Oggi, 17 giugno, è la giornata contro la desertificazione.
Desertificazione in Italia e nel mondo, un processo che ci riguarda tutti, direttamente e indirettamente, e che viene definito come “degrado del territorio nelle zone aride, semi aride e sub umide secche attribuibile a varie cause fra le quali variazioni climatiche e le attività umane”.
Queste sono le parole usate nel 1994 per spiegarlo al mondo da Parigi durante la UNCCD – United Nations Convention to Combat Desertification in Countries experiencing Serious Drought and/or Desertification, Particularly in Africa. La Desertificazione è un processo climatico-ambientale che porta alla degradazione dei suoli e alla triste scomparsa della biosfera oltre che alla trasformazione dell’ambiente naturale in deserto. Può essere naturale, connessa a dinamiche climatiche, ma oggi c’è spesso lo zampino dell’uomo. Vediamo come e a quale scenario tutto ciò ci sta portando.
Desertificazione: un problema sempre più attuale
E’ da considerarsi un processo solitamente irreversibile, la Desertificazione, e oggi interessa tutti i continenti, ovviamente con intensità ed effetti diversi. Anche chi non ne vede le conseguenze davanti a casa, o nel proprio paese o luogo di villeggiatura, non deve negare che proprio la Desertificazione costituisce un serio pericolo innanzitutto ma non solo per le regioni aride e secche del pianeta che, oggi, costituiscono il 50% delle terre emerse.
Già così, stiamo comunque parlando di oltre 100 paesi, oltre un miliardo di abitanti, in pericolo. Dobbiamo poi tener conto delle conseguenze meno immediate ma altrettanto gravi che la Desertificazione ha, anche in casa nostra, se proprio vogliamo ragionare in ottica egocentrica.
Desertificazione: cause e conseguenze
Come ho anticipato, spesso la Desertificazione è causata o per lo meno accelerata dalle attività umane, a volte ha poi proprio origine dallo sfruttamento intensivo messo in atto dalla popolazione che si stabilisce in un certo territorio per coltivarlo. Un altro caso di Desertificazione di origine umana è quella derivante da attività industriali e “di pascolo”.
Non c’è però una sola causa che da sola innesca questo processo dal nulla ma una serie di concause da combinare con fattori che predispongono certe aree a diventare preda della Desertificazione. Dal lato “naturale” essi sono ad esempio la presenza di ecosistemi delicati, oppure la morfologia e una scarsa copertura vegetale. I fattori antropici sono numerosi, i più frequenti sono: deforestazione, agricoltura, urbanizzazione, inquinamento, incendi e lo sfruttamento non sostenibile delle risorse oltre che le cattive ma purtroppo frequenti pratiche di irrigazione e salinizzazione dei suoli.
Considerando le conseguenze della Desertificazione, si può considerare questo fenomeno uno dei maggiori problemi economici, sociali e ambientali nella maggior parte dei paesi del mondo. In alcuni essa riduce la fertilità dei suoli e, quindi la capacità di un ecosistema di produrre servizi.
In altri casi se non si vedono effetti diretti, si assiste ad una migrazione continua e sempre più abbondante di persone, di interi popoli, che fuggono dalla Desertificazione in corso nella loro terra di origine e che rende loro impossibile sopravvivere dove sono nati e cresciuti.
Desertificazione in Italia
Attualmente ci sono zone anche nel nostro Paese direttamente interessate alla Desertificazione, in Sicilia ad esempio, recenti studi parlano di aree a rischio per il 70% dell’estensione della regione, in Puglia la percentuale scende a 57%, in Molise a 58% e in Basilicata a 55%.
Per quel che riguarda Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania, la percentuale di aree a rischio varia da 30 a 50%. Fotografando la Desertificazione oggi già effettiva nel nostro Paese, si stima che già il 4,3% del territorio italiano è da considerarsi sterile e il 4,7% ha subito fenomeni di desertificazione.
Restringendo all’ambito italiano la ricerca delle cause, possiamo citarne anche una naturale come la diminuzione delle precipitazione, che ha causato minor apporto idrico nella rete idrica superficiale, quali fiumi e laghi.
Desertificazione nel mondo
Oltre all’Africa, che merita un paragrafo a sé per la gravità della situazione, anche altre zone del nostro pianeta sono colpite, eccome, dalla Desertificazione. In Asia, in Oceania e nell’America meridionale, ad esempio, e in misura minore in Europa e in America settentrionale. In generale ci sono almeno 100 paesi toccati direttamente da questo processo e si ha il 70% delle aree a rischio: oltre un quarto della superficie terrestre, sono zone considerate già aride a cui sommare anche quelle temperate, come la zona mediterranea, che non sono fuori pericolo.
Quando si vuole puntare il dito solo contro l’agricoltura, per quanto sta accadendo, si sbaglia, o almeno, non è questa attività l’unica da ritenere colpevole. Alla base della Desertificazione in Italia e nel Mondo c’è, ragionando, tutto un insieme di attività produttive, compreso il terziario, turismo in primis, l’industria, le attività estrattive, l’avanzare dell’urbanizzazione e la cementificazione.
Desertificazione in Africa: il continente più colpito
Non c’è dubbio che nel Mondo l’area più colpita dalla Desertificazione sia l’Africa. In questo continente che si affaccia come noi al Mediterraneo, oltre i due terzi delle terre coltivate sono da considerare ad alto rischio. Questo per quanto riguarda il futuro, molto prossimo, purtroppo, ma anche nel passato l’Africa è diventata “famosa” per siccità che hanno colpito zone sul confine meridionale del Sahara, la siccità del Sahel, intorno agli anni settanta. Anche il corno d’Africa, intorno agli anni novanta, è diventato noto sempre per la Desertificazione che ha causato la morte di più di 100mila persone.
Come combattere la desertificazione: Yacouba Sawadogo
Yacouba Sawadogo è un agricoltore del Burkina Faso che si è battuto per anni contro la desertificazione del Sahel. Nel 2017 il suo impegno è stato riconosciuto con l’assegnazione del Farmers Friend. Ha quasi 80 anni ma moltissima energia e soprattutto una mente lucida, molto più lucida e determinata rispetto a quella di molti altri. La sua età gli regala una vasta esperienza che lo rende più forte. Si ricorda bene le siccità dei decenni passati e sa che non possono ripetersi, il suo Paese e quelli limitrofi non se lo possono permettere perché desertificazione significa campi e villaggi da abbandonare.
Cosa ha fatto Yacouba Sawadogo per contrastare “il nulla che avanza”? Ha attinto dalla tradizione e ha cercato di migliorare antiche tecniche come quella delle fosse Zai. Durante la stagione secca, nei terreni “ex fertili” ha scavato delle buche riempiendole di foglie, di escrementi animali e di altri concimi che favoriscono la nascita di piante e il riprodursi delle termiti, Perché ci interessano proprio le termiti perché il loro scavare gallerie sotterranee ci aiuta, rende il terreno poroso e quindi in grado di immagazzinare acqua quando arriva la stagione delle piogge. Sempre per trattenere l’acqua, ha realizzato anche dei muretti di pietra.
Tenace, Yacouba è riuscito a convincere un suo collega e unendo le due famiglie è riuscito a realizzare a Gourga, suo villaggio natale, una vera e propria foresta di 50 acri. In questa oasi impossibile, coltiva mais, sorgo e meglio. Il governo purtroppo non ha accolto bene l’iniziativa e ha deciso di espropriare una parte della foresta, sostituendo la foresta con delle case ma il nostro agricoltore continua la sua missione, molti concittadini e non solo lo considerano una guida. La sua storia è stata raccontata anche in un documentario, “The Man Who Stopped the Desert”, realizzato dalla 1080 Films nel 2010 e vincitore di 7 premi cinematografici.
Cos’è la desertificazione
Facciamo un passo indietro, dopo questa storia di lotta e di speranza su come combattere la desertificazione, per capire meglio che caratteristiche ha il fenomeno che Yacouba combatte. Si tratta di un processo climatico-ambientale molto legato con le attività umane che a volte lo innescano, altro lo fanno accelerare. Con la desertificazione comincia a scomparire la biosfera e tutto ci che c’è diventa deserto. E’ un processo irreversibile come potete immaginare, anche se ci sono persone come Yacouba, e lo vediamo in Africa ma avviene anche negli altri continenti. Da un lato c’è un clima che cambia, e diventa sempre più caldo, che non aiuta, ma all’origine della desertificazione c’è la presenza umana che sfrutta in modo intensivo il territorio, destinandolo all’agricoltura oppure a nuovi insediamenti industriali, o per il pascolo.
Oltre all’Africa, continente più colpito l’Africa, con due terzi delle terre coltivate a rischio, sono molto coinvolti anche altri continenti come l’Asia, l’Oceania e l’America meridionale. L’Europa e l’America settentrionale si possono ritenere meno a rischio. Oggi sul pianeta ci sono almeno la metà delle terre emerse che sono a rischio, perché già aride e secche, e spesso si trovano tra i tropici e le basse latitudini medie.
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