se si preme col coltello le ossa si spezzano, sono come vetrificate, quindi pericolose. Le ossa polpose crude sono di un certo tipo, ossia colli di pollo e di tacchino, ali di pollo, carcasse di pollo o di coniglio, biancostato, teste di coniglio o di agnello. Il classico ginocchio di mucca invece è un osso classificato come ricreativo, ha un altro scopo, perché non si dà tutti i giorni e deve essere somministrato ai cani sotto osservazione perché lo “grattano” e se ci impiegano troppo tempo poi si possono verificare blocchi intestinali.
Ci possono essere dei rischi a somministrare la carne cruda? Pensiamo ad esempio alla Salmonella…
I rischi sanitari ci sono, così come pure per le crocchette. Basta però affidarsi al macellaio di fiducia che sappia essere attento alla manipolazione e alla conservazione della carne, soprattutto alla catena del freddo. C’è da dire che i cani in particolare sono super attrezzati in materia di anticorpi, se si pensa dove infilano il naso e la lingua! Inoltre hanno un ph dello stomaco dieci volte più acido di quello dell’uomo che distrugge un po’ tutto e sono attrezzati dal punto di vista del microbioma intestinale.
Come si passa da un’alimentazione di tipo industriale alla Barf?
Ci sono diverse strategie, dipende molto dall’individuo e dal proprietario. Si può passare a questa alimentazione da un giorno all’altro e non succede nulla. Poi magari ci sono cani più delicati ed è necessario fare introduzioni più progressive, iniziando magari a cuocere il cibo e a vedere l’effetto che fa, poi solo a scottarlo, poi passare al crudo. Bisogna fare delle prove e accompagnarlo nel cambiamento. Ci sono animali che lo fanno da un giorno all’altro senza problemi, altri no. In questo senso il supporto del veterinario è fondamentale perché può dare indicazioni ma è il proprietario che alla fine conosce bene il suo animale.
Ma l’intervento del veterinario è fondamentale o si può fare da sé?
Non necessariamente è necessario l’apporto del veterinario o del nutrizionista. Però se si vuole affrontare la dieta Barf per il cane è fondamentale studiare e leggere molto per confrontarsi e capire. Se non ci sono particolari difficoltà si può fare da autodidatta, ci sono libri che entrano proprio nello specifico e danno tutte le spiegazioni, altrimenti ci si può rivolgere al proprio veterinario per stare più tranquilli.
Quali sono i vantaggi immediati nel passaggio alla Barf?
Quello che vedo costantemente è lucidità del pelo, estremo vigore e vitalità, feci compatte e piccole, diminuzione della sete e l’aumento di massa muscolare a discapito di quella grassa.
Ma in caso di patologie conclamate del cane, come ad esempio insufficienza renale, diabete, sovrappeso, può essere un bene o un male la Barf?
In questi casi specifici va interpellato un veterinario, perché va fatta una valutazione individuale del paziente con un’alimentazione specifica e misurata per le esigenze di quel momento e quella patologia. Però il modello Barf va anche molto bene per pazienti con patologie, ad esempio nei casi di diabete nei gatti la Barf è fondamentale, mentre nelle patologie renali i nutrienti vanno calibrati con attenzione perché ci sono alimenti che vanno limitati come quelli ricchi di fosfati e fosforo e altri che si possono usare tranquillamente.
Perché molti veterinari sono assolutamente pro alimentazione industriale e sconsigliano la Barf?
Credo che sia principalmente per una motivazione culturale. Noi usciamo da un modello educativo, scientifico e accademico, dove ci hanno insegnato a prescrivere le crocchette e a non occuparci direttamente della nutrizione del cane e noi siamo caduti un po’ in questa complicità senza pensare che è invece una cosa primaria di cui dobbiamo occuparci. E poi ci sono preconcetti perché si vive nell’abitudine e non si vuole cambiare e ti precludi dei modelli di conoscenze diverse.
Costa di più o di meno alimentare il proprio cane con la Barf?
Dipende. Di solito con un cane di venti chili, rispetto a un cibo top premium il costo si equivale, se supera i venticinque chili diventa un poco più costoso, ma dipende sempre dove si va a fare la spesa, se si va dal macellaio di fiducia costa sicuramente di meno. E poi bisogna considerare che si abbattono totalmente i costi di esternalizzazione, cioè tutto il processo che produce cibo consuma tanta energia e acqua, per non parlare del packaging. Possiamo dunque dire che la Barf è anche un modo per dare una mano all’ambiente, oltre che a contribuire alla salute del proprio animale domestico.
A cura di Sabrina Mechella
Se ti interessa il tema, leggi anche